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Roma. Borse di studio per frequentare l’Istituto Massimo

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Sì a un’educazione d’eccellenza, no a una scuola riservata a pochi. È questo il senso dell’iniziativa “Giovani, leadership e futuro” lanciata dall’Istituto Massimiliano Massimo di Roma, che ha pubblicato un bando per 14 borse di studio nella scuola secondaria superiore (liceo classico o scientifico). I destinatari sono le famiglie di quei ragazzi meritevoli che, pur condividendo l’offerta formativa dell’Istituto, si troverebbero in difficoltà a sostenere la spesa dell’intera retta: l’idea raccoglie un invito di papa Francesco ad aprire sempre più le case dei gesuiti a tutti, rivolto alle scuole della Compagnia di Gesù nel corso di un’udienza in Vaticano.  C’è tempo fino al 14 marzo 2015 per presentare la documentazione; i criteri di scelta sono lo stato di necessità economica della famiglia, l’accettazione del piano formativo dell’Istituto e l’eccellenza (non solo scolastica, ma anche linguistica e comportamentale) dei ragazzi. Le borse di studio (alcune a copertura totale della retta, alcune a copertura parziale) saranno poi valide a partire dal prossimo anno scolastico e rinnovabili per un massimo di 5 anni.

“Giovani, leadership e futuro” è un progetto su cui l’Istituto Massimo punta molto: iniziato ufficialmente con il concerto della cantante Elisa al Centrale del Foro Italico, lo scorso 7 luglio, ha visto nel corso dei mesi il coinvolgimento di aziende e di benefattori individuali, molti dei quali ex alunni. Tutte le borse di studio sono cofinanziate dal Massimo; alcune sono riconducibili a main sponsor (Unicredit, Banca del Mezzogiorno – Mediocredito centrale, Be – Think, Solve , Execute, ICCREA Banca), altre raccolgono sotto il nome di “Amici dell’Istituto Massimo” i contributi di aziende diverse. L’obiettivo comune è quello che da sempre caratterizza gli sforzi educativi della Compagnia di Gesù: puntare all’eccellenza accademica e umana per formare persone che abbiano come orizzonte il servizio, per la globalizzazione della solidarietà.

Il testo del bando – disponibile in allegato, insieme a una scheda riassuntiva – è pubblicato sul sito dell’Istituto Massimo: www.istitutomassimo.it.


Padova. Ex alunni: “Cara e fondante l’educazione ignaziana che ci accomuna”

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La famiglia a 360 gradi è stata al centro del corso di formazione organizzato dall’associazione degli ex alunni dell’Antonianum di Padova, che si è concluso il 23 febbraio, con l’intervento del dottor Mimmo Armiento, psicologo e psicoterapeuta. Anche questo incontro, come gli altri quattro che lo hanno preceduto (l’antropologo Domenico Gaioni, la filosofa Susy Zanardo, l’economista Stefano Zamagni e lo psichiatra Vittornino Andreoli), sono stati ripresi e messi on line dall’emittente <a href=””>Telechiara. E sono quindi a disposizione di tutti gli interessati.

L’associazione raggruppa gli ex-alunni del Collegio universitario Antoniamun di Padova, in Prato della Valle,fondato nel 1905 dalla Compagnia di Gesù. Il Collegio si è evoluto in questi anni nella Residenza universitaria padre Carlo Messori, adiacente allo storico complesso centrale, dove si formano i nuovi alunni. La società cooperativa realizzata ha lo scopo di garantire ospitalità a studenti universitari in forma di comunita’ con la presenza di un giovane gesuita, padre Nicola Gobbi.
L’associazione ha un sito e una rivista, Antonianum.

L’aver ricevuto un’educazione ignaziana è in molti casi l’unica cosa che accomuna i soci, “una comunanza che è qualcosa di caro e fondante. Per questo, assieme, preghiamo, siamo attivi nell’educazione e nella comunicazione”, dice il presidente Francesco Angrilli. “Coltiviamo e promuoviamo l’amicizia spirituale, cercando confermare e attualizzare  l’educazione che abbiamo ricevuto dai gesuiti”. L’associazione fa parte della più grande famiglia della World Union of Jesuit Alumni/ae (www.wuja.org). “Crediamo nell’impegno nel mondo e nella società per testimoniare valori cristiani ed umani soprattutto attraverso la cultura, l’educazione, i progetti di solidarietà. Cerchiamo di essere sempre in dialogo con la città di Padova, storica sede universitaria, con gli altri atenei in Italia  e con le associazioni degli ex alunni/e nel mondo. Fin dal 1548 i tratti caratteristici dell’educazione gesuitica sono fede e rigore intellettuale: un percorso che dura tutta la vita. Siamo da sempre orientati verso l’eccellenza accademica, il servizio, la responsabilità e l’attenzione all’uomo”.

L’eclissi vista dagli studenti del Massimo

Roma. Così ho incontrato il vangelo della misericordia

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Durante la trasmissione su Tv2000 Siamo noi Giulia Riccardi si racconta dopo aver ricevuto il battesimo da Papa Francesco nel giorno del Sabato santo. Giulia ha partecipato più volte come volontaria Lms al campo missionario in Romania, a Sighet, ed è stata proprio questa esperienza una tappa molto importante per il suo cammino spirituale.

Scuole. Anche Scutari al concorso musicale “Diamoci un tono”

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Scutari: Diamoci un tono

Il concorso musicale “Diamoci un tono”, che per il secondo anno consecutivo coinvolge tutte le scuole della rete gesuiti Educazione, ha terminato la fase delle semifinali e si sta preparando per la grande serata finale, prevista a Torino il 15 maggio 2015.

Per la prima volta questa edizione vede la partecipazione al concorso anche della scuola Atë Pjetër Meshkalla di Scutari (Albania), grazie alla collaborazione non solo con le altre scuole della rete, ma anche con altri istituti religiosi che aiutano validamente nella pastorale scolastica.

