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Milano. Premiato il progetto del Leone XIII

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Come molti sapranno, la Legge 107/2015, meglio conosciuta come “La Buona Scuola”, prevede l’obbligo dell’alternanza scuola-lavoro per tutti gli studenti del Triennio delle Scuole Superiori, che si può svolgere in aula (impresa simulata)  o sotto forma di stage presso aziende.

In questo contesto, l’Istituto Leone XIII di Milano ha agito subito da protagonista, coinvolgendo un gruppo di studenti ed ex studenti dei Licei, guidato dalla prof.ssa Francesca Argenti, che ha realizzato il portale www.studentsonstage.it, online e pienamente funzionante da febbraio.

E’ stato possibile realizzare questa vera e propria “impresa” grazie a un grant iniziale di 30.000 euro vinto nell’ambito del concorso Think for Social promosso dalla Fondazione Vodafone.

StudentsOnStage, che ha anche ottenuto il plauso del Ministero dell’Istruzione e di Assolombarda, mette in contatto aziende, scuole e studenti per l’organizzazione di stage lavorativi, offrendo a ciascun soggetto i migliori strumenti per affrontare questa sfida in modo semplice e proficuo. Il portale è funzionante dal febbraio scorso e sta già ricevendo numerose iscrizioni di studenti, scuole e aziende. L’ideazione del portale è tuttavia stata accompagnata dalla stesura dettagliata del progetto, dal piano di budget e da una campagna di comunicazione, tra cui un video di presentazione.

E’ un bell’esempio di come un gruppo di giovanissimi studenti, nell’ambito di un progetto nato e seguito da un’istituzione scolastica, crea una vera impresa e compete con il mondo professionale. I giovani studenti imprenditori hanno lanciato una vera campagna di sensibilizzazione per far conoscere le opportunità offerte dal nuovo portale.

Le tappe di questo progetto risalgono a più di un anno fa. Infatti venerdì 22 maggio 2015 il progetto “Students on Stage” del Leone XIII era stato selezionato tra i 20 finalisti di circa 430 progetti partecipanti al concorso Think for Social, promosso da Fondazione Vodafone e POLIMI. Passata anche  l’ultima dura selezione, Student on Stage si è quindi successivamente classificato tra i primi 10 concorrenti ed era stato presentato la scorsa estate al Festival dell’Economia, in corso in quei giorni nel capoluogo trentino, nonchè il 17 novembre anche presso Palazzo Giureconsulti di Milano nel corso di una Giornata di Studio promossa dal Premio Sapio e dedicata ai temi dell’Industria e dell’Innovazione.

Ed ora, finalmente, la bella notizia della vittoria finale, anche se, passato il tempo dei festeggiamenti, come è stato detto alla premiazione dal membro della giuria Stefano Mainetti (PoliHub): “Da oggi si inizia sul serio… preparatevi a mangiare VETRO!”.

I ragazzi del progetto, infatti, dovranno proseguire con l’attuazione del piano di sviluppo già elaborato: Road Map 2016-2018, Business Plan, SROI (Social Return of Investment), SWOT (Strengths-Weaknesses-Opportunities-Threats) Analysis.

Nel frattempo… tanti complimenti ragazzi per i traguardi fin qui raggiunti con competenza, passione e un ottimo lavoro di squadra! Un ringraziamento speciale alla prof.ssa Francesca Argenti, che li ha guidato e sostenuti con grande entusiasmo in ogni fase del lavoro.

• Guarda il VIDEO DI PRESENTAZIONE DEL PROGETTO

 

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Roma. Al Massimo è partito Crowd4Africa: diamo una mano a chi non ce l’ha!

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I ragazzi del Liceo dell’Istituto M. Massimo di Roma, rispondendo in modo brillante alla chiamata di papa Francesco a “partecipare (nelle scuole) a varie attività che li abituino a non chiudersi in loro stessi o nel loro piccolo mondo, ma ad aprirsi agli altri, specialmente ai più poveri e bisognosi, a lavorare per migliorare il mondo in cui vivono”, hanno realizzato la campagna di crowdfunding (raccolta fondi) Crowd4Africa, con il supporto di un team di genitori volontari, di professioni e il coinvolgimento attivo anche di tanti loro compagni di scuola più piccoli.