“Questa bella attività musicale”,  dichiara suor Valentina, delle Piccole Suore della Sacra Famiglia, “mi ha fatto conoscere meglio e più da vicino la la rete gesuiti Educazione, in quanto collaboro nella Scuola dei Padri gesuiti di Scutari solo dall’inizio di questo anno scolastico. Quest’iniziativa fu accolta con entusiasmo ed impegno dai nostri studenti, che “sfoderarono” subito e con grande entusiasmo i loro talenti. Il loro costante impegno nel ritrovarsi per le prove, dopo scuola e anche di domenica, le loro domande: quanti siamo? sono molte le altre scuole? In quali città? E stato un modo per me e per loro di conoscere il mondo ignaziano delle scuole. Perché tutto questo? Prima di tutto per avviare la difficile e mai scontata collaborazione tra i ragazzi, hanno messo in atto i loro talenti condividendoli. La competizione con le altre scuole della rete li ha portati oltre i propri confini territoriali, allargando i loro orizzonti e il desiderio di conoscersi. Rimane una bella sensazione e la voglia di continuare ad esibirsi qui in Albania e nella scuola. Ringrazio gli organizzatori di questa bellissima idea e auguro che i ragazzi possano continuare a migliorare questi doni e talenti e metterli al servizio”.

Roma. Esercizi Spirituali e insegnamento

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L’esperienza degli Esercizi Spirituali per i docenti rappresenta una preziosa e importante proposta che viene offerta ogni anno nelle scuole ignaziane, in quanto fondate sulla consapevolezza che “per vivere la dimensione profonda della professionalità docente”, si legge nel Documento “Il nostro modo di procedere”, “è importante e prezioso ritrovare un forte legame tra spiritualità e pedagogia”. “La chiave spirituale” prosegue ancora il documento nel capitolo sulla didattica e pedagogia ignaziana, “aiuta a interpretare quanto di grande e bello è possibile vivere nell’insegnamento”.

“Il Signore è fedele e vicino sempre e si fa incontrare da chi lo cerca ed anche questa volta gli Esercizi si dimostrano un potente strumento per aprire la via all’incontro desiderato”, ha affermato Padre Tata al termine dell’esperienza.

Roma. Il drone del Papa

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Non si spengono gli echi del Drone regalato  dagli studenti dell’Istituto Massimo al Papa al termine dell’udienza di giovedì scorso in occasione del convegno delle CVX – Lega Missionaria. La notizia del regalo,-  accompagnato da una lettera degli studenti al Papa -, ha fatto il giro del mondo. Il Drone non nasce dal nulla, ma affonda le sue radici in un lavoro che da due anni un gruppo di volontari, genitori di alunni del Massimo, ha avviato con la supervisione della scuola. Si tratta di un’attività di didattica “sperimentale” attraverso metodologie nuove, che coniugano nuove tecnologie e apprendimento. Gli scopi dei due corsi sino ad oggi realizzati, il primo di costruzione di auto/robot e il secondo di un Drone, sono serviti a:

1) far emergere le potenzialità dei ragazzi

2) dimostrare che esistono anche altre forme di fare didattica efficaci e rendere felici i ragazzi

3) riscoprire rapporto padre figlio

4) far capire che le tecnologie non sono buone o cattive, ma dipende da come si usano ( vedi il caso droni, usati spesso come arma ma con grandi potenzialità di utilità sociale)

Ci si potrebbe chiedere perché affrontare con ragazzi anche delle elementari e medie tecnologie apparentemente complesse. Ebbene, molti studi hanno dimostrato che le competenze apprese in età scolare elementare influiscono poi la realizzazione “umana” e relazionale dei ragazzi una volta adolescenti e giovani adulti. Così come altri studi dimostrano che dopo i 18 anni il cervello è formato ed è molto più difficile motivarlo ad apprendere o esercitare la creatività se tali abilità non sono già state acquisite. Queste attività hanno sviluppato competenze necessarie nel mondo del lavoro: team working , problem solving, comunicazione,  perseveranza. Nel corso, infine, si propongono ai ragazzi competenze accessorie. Basta un semplice esempio: in Italia la valutazione “ufficiale”del sistema scolastico è sempre sul lavoro svolto dal singolo dalle elementari all’università, in queste attività il successo è invece dato dal lavoro di squadra, e tutti devono adoperarsi ad aiutare chi eventualmente sia “rimasto indietro”, sviluppando cosi una competitività “cooperativa”. Lo stesso dicasi per nuove soluzioni eventualmente scoperte da un singolo che sono subito allargate e diffuse in tutto il gruppo diventando patrimonio comune.

 

Relativamente all’insegnamento e alla didattica “integrativa” va sottolineato, schematicamente, che la maggior parte della scuola opera su schemi frontali, e per vari motivi è difficile modificare la didattica consolidata. Come dice il Papa, certe volte le parole degli insegnanti “scivolano addosso” ai ragazzi ed è dimostrato che, in condizioni sfavorevoli, si rimuovono le conoscenze. Ebbene un semplice, e anonimo, sistema di valutazione del gradimento da parte dei ragazzi, dà un punteggio di  9,2/ 10. Insomma imparano cose molto più complesse e si divertono. In classe i ragazzi finiscono prima  il programma ministeriale, sono più contenti, i voti sono più alti e acquisiscono anche le competenze.

Un altro fattore da sottolineare è la “riscoperta del rapporto padre figlio”. L’attività di autocostruzione dei droni si è svolta con la presenza obbligatoria anche di almeno un genitore per i bambini delle elementari e medie; questo ha permesso nel corso dei mesi di rinsaldare quel rapporto che spesso a causa dei ritmi di vita forsennati si rischia di perdere, sono stati moltissimi i momenti condivisi importanti e ognuno dei partecipanti al corso ha i suoi personali.
Molti hanno sottolineato che “il fare i compiti insieme” e la manualità, imparare a fare saldature e incollaggi, ha aiutato molto a recuperare un rapporto basato anche sul “fare insieme” e che spesso sono stati i bambini o ragazzi ad insegnare al genitore.