I destinatari ultimi di questo progetto sono due realtà africane (il Lacor Hospital in Uganda e il centro Caritas congolese per gli ambulatori distribuiti sul territorio di Kenge in Congo), che riceveranno un sistema composto da stampanti 3D, tritatori, estrusori, computer etc. e saranno così in grado di produrre autonomamente protesi di arti umani e “ricambi” vitali. Queste protesi vengono realizzate grazie a stampanti 3D, utilizzando come materia prima dei tappi e dei contenitori di plastica riciclati. I tappi di plastica infatti vengono triturati, dalla poltiglia viene estruso il filo di plastica, si sceglie quindi il disegno dell’oggetto da stampare e lo si realizza con la stampante 3D. Al di là dell’utilità del prodotto e dell’abbattimento del costo di realizzazione, l’impatto anche simbolico è straordinario: gli “scarti” e i “rifiuti” plastici della nostra società, grazie a questa tecnologia innovativa e relativamente accessibile, si trasformano in strumenti che ridonano vita e speranza a persone mutilate o disabili in paesi fortemente disagiati e poveri.

Il crowdfunding è organizzato da 15 ragazzi dai 15 ai 17 anni del corso gratuito “For 3D world”. I ragazzi sono assistiti da 20 professionisti volontari provenienti dal mondo dell’industria, dell’università, della scuola, della sanità.

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La campagna è supportata anche dal corso gratuito “Making 3D Printers” finalizzato ad insegnare la progettazione in 3D e la costruzione di una personale stampante 3D. Il corso è frequentato da 69 ragazzi dagli 8 ai 15 anni e da 40 genitori. Proprio i partecipanti a questo corso hanno messo a punto il sistema di produzione, costruendo le stampanti 3D e imparando a progettare in 3D. In questo modo i ragazzi acquisiscono anche conoscenze, tecnologie e competenze innovative e particolarmente richieste dal mondo del lavoro.

“Attraverso Crowd4Africa daremo una mano a chi non ce l’ha”, ha commentato un partecipante al progetto con una battuta che però nasconde una grande verità. “Grazie alle protesi che si potranno realizzare con questa tecnologia, bambini africani senza una mano potranno ad esempio riprendere a mangiare, lavarsi, vestirsi autonomamente, a prendere una palla, giocare e andare in bicicletta”.

“Non possiamo pensare di educare i nostri ragazzi qui in Italia – ha concluso padre Giovanni La Manna, Rettore dell’Istituto Massimo – dimenticandoci del resto del mondo”. Questa bella sfida e questo progetto è un grande aiuto materiale ed umano sia per l’Africa che per noi in Europa!”

• Visita il sito dell’iniziativa: http://www.crowd4africa.org
• Iscriviti alla pagina Facebook di Crowd4africa
• Guarda il video del progetto
• Guarda il servizio del TG1 sul progetto

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Roma. Fe y Alegria: l’Italia entra nella Federazione Internazionale

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La domanda di ingresso, sottoscritta dal Provinciale d’Italia e Albania, padre Gianfranco Matarazzo, è stata presentata dal Presidente della Rete Fe y Allegria Italia, nonché Delegato per le scuole d’Italia e Albania, padre Vitangelo C.M. Denora e approvata nel corso della XXXI edizione dell’Assemblea generale della Federazione internazionale delle scuole di Fe y Alegria, tenutasi in Bolivia dal 4 al 11 Aprile, nel corso della quale si è anche festeggiato il Cinquantesimo anniversario del movimento.

A questo grande meeting internazionale hanno partecipato circa rappresentanti provenienti da 21 Paesi diversi, tra cui Paesi dell’America Latina, Caribe, Europa e Africa.

Sono state giornate di riflessione e lavoro comune sia sulla rete, come modello organizzativo dell’azione comune delle Scuole nel mondo, sia sulle principali sfide da affrontare per rendere sempre più efficace l’azione di Fe y Alegria nel mondo, nel portare la scuola “donde acaba el asfalto”.