 

Infine il Drone autocostruito dai ragazzi, vuole rappresentare l’unione tra i valori della tecnologia posta al servizio dell’uomo come ad esempio sta avvenendo proprio in questi giorni nell’ambito della tragedia che ha coinvolto i cittadini del Nepal e dove i Droni si sono rivelati utilissimi per verificare le condizioni delle strutture dall’alto e studiare percorsi per portare i soccorsi alle persone che ne hanno bisogno anche in villaggi isolati.
Contrapposto, ad esempio all’uso del drone fatto per uccidere o bombardare. Una riflessione su queste tematiche chiuderà il corso.

L’invito di Ignazio ad essere creativi nell’educare e nell’insegnare credo abbia avuto una splendida incarnazione in questa iniziativa che ha coinvolto famiglie, bambini e ragazzi in un bellissimo percorso di crescita umana ed educativa e ci ha permesso di ibridare tecnologia e servizio.
Il corso sarà presto disponibile, gratis e con licenza Open Source, per tutti coloro che volessero trarne ispirazione o replicarlo in altre realtà educative e in ogni parte del mondo.

 

Milano. Al Leone XIII convegno internazionale sulla sostenibilità

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Papa Francesco ha fatto della sostenibilità un tema chiave: ne ha parlato alla Fao e nel messaggio per l’inaugurazione dell’Expo, ne parlerà all’Onu il 25 settembre e forse anche nella prossima enciclica. E i suoi confratelli gesuiti lo hanno ripreso, nelle loro scuole in Europa: dal 7 al 9 maggio se ne discuterà in un incontro internazionale – naturalmente a Milano, sede dell’Expo – che vedrà la partecipazione di studenti italiani, albanesi, maltesi, polacchi e ungheresi.

Il convegno, in programma allo storico istituto Leone XIII, prevede momenti di approfondimento e di scoperta: oltre alle relazioni sulle sfide dell’attuale modello di sviluppo alla sostenibilità ambientale, preparate dagli studenti stessi, ci saranno due visite all’Expo, una delle quali – sabato 9 maggio – in occasione della festa dell’Europa alla presenza di Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, e di Federica Mogherini, alto rappresentante Ue per gli affari esteri. Tra gli appuntamenti ci sarà anche una Messa (alle 19.30 di giovedì 7 maggio), al Leone XIII, aperta a tutti i partecipanti all’Expo.

Gli alunni dei gesuiti presenti al convegno – che si intitola “I gesuiti e la storia”, e che in ogni edizione approfondisce un argomento diverso – sono quelle di Gdynia (Polonia), Malta, Messina, Miskolc (Ungheria), Napoli, Palermo, Roma, Scutari (Albania), Torino e naturalmente Milano.

Per informazioni: Vincenzo Sibillo, Istituto Leone XIII, tel. 02 438502-1 – vincenzo.sibillo@leonexiii.it


Torino. Un gemellaggio nella capitale europea dello sport

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Non si tratta di una competizione sportiva, bensì di un vero e proprio “gemellaggio”, che sta diventando ormai un appuntamento consolidato tra le iniziative promosse dalla rete delle scuole della Compagnia di Gesù in Italia, in quanto per questi quattro giorni tutti i partecipanti all’iniziativa sono ospitati dalle famiglie della scuola che organizza l’evento (quest’anno il Sociale di Torino, anche perchè la Città, nel 2015, è Capitale Europea dello Sport), diventando così una preziosa occasione per vivere un’esperienza di apertura e di integrazione, nel segno della pedagogia ignaziana cui i nostri collegi ispirano il proprio agire.

I ragazzi di ogni delegazione, divisi in squadre miste composte da alunni provenienti da tutti i collegi, si sono cimentati per quattro giorni in una serie di competizioni sportive individuali e di squadra a larghissimo spettro (basket 3C3 e hitball, atletica, nuoto e rugby dimostrativo), all’insegna dell’amicizia e della collaborazione tra le scuole della rete di gesuiti Educazione.

“All’apertura dei giochi in Aula Magna”, racconta Leila, una partecipante di Torino, “sono state create le squadre e noi ragazzi siamo stati mescolati tra di noi, per evitare il più possibile la competizione tra scuole.Queste squadre rappresentavano le varie capitali dello sport degli anni passati, ognuna con colori diversi: i rossi rappresentavano Varsavia, i verdi Torino, i blu Madrid, i grigi Istanbul, gli azzurri Dublino e gli arancioni Stoccolma. I giochi sono ufficialmente iniziati con una partita molto avvincente di pallacanestro, i ragazzi si sono mostrati molto volenterosi di giocare e di vincere. Nella prima partita, nel girone dell’Est, Varsavia è arrivata prima, Istanbul seconda e Stoccolma terza, mentre nel girone Ovest Madrid è arrivata prima, Torino seconda e Dublino terza. Nella finale si sono sfidate con grande agonismo Varsavia e Madrid, Istanbul e Torino, Stoccolma e Dublino. Nella classifica finale Madrid si è aggiudicata il primo posto, Varsavia il secondo, Istanbul il terzo, Torino il quarto, Stoccolma il quinto mentre Dublino, purtroppo, il sesto e ultimo posto. Ma ognuno ha davvero fatto del suo meglio giocando con impegno e lealtà, ed è questa la cosa più importante e lo spirito di questa iniziativa!!!”

 

Milano. “I gesuiti e la storia”: convegno internazionale sulla sostenibilità

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Sabato 9 maggio, giornata della Festa dell’Europa, si è conclusa con una visita all’EXPO la XXXII edizione del convegno internazionale “I gesuiti e la storia“, che si era aperto mercoledì 6 maggio all’Istituto Leone XIII di Milano, scuola ospitante le delegazioni delle dieci scuole partecipanti, provenienti da Gdynia (Polonia), Miskolc (Ungheria), Scutari (Albania), Malta, Palermo, Messina, Napoli, Roma, Torino e Milano.

Il tema dell’edizione di quest’anno, “I gesuiti e la sostenibilità”, si lega perfettamente ai contenuti di EXPO 2015. Il Convegno prevedeva la presentazione di un lavoro di ricerca e di studio sul tema scelto, anche se, per la prima volta, gli Istituti non hanno presentato ciascuno una relazione singola: nei mesi scorsi, infatti, erano stati abbinati a due a due e dunque ogni intervento è scaturito dall’intesa, dalla collaborazione e dall’impegno congiunto di due scuole. I ragazzi hanno lavorato tenendosi in contatto mediante le moderne tecnologie.

La mattina di giovedì 7 maggio è stata dedicata alla sistemazione dei lavori preparati a distanza, mentre nel pomeriggio i convegnisti hanno goduto di una visita guidata alla basilica di Sant’Ambrogio. E’ seguita anche un’esperienza concreta di sostenibilità (in quanto tema del convegno) presso cinque supermercati Esselunga, dove ragazzi e docenti hanno svolto una colletta alimentare raccogliendo carrelli pieni di alimenti e prodotti  destinati alla mensa dei poveri del Corpus Domini. Dopo la S. Messa internazionale per le vittime del terremoto in Nepal, la serata conviviale e la festa delle delegazioni ha concluso la prima giornata.

Il venerdì 8 maggio, in sala Martini, alla presenza dell’on Stefano Dambruoso, Questore della Camera dei Deputati, dopo la lectio magistralis di padre Giacomo Costa SJ sul “cuore della sostenibilità”, è toccato  alle delegazioni mostrare il frutto del proprio lavoro: i cinque interventi hanno messo in luce tutto l’impegno dei gesuiti e dei loro collaboratori laici per sostenere situazioni di disagio e di difficoltà, per favorire una vita più giusta e solidale, dunque più sostenibile. I ragazzi hanno presentato ovviamente in Inglese i loro lavori, accompagnati da presentazioni multimediali.

“Questa nostra terra, così diversa e colorata”,  ha scritto p. Vitangelo Denora nel messaggio che ha inviato dal Kenya, “è un dono preziosissimo che va custodito! Contemplate la bellezza di questo mondo, affidato alle nostre mani di uomini, alla nostra cura… come avvenne il primo giorno del mondo quando Dio pose l’uomo in mezzo al giardino e disse “che bello!”. Sentite oggi questa bellezza affidata a voi e sentite in questo la grandezza della dignità dell’uomo, chiamato a custodire con rispetto ed amore”.

Al termine della mattinata, prima della visita all’EXPO, la prof.ssa Anna Sireci, responsabile del convegno, ha concluso i lavori annunciando la sede della XXXIII edizione del 2016: Torino e dunque l’Istituto Sociale!

 

Roma. Lettera agli studenti: “Il senso del silenzio davanti alla strage di Parigi”

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Carissimi Amici delle nostre Scuole,

Venerdì sera, la musica di un concerto, i cori dello stadio, le chiacchiere di ristoranti e luoghi di ritrovo sono stati improvvisamente e drammaticamente interrotti da mortali esplosioni di violenza, la cui notizia è subito entrata prepotentemente nelle nostre case e nelle nostre vite. Da allora, insieme allo sconforto, alla paura, alla rabbia, alla commozione, si sono susseguiti fiumi di parole, discussioni, dichiarazioni, servizi alla tv e sul web, collegamenti, dibattiti.

Penso che in questo momento farebbe bene a tutti noi fermarci un momento e contrastare tutto questo “rumore” con un po’ di silenzio; non un silenzio “passivo”, sterile, ma un silenzio anzitutto denso di preghiera: Preghiamo sicuramente per le vittime, moltissime molto giovani, poco più grandi dei nostri ragazzi liceali. Preghiamo per le loro famiglie, per i loro amici e i loro cari. Ma preghiamo anche per tutte le morti violente in molti altri attentati che negli ultimi tempi stanno insanguinando il mondo. Preghiamo per i nostri governanti e per coloro che hanno delle responsabilità, affinché sappiano trovare strategie costruttive per risolvere efficacemente le tensioni, i problemi e le ingiustizie che affliggono Paesi e Culture diverse nel mondo e dalle quali nasce questa esplosione di violenza e “guerra a pezzetti”, come l’ha chiamata Papa Francesco. Proviamo anche a pregare affinché tutto l’odio cieco che i ragazzi (anche loro poco più che ventenni), autori materiali di questi gesti disumani, portavano nel cuore e che alberga ancora in molte altre persone nel mondo possa non solo attenuarsi, ma trasformarsi presto in una forza di pace e di fratellanza.

Per tutti questi motivi, credo sia importante cogliere l’invito del Ministro Giannini a fare in tutte le nostre scuole, nella giornata di lunedì 16 novembre, un minuto di silenzio e di raccoglimento.

Ma il silenzio, oltre che per pregare, è anche occasione per riflettere. Ci dobbiamo impegnare a parlare con i nostri ragazzi e a riflettere come suggerisce il Ministro: «Le nostre scuole, le nostre università, i nostri centri di ricerca sono il primo luogo dove l’orrore può essere sconfitto, a diversi livelli di consapevolezza, che resta l’antidoto più efficace di fronte alla violenza e a questa guerra senza frontiere e senza eserciti. I nostri ragazzi – prosegue il ministro – hanno il diritto di sapere, di conoscere la storia, di capire da dove nasce ciò che stiamo vivendo in queste ore. Il nostro patrimonio di valori può essere difeso solo se le nuove generazioni sono aiutate a uscire dall’indifferenza. Non possiamo cambiare `canale´ davanti a queste immagini di morte. Dobbiamo parlarne con i nostri studenti e aiutarli a capire che c’è e ci potrà sempre essere un principio di ricostruzione della nostra identità in cui credere e riconoscersi. E dobbiamo aiutarli a rifiutare, oggi più che mai, qualsiasi tentazione xenofoba o razzista».

Al centro del nostro silenzio e delle nostre riflessioni, non deve esserci però solo un tentativo di “capire”, ma forse in questa occasione, proprio nel silenzio, è importante chiederci: noi, concretamente, nel nostro “piccolo”, che cosa possiamo fare?