Proprio durante l’Assemblea generale, padre Denora ha presentato all’Assemblea la realtà della rete delle scuole italiane Fe y Alegria e la richiesta di ingresso nella Federazione internazionale. La richiesta è stata accolta con gioia e l’intera Federazione internazionale ha quindi celebrato l’ingresso dell’Italia come 21° paese aderente.

Si tratta indubbiamente di una tappa importante di un cammino durato tanti anni e di tante persone che, con tenacia ed entusiasmo, hanno creduto in questa impresa e tutt’oggi ci credono, investendo tempo ed energie in sempre più ambiziosi ed entusiasmanti progetti futuri!

Roma. Ecologia integrale e crescita della persona

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Si è trattato indubbiamente di una bella sfida, soprattutto a questo punto dell’anno scolastico per una ventina di docenti dei Collegi si sono ritrovati a Roma. Grazie al contributo di padre Giacomo Costa il tema è stato l’occasione per un approfondimento dell’Enciclica di papa Francesco Laudato Si’ e per una sua “rilettura” in chiave ignaziana e pedagogica, trattandosi di un seminario per docenti delle nostre scuole. Si è quindi ovviamente andati ben al di là di un semplice “commento”, in quanto il ritrovare gli elementi del Paradigma Pedagogico Ignaziano come  struttura portante dell’Enciclica ha offerto una chiave di interpretazione più profonda e più vicina all’essere docenti della Rete.

Parlare di “Ecologia integrale” è stimolo e incoraggiamento per l’agire e, nello stesso tempo, sottolinea il confronto quotidiano con e su messaggi che spesso vanno in direzioni completamente diverse.

L’incontro con il Direttore del Centro Astalli e con alcuni operatori, tra cui Awase, un “rifugiato” dalla Somalia, è stato un altro momento esperienziale molto forte che ha segnato questi giorni toccando temi di solidarietà, integrazione, dialogo….

Anche la visita alle “camerette” di S. Ignazio, annesse alla Chiesa del Gesù, e la celebrazione eucaristica nei luoghi dove ha vissuto il fondatore della Compagnia, oltre ad un prezioso momento di spiritualità,  ha rappresentato un “ritorno alle origini” e un modo per rileggere le tematiche del Seminario e dell’ecologia proprio in ottica ignaziana.

La riflessione è proseguita confrontandosi su come cercare e cominciare a trovare modi per veicolare questi valori attraverso la didattica e il contesto scolastico. Il Seminario, infatti, aveva proprio come suo scopo principale la riflessione (intesa in senso “ignaziano”), per trasformare le intuizioni profonde nella concretezza quotidiana del lavoro nella scuola, una elaborazione necessaria per passare da quello che si sta facendo a quello che si farà insieme, allo scopo di  educarci ed educare i nostri alunni ad uscire da prospettive individualiste e sperimentare la Gioia che si pone come punto di riferimento essenziale di discernimento e decisione.

Roma. Istituto Massimo: riciclo e solidarietà

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La rivista Tuttoscuola dedica ampio spazio all’articolo del prof. Fabrizio Olati, dell’Istituto Massimo, sul progetto “Crowd4Africa”, che coniuga progettazione di tecnologie ad impatto sociale (stampanti 3D per la produzione di protesi destinate ad alcuni ospedali africani), sostenibilità ambientale (le protesi vengono fabbricate con plastica riciclata), sostenibilità economica (la campagna di crowdfunding), competenze relazionali e sociali (collaborazione tra giovani e adulti, relazione tra genitori e figli).

Torino. Educare, come e perché: un convegno con Sorge e Bettazzi

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Il cinquantenario della approvazione della dichiarazione del Concilio Vaticano II sull’educazione cristiana ha offerto lo spunto e l’occasione per riflettere sulla sua attualità e, soprattutto, sulla centralità dell’azione educativa nella società contemporanea. Padre Vitangelo C.M. Denora SJ, delegato della Compagnia di Gesù per le scuole d’Italia e Albania, in qualità di Presidente della FIDAE Piemonte e Valle d’Aosta, ha fatto gli onori di casa ai numerosi ospiti partecipanti e alle autorità intervenute. Dopo i saluti iniziali e un breve intervento di Piero Fassino, Sindaco di Torino nonchè ex-alunno del Sociale, due “testimoni” del Concilio, monsignor Luigi Bettazzi (Vescovo emerito di Ivrea) e padre Bartolomeo Sorge SJ, hanno presentato delle brillanti e sferzanti riflessioni sul tema dell’educazione e sulle loro esperienze personali.