Come scuole, di fronte agli eventi terribili e violenti delle ultime ore, non possiamo che riscoprire e convincerci sempre di più dell’importanza dell’educazione, affinché i nostri bambini e ragazzi possano vivere ed impegnarsi efficacemente nella costruzione di un mondo migliore, fondato su veri valori di giustizia e di pace.

Infatti credo che proprio noi che viviamo nel mondo della scuola abbiamo l’opportunità di cogliere la più importante e più preziosa delle sfide che ci vengono lanciate in situazioni come queste. La sfida è proprio quella educativa, cioè di convincerci davvero a fondo dell’importanza di investire nell’educazione con più vigore che mai, di lavorare ogni giorno perché i nostri bambini e ragazzi, che erediteranno domani questo mondo di oggi, possano crescere con dei valori sani, solidi, di fratellanza, di pace e di giustizia. Le nostre scuole sono un luogo privilegiato per fare in modo che i protagonisti di domani abbiano la voglia e le capacità di impegnarsi attivamente per fare del mondo un posto migliore. Credo che davvero la “sfida educativa” di cui spesso si parla, possa trovare in situazioni come queste un volto molto concreta. È da questo che, in un’ora di riflessione che il Ministro ha chiesto di accompagnare al minuto di silenzio in tutte le scuole, si potrebbe partire per cercare di dare un seppur minimo senso a tutte le vite umane ingiustamente e innocentemente spezzate la notte di venerdì scorso.

Questi eventi ci mostrano come la violenza, l’odio, la guerra non risolvono proprio nulla. Questi atti disumani cercano di toglierci la cosa più bella che abbiamo: la bellezza dell’essere uomini. Hanno colpito proprio nella quotidianità e nei momenti più semplici e piacevoli della vita: lo sport, la musica, la cena, lo stare insieme con gli amici. Ma di fronte ad essi in queste ore, comunque, può farsi strada un senso di disfatta, di non speranza, di chiusura. Ma proprio in questo momento siamo chiamati ancora di più a vincere la tentazione della sfiducia e della chiusura e a costruire un mondo di pace, di solidarietà, di fratellanza, lavorando per la giustizia nel mondo, in tutto il mondo.

Forse così, facendo ciascuno la sua parte, riusciremmo a fermare il rumore assordante della violenza, dell’odio, della guerra e contribuire a far crescere il meno roboante ma ben più prezioso germe dell’amore e della pace, che in fondo è il cuore del messaggio evangelico cristiano.

Auguro di cuore a tutti e a ciascuno che riusciamo presto, nei nostri cuori, nelle nostre vite, sui tavoli della politica internazionale e nel mondo, a passare dal dolore e dal buio della paura e della morte all’impegno umile e operoso della pace e dell’Amore.

P. Vitangelo

 

Torino. “Raccontare il bello della scuole paritarie”: Denora presidente FIDAE Piemonte

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L’assemblea elettiva della FIDAE interregionale del Piemonte e della Valle d’Aosta, che si è svolta il 31 ottobre a Torino, ha eletto come presidente padre Vitangelo Carlo Maria Denora SJ. La FIDAE (Federazione Istituti di Attività Educative), fondata a Roma nel 1945, è una federazione di Scuole Cattoliche primarie e secondarie, promossa dalla “Congregazione per l’Educazione Cattolica, la scuola e l’università” del Vaticano e riconosciuta dalla Conferenza episcopale Italiana.

Padre Vitangelo, 46 anni, dal 2007 è rettore dell’Istituto Sociale di Torino e dal 2011 è gestore anche del Leone XIII di Milano. Dal 2010 è delegato per i collegi dei gesuiti per la Provincia d’Italia e di Albania, dal 2014 presidente della Fondazione gesuiti Educazione, che unisce i sei collegi italiani e quello di Albania, e rappresentante della rete delle scuole di Fe y alegría Italia. Nato a Napoli, da una famiglia di notai, è cresciuto a Bari, dove ha studiato in una scuola dei Padri gesuiti.

Dopo la laurea in Giurisprudenza è entrato nella Compagnia di Gesù, dove si è fin da subito dedicato all’educazione e alla formazione dei giovani, con particolare attenzione a quelli che vivono in condizioni di disagio. I suoi anni di studio – sia quelli universitari sia quelli per diventare gesuita – sono stati accompagnati dal servizio nelle periferie delle grandi città (soprattutto con bambini, immigrati e persone senza fissa dimora), impegno che ha continuato anche quando ha iniziato l’attività di educatore: ha seguito progetti contro la dispersione scolastica a Scampia, ha coordinato e tuttora segue delle case famiglia per minori abbandonati a Sighet in Romania.

In qualità di formatore degli insegnanti collabora da diversi anni con vari centri di formazione (in particolare il Cefaegi in Italia ed il CEP in Francia).

P. Denora ha affermato che il primo impegno sarà quello di creare in umiltà una continuità con il lavoro già svolto in precedenza, cercando di creare nuove sinergie e collaborazioni, per far crescere e sviluppare il ruolo delle scuole cattoliche piemontesi e valdostane.

“Ci sono tante cose belle che succedono nelle nostre scuole paritarie, dobbiamo insieme riuscire a raccontarle e a far capire alle Istituzioni e alla nostra gente il grande apporto della scuola paritaria al nostro paese. Lo dobbiamo alla tradizione delle nostre scuole e lo dobbiamo ai nostri giovani e al loro futuro” ha dichiarato il padre Denora.

“Il mio ringraziamento va a suor Cia per i tanti anni di sua presidenza competente e generosa della FIDAE Piemonte e Val d’Aosta e al nostro caro Arcivescovo che ci sostiene nel nostro impegno di scuole ed educatori cristiani  con determinazione e profezia, rilanciando sempre il senso di una comune missione tra scuole statali e paritarie a cui i tanti dibattiti pregiudiziali non sono di aiuto” ha concluso il neo presidente della FIDAE Piemonte.

 

Milano. Didattica e tecnologia, successo per Tablet School al Leone XIII

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Più di 900 studenti, famiglie e docenti, infatti, sono arrivati da tutto il nord Italia per seguire i 22 laboratori didattici che mostrano casi concreti di come un sapiente utilizzo delle tecnologie possa contribuire efficacemente allo sviluppo delle competenze disciplinari: dal curriculum mapping alla flipped classroom, dai video tutorial alla penna 3D, dagli ebook alle app.

Tablet School è una giornata organizzata da Impara Digitale e dedicata alla riflessione, alla presentazione e allo scambio di concrete proposte didattiche disciplinari, per ogni ordine e grado di scuola, nelle quali la centralità dell’apprendimento viene facilitata dall’utilizzo della tecnologia.

Insieme ai laboratori – dichiara la prof.ssa Argenti, referente per le nuove tecnologie nelle nostre scuole – quest’anno l’evento è stato arricchito dalla presentazione della startup Rokivo, modello di innovazione tecnologica, e dalla simulazione di un colloquio di lavoro da parte di McKinsey. E’ stato inoltre presentato il Curriculum Mapping, il nuovo ambiente web per supportare i docenti nella didattica per competenze, realizzato da ImparaDigitale in collaborazione con Fondazione Telecom Italia, a cui stanno partecipando in via sperimentale anche alcune scuole della rete gesuiti Educazione”.

Il Leone, oltre ad ospitare l’evento, è stato presente con due laboratori, uno condotto dalla prof.ssa Elisabetta Biella sulla flipped classroom per greco e latino, uno condotto dai ragazzi di StudentsOnStage, che presentavano la loro piattaforma e l’esperienza del concorso Think for Social promosso da Fondazione Vodafone.

Hanno partecipato alla giornata anche una classe del Liceo Scientifico dell’Istituto Sociale di Torino e i responsabili delle nuove tecnologie delle nostre scuole di Torino e Roma.

La tecnologia, che accompagna ormai le nostre vite – conclude la prof.ssa Argenti – è stata per un giorno occasione di incontro, condivisione, confronto e riflessione comune su quanto ci sta più a cuore: la crescita di tutta la nostra comunità educante”.

E il 23 gennaio 2016 una nuova edizione di Tablet School sarà ospitata dal nostro Istituto CEI di Palermo. Maggiori informazioni sul sito di Impara Digitale.

Torino e Milano. Diamo i numeri… e non solo!

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Villa Gressoney

Il progetto, che vede coinvolti l’Istituto Sociale di Torino e il Leone XIII di Milano nell’ottica sempre più ampia di lavori in rete e di collaborazione tra le scuole ignaziane, ha per protagonisti un gruppo di  studenti scelti tra le classi terze della Scuola Secondaria di I Grado e delle classi prime del Liceo, selezionati tra quanti abbiano dimostrato particolare attitudine per la Matematica, ma che si siano distinti anche per i buoni risultati  in un solido curricolo scolastico complessivo e – non ultimo – per il proprio atteggiamento e la qualità del proprio stare a scuola.

L’iniziativa, oltre ad avere una valenza didattica forte (si confrontano “in verticale” all’interno di uno specifico ambito disciplinare, ragazzi di due plessi diversi, la scuola media e il liceo scientifico), rappresenta un momento educativo particolarmente importante in quanto offre ai ragazzi l’opportunità di sapersi confrontare con coetanei di un’altra realtà scolastica ignaziana che condividono una matrice pedagogica comune.

Le attività proposte sono prevalentemente giochi logico-matematici, strutturati in una sorta di percorso / competizione piuttosto impegnativo, che richiede condizioni di lavoro efficace e sereno, tali da aiutare i ragazzi a concentrarsi sulle attività proposte e vivere questa esperienza particolare in un ambiente extra scolastico. E’ per questo motivo che, come nelle precedenti edizioni, si è scelto di svolgere il progetto nella magnifica cornice di Gressoney St. Jean, presso la Villa Belvedere del Leone XIII, in un contesto che garantisce un clima di serena concentrazione, ma anche di piacevole condivisione e convivialità.

Lavori di gruppo, quesiti di matematica su numeri, geometria e logica hanno impegnato le ragazze e i ragazzi partecipanti per tre giorni interi. Martedì mattina, dopo i lavori di gruppo, i ragazzi hanno fatto una passeggiata nel centro di Gressoney e, dopo un intenso pomeriggio di lavoro e l’ottima cena, si sono cimentati in una caccia al tesoro matematica! Mercoledì mattina è stata la volta della gara individuale, con relativi vincitori.

Roma. L’Hangout di Natale delle scuole: “Non combattete, per favore!”

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Quest’anno, tuttavia, il clima natalizio è stato sicuramente adombrato dalla tristezza e dalla preoccupazione per il dilagare della violenza nel mondo e della “guerra a pezzetti” (come la chiama papa Francesco). Ciascuna scuola, durante il collegamento del primo dicembre, ha pertanto inviato i suoi auguri di Natale proponendo dei video, delle testimonianze, degli spunti di riflessione e di preghiera sui temi dell’accoglienza, della pace e del dialogo, alla luce degli attentati di Parigi, ma anche del viaggio del papa in Africa.

“Disarmiamo gli armamenti disarmati di un cuore. La pace è la soluzione di ogni conflitto”. Questo il tema del video realizzato dal CEI di Palermo. I bimbi del Sociale di Torino, invece, con dei disegni hanno rivolto il loro appello ai grandi della terra: “Non combattete, per favore!”. I più grandi dei Licei, invece, hanno letto il testo di Antoine Leiris, la cui moglie è stata ammazzata al Bataclan di Parigi: “Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una battaglia persa.

Dal Leone XIII di Milano ogni scuola, dai piccoli della Primaria ai grandi del Liceo hanno presentato la loro visione e speranza di pace, mentre dall’Albania i ragazzi hanno testimoniato in diretta come nella loro scuola (cattolica, dei Padri gesuiti) convivano felicemente e pacificamente giovani di religioni ed etnie diverse.