“Dopo 50 anni”,  ha commentato Bettazzi, “lo Spirito Santo ha mandato un Papa che, anche se non cita di frequente esplicitamente il Concilio, lo vive profondamente e cerca di farlo vivere. Segno che i tempi sono maturi per capire bene e attuare la visione profetica del Vaticano II, anche riguardo all’educazione”.

Padre Sorge, ripercorrendo e rivivendo con immagini vivide i suoi anni e la sua esperienza alla Scuola di Formazione Politica di Palermo durante gli anni più difficili della lotta alle mafie, ha evidenziato tre criteri educativi fondamentali della Gravissimum Educationis, da attuare ancora oggi: insegnare ai giovani che non siamo fatti per bastarci da soli, ma che siamo fatti “per darci la mano”; formarli a un esercizio responsabile della libertà e, infine, comprendere che non si può mai prescindere da una visione trascendente della vita per fornire una sintesi e una visione unitaria di vita ai nostri ragazzi.

“Nell’anno della misericordia” ha commentato padre Denora, “papa Francesco ci ricorda che istruire gli ignoranti è una delle opere di misericordia spirituale. Ma che cosa significa oggi istruire? L’istruzione come trasmissione delle conoscenze non rende l’uomo migliore e non “umanizza” automaticamente. E’ solo la formazione integrale delle persone che rende l’uomo veramente libero e felice. E, inoltre, quali sono le ignoranze di oggi? Forse la più rilevante è quella rispetto ai valori e al senso profondo della vita”.

Nell’ultima parte della mattinata, infine, in una sorta di tavola rotonda, si è riflettuto con altri ospiti più specificamente sulla scuola e sul suo ruolo, sulla figura del docente, sull’impegno delle scuole paritarie e, in un intervento dell’Assessore all’Istruzione, Lavoro, Formazione professionale della Regione Piemonte, anche sulla formazione professionale, che affonda le sue radici da un lato nei Santi Sociali  e, dall’altro, nelle grandi figure imprenditoriali di cui il Piemonte è stato ricco.

Questo convegno è stata quindi una preziosa occasione per una riflessione di ampio respiro su importanti tematiche educative e sul ruolo della scuola in particolare, che può ancora attingere molto dalla ricchezza e dagli spunti offerti dalla Gravissimum Educationis, anche cinquant’anni dopo la sua approvazione.

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Torino. All’Istituto Sociale giovani, Europa, sport e…sant’Ignazio

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In occasione dell’elezione del capoluogo piemontese a capitale europea dello sport nell’anno 2015, si è deciso di dedicare questa edizione al rapporto tra i gesuiti e lo sport nel corso dei secoli. Come ha fatto notare padre Vitangelo C.M. Denora durante l’apertura dei lavori, lo sport è un elemento fondamentale in quanto genera unità e legami indissolubili tra i vari collegi della Compagnia in Europa e deve essere uno strumento per valorizzarsi e soprattutto per porsi al servizio degli altri. Ha aperto i lavori del convegno il sindaco di Torino, Piero Fassino, ex alunno del Sociale, il quale ha offerto un augurio di benvenuto e di piacevole soggiorno a tutte le delegazioni giunte per questo evento.