“Vogliono farci credere che, senza religioni e senza i valori della fede, il mondo sarebbe migliore e più bello” ha affermato padre Vitangelo Denora nel suo messaggio conclusivo. “Ma, secondo me, non è così, è un inganno! Anzi, senza le religioni il mondo sarebbe peggiore, più triste, più brutto. Il Natale ci invita a scommettere e a spendere la nostra vita per l’amore, per la pace, per l’umanità. E questo ci avvicina, superando guerre, violenze, incomprensioni. Riscopriamo la bellezza della fede e dell’Amore, che ci rende più “uomini” e soprattutto persone migliori, poichè, in fondo, come dice un proverbio “el mundo es un pañuelo“.

 

 


Palermo. Il CEI cambia nome e governance

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CEI

L’operazione si è resa necessaria oltre che per il fatto che le Ancelle del Sacro Cuore sono uscite dall’Associazione, anche per adeguare la scuola alle linee generali della Fondazione gesuiti Educazione e ottimizzarne la gestione. Ogni scuola della rete è in cammino per distinguere in maniere chiara le linee strategiche e programmatiche (presidenza e consiglio di amministrazione) da quelle più operative
(direzione e amministrazione).

Il giorno 10 dicembre è stato definito il nuovo consiglio di amministrazione: p. Claudio Barretta (presidente), p. Vitangelo Denora (vicepresidente e delegato del provinciale per l’apostolato educativo), p. Gianni Notari (oggi parroco a Catania), dott. Andrea Dioguardi (revisore delle opere della provincia), dott. Mario Palumbo (imprenditore nell’editoria scolastica).

P. Francesco Tata è stato confermato come direttore della Scuola, mentre il dott. Antonio Coluccia è stato nominato responsabile dei servizi generali e amministrativi.

Palermo. Al Gonzaga i symposia dei Licei

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Nel dettaglio, al biennio questa settimana, chiamata CieiScience – una settimana di scienza in inglese, più visita di istruzione alle Madonie – è stata una “immersione scientifica” utilizzando la lingua internazionale della scienza, l’inglese, grazie alle risorse umane che le scuole della rete mondiale dei gesuiti offrono, unitamente alle risorse naturali della Sicilia. I ragazzi, dopo una giornata di presentazione generale dell’esperienza lunedì 11 gennaio, da martedì 12 a venerdì 15 hanno lavorato in i due gruppi misti di primo e secondo anno per quattro giorni intensivi. Le quattro giornate della settimana sono state suddivise in due blocchi da due giorni: per ogni blocco, un gruppo è rimasto a scuola ad applicarsi in esperimenti scientifici in laboratorio, mentre l’altro gruppo è stato in visita al Parco delle Madonie per una esperienza di approfondimento geologico condotta dal naturalista Antonio Mirabella, tra ricerche botaniche, geologiche e passeggiate notturne nel bosco.  Il secondo gruppo che si è recato alle Madonie, ha anche avuto il privilegio di effettuare una visione telescopica delle stelle grazie a una notte particolarmente tersa: col telescopio galileiano i ragazzi hanno osservato la superficie lunare, mentre con quello newtoniano la nebulosa M43 in Orione.

I ragazzi del triennio, invece, hanno approfondito la conoscenza di sé in una settimana relativa a un tema specifico per ogni anno. Per i ragazzi del terzo anno si è trattato del Bibliodramma, cioè l’applicazione di tecniche attive psicodrammatiche a passi biblici.

I ragazzi del quarto anno, invece, si sono affrontati in una disfida di Debates, riprendendo una antichissima tradizione dei gesuiti, i quali nel ‘600 mostravano presso le corti dei regnanti di Europa le potenzialità dell’arte retorica. Seguendo l’esempio del mondo anglosassone, gli studenti, suddivisi in 11 squadre miste di cinque o sei partecipanti, si sono sfidati in un torneo logico-retorico-dialettico, confrontandosi a colpi di argomenti su ambiente, giustizia e rapporto scienza e fede.

Infine, per gli studenti del quinto anno è stato offerto un Simposio di ermeneutica, più la redazione del “curriculum dello studente”. I ragazzi, divisi in tre gruppi, hanno lavorato su testi che saranno poi portati all’esame di maturità, integrando così il programma dell’anno di italiano e filosofia con letture che impattano anche la sfera religiosa.

Palermo. Al Gonzaga la prima edizione di Tablet School in Sicilia

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Oltre 1.300 partecipanti, di cui la metà docenti e dirigenti scolastici, provenienti da più di 250 scuole di tutta la Sicilia, si sono confrontati con  600 studenti, partecipando a 23 laboratori, scambiandosi opinioni e simulando lezioni, esperimenti, attività digitali per dimostrare come l’introduzione delle tecnologie nella scuola e nella didattica quotidiana possa migliorare significativamente gli apprendimenti.

L’evento, il primo in Sicilia, è stato ospitato proprio dall’Istituto Gonzaga, che da alcuni anni, insieme anche alle altre scuole della rete gesuiti Educazione, ha introdotto le tecnologie nella scuola, prima attraverso le LIM e la multimedialità, ora con tablet, app e strumenti ancora più d’avanguardia.

«La tecnologia – ha spiegato padre Eraldo Cacchione, preside dell’istituto Gonzaga di Palermo – è entrata a far parte dalla scuola da sempre, dai tempi della pietra al digitale. Siamo in una fase di maturità del periodo digitale della scuola. Con l’esperienza di ImparaDigitale abbiamo imparato che le cose cambiano sotto i nostri occhi. Il tablet, ad esempio, ha cambiato la concezione della didattica, ponendo al centro lo studente, scombinando un mondo, quello della scuola, che è molto lento a cambiare, costringendolo a guardarsi intorno».

«La tecnologia – continua padre Cacchione – aiuta gli insegnanti anche a trovare strategie didattiche più funzionali per la propria materia e stimola la collaborazione con gli studenti, che non sono più destinatari di una lezione frontale, ma sono anche coinvolti nel processo di preparazione ed evoluzione della lezione».

Attraverso i 23 laboratori i Docenti che utilizzano la tecnologia hanno condividono, con una simulazione pratica del metodo, la propria esperienza con altri docenti e studenti. In ogni aula era presente un laboratorio della durata media di 45 minuti, che è stato ripetuto su più turni per dare la possibilità ai numerosissimi partecipanti di assistere attivamente in piccoli gruppi a più laboratori spostandosi da un’aula all’altra.

Un grande successo che dimostra l’attenzione del mondo della scuola alle nuove tecnologie e che rappresenta per l’Istituto Gonzaga un punto di forza significativo.

Messina. Formare i nuovi docenti alla pedagogia ignaziana

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Proprio per questo il Centro di Formazione Cefaegi organizza e conduce annualmente un “Seminario propedeutico per i docenti di recente assunzione”.

Dal 27 al 30 gennaio si è svolta la prima tappa di questo seminario propedeutico per il 2016 che è stato un po’ speciale per la novità della sede! Il gruppo infatti si è ritrovato a Messina, ospite del Collegio S. Ignazio. Questo ha favorito la partecipazione di un buon numero di docenti soprattutto da Messina e da Palermo e ha consentito ai docenti delle scuole del nord di conoscere una realtà dinamica, vivace e interessante.

Nei questionari di valutazione compilati dai partecipanti al termine del percorso di formazione risultano sempre particolarmente apprezzati soprattutto i numerosi momenti laboratoriali, in quanto favoriscono l’ascolto e lo scambio di esperienze, ma anche il prendere coscienza della connessione profonda fra l’esperienza spirituale di Sant’Ignazio, trasmessa attraverso gli Esercizi Spirituali, e la sua declinazione “concreta” nella pedagogia. Anche per l’équipe che ha condotto il seminario i lavori dei partecipanti sono sempre molto arricchenti, in quanto, pur avendo una traccia comune, vengono vissuti ogni volta in modo nuovo e diverso.

Milano. Convenzione con Intesa Sanpaolo per prestiti agli studenti

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La convenzione, siglata dal Presidente della Fondazione padre Vitangelo C.M. Denora SJ e dal responsabile della Direzione Marketing di Intesa Sanpaolo Andrea Lecce, permette l’accesso al credito, fino ad oggi concesso unicamente agli studenti delle Università, anche alle famiglie degli allievi delle scuole superiori che fanno capo alla Fondazione.

“PerTe Prestito Con Lode” è pensato per garantire il diritto allo studio agli allievi di particolare talento in famiglie con temporanee difficoltà o capacità economiche più limitate. Il nuovo prodotto si articola in due fasi: l’apertura di credito su conto corrente e la concessione del finanziamento a tassi fissi agevolati. La richiesta di prestito viene presentata dal genitore (o tutore) e confermata dalla scuola. La concessione del prestito avviene mediante erogazioni annuali; quelle successive alla prima tranche sono subordinate al raggiungimento da parte degli studenti dei requisiti di profitto negli studi.

Il nuovo “PerTe Prestito Con Lode” è uno strumento unico nel suo genere per come è stato costruito e, a livello nazionale, non ha prodotti paragonabili e si pone come uno dei migliori anche a livello internazionale grazie alle sue opzioni di flessibilità adattandosi alla situazione lavorativa odierna delle famiglie.

L’operazione è stata realizzata anche con il supporto del Gruppo Be nell’ambito dei suoi programmi di Corporate Social Responsibility.

“PerTe Prestito Con Lode” prevede:

  • Importo massimo: € 40.000 per ogni singolo prestito
  • Fondo di rotazione totale di € 2.000.000
  • Flessibilità del piano di rimborso e possibilità di ammortamento in 15 anni
  • Nessuna richiesta di garanzie bancarie

Grazie alla disponibilità di Intesa Sanpaolo e alla sua lungimiranza – afferma padre Vitangelo Denora SJsi crea un’opportunità per tutte quelle famiglie che, pur desiderando iscrivere i propri figli in uno dei nostri istituti, finora non lo hanno fatto perché gravati dal peso dell’incertezza economica. È un altro passo nel cammino che la Fondazione sta facendo nella direzione indicata da Papa Francesco, che ci ha chiesto di aprire il più possibile le porte delle nostre scuole. La convenzione con Intesa Sanpaolo si aggiunge infatti all’iniziativa Giovani, leadership e futuro che, attraverso una serie di eventi, finanzia dal 2014 borse di studio per alunni meritevoli, figli di famiglie meno abbienti. Il desiderio è che questa convenzione sia solo un inizio; la Fondazione gesuiti Educazione si impegnerà infatti perché tali opportunità possano essere estese a tutti gli alunni di talento del nostro Paese”.

Sottolinea Andrea Lecce: “Il punto di forza di questa convenzione è sostenere le famiglie nello sforzo di far proseguire gli studi ai propri figli. Intesa Sanpaolo è a disposizione delle nuove generazioni per investire nella loro educazione, formazione e crescita poiché la fiducia nei giovani è fiducia nel Paese. Per accedere al finanziamento la famiglia non ha bisogno di garanzie particolari ma solo dell’impegno dei propri figli nello studio”.

Stefano Achermann, amministratore delegato del Gruppo Be, ha commentato: “Abbiamo cercato di avvicinare il mondo della finanza a quello educational. In particolare l’interazione virtuosa tra mondo bancario e sistema formativo che favorisce e premia le migliori potenzialità e risorse, è uno dei punti qualificanti per portare l’Italia a essere davvero competitiva sui mercati internazionali ed è una garanzia per il futuro del nostro stesso Paese.”

Per informazioni:

Fondazione gesuiti Educazione
Unità Fundraising
Tel. 39 02 86352305
gesuitieducazione.conlode@gmail.com

Intesa Sanpaolo
Servizio Rapporti con i Media
+39 0287962642
stampa@intesasanpaolo.com

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