Ogni anno l’organizzazione di questo incontro, indipendentemente dal tema trattato, permette di respirare un’aria di internazionalità: sono infatti sempre più numerosi i collegi ignaziani che partecipano, offrendo il meglio delle loro possibilità e lasciando un’impronta della loro presenza. Sebbene il progetto sia di matrice del tutto italiana e sia nato con l’obiettivo di coinvolgere e stringere ancor più nell’amicizia le scuole della Compagnia del nostro paese, nel corso del tempo esso ha varcato i confini della penisola, fino ad abbracciare collegi di Albania, Malta, Spagna e Ungheria. Il fattore dell’internazionalità è senza dubbio anche una possibilità per gli allievi dei diversi istituti di conoscersi e di intessere delle relazioni di amicizia: sentirsi parte di una rete più ampia e non solo della scuola a cui appartengono. Questo, in perfetta sintonia con l’ufficialità della circostanza, permette inoltre ai giovani studenti liceali di gettare uno sguardo verso il futuro e di comprendere cosa possa realmente significare partecipare in prima persona a un simposio internazionale, per il quale è indispensabile un impegno a dir poco rilevante e una professionalità ben distinta – basti pensare che ogni attività è svolta quasi interamente in lingua straniera – sia nel corso della preparazione, sia in sede di convegno medesimo.

Giovedì 5 maggio, dopo i saluti istituzionali di apertura e l’indirizzo introduttivo di p. Denora, il direttore della Fondazione gesuiti Educazione, Guido Bigotto, ha presentato una riflessione su pedagogia ignaziana e sport, con numerosi riferimenti ed esempi da realtà straniere, soprattutto del mondo anglosassone. Al termine della mattinata, la celebrazione della Santa Messa, presieduta da mons. Guido Fiandino, vescovo ausiliare di Torino. Nel pomeriggio le delegazioni hanno visitato la Reggia di Venaria, una delle più famose Residenze Sabaude, patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.

Nelle mattinate di venerdì e sabato, ciascuna delegazione partecipante ha offerto il proprio contributo con racconti di quanto viene realizzato nel proprio collegio e alcune riflessioni su come lo sport possa arricchire il percorso scolastico e formativo e impattare sulla proprie vita. Inoltre, sono anche intervenuti alcuni “testimonial” del mondo sportivo torinese, come il giocatore della Auxilium Cus Torino Hamani Ndudi EBI e Ilaria Savoretto, ex alunna del Sociale e campionessa nazionale di Short Track.

Nel pomeriggio di venerdì 6 maggio, le delegazioni hanno visitato Torino in un originalissimo “city tour”, la cui guida è stata realizzata proprio dagli stessi alunni del Sociale!

Tutti gli interventi si sono ovviamente tenuti in inglese a testimonianza sempre più come l’internazionalità sia un punto di forza di tutti i Collegi dei gesuiti in Italia e in Europa.

Internazionalità, sport, amicizia, risate, divertimento, soddisfazione, ma anche riflessione, zelo, audacia e passione sono stati i sentimenti che, a detta dei partecipanti, hanno caratterizzato questo incontro che si tiene annualmente in una scuola diversa.

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Roma. Papa Francesco benedice il progetto Crowd4Africa

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Il Papa, oltre a dimostrare interesse, ha apprezzato il progetto, ha benedetto una delle stampanti e ha ricevuto in dono una delle prime protesi di una mano artificiale realizzate con questa tecnologia. Prima di invitare tutti i presenti del progetto “Crowd4Africa” a una foto di gruppo, salutando il Rettore, ha incoraggiato con forza i ragazzi esclamando “Coraggio, avanti, mi piacciono dei giovani così. Non abbiate paura, guardate lontano!”.

“Ringrazio Dio”, ha dichiarato p. Giovanni La Manna, Rettore dell’Istituto Massimo, “per questo incontro dei ragazzi e degli organizzatori del gruppo Crowd4Africa con il Papa, il quale ha invitato i ragazzi a guardare lontano, a vivere aperti, ad avere coraggio. L’incontro con il Papa ha rafforzato la nostra speranza nel testimoniare che tutti possiamo fare qualcosa per trasformare le nostre vite e con esse il mondo. Questo progetto testimonia che nella nostra scuola crescere come uomini e donne per gli altri non sono solo parole. Il progetto Crowd4Africa, aveva come obiettivo raccogliere 22.900€ per mandare due stampanti 3D in due ospedali africani consentendogli di costruire protesi con il riciclo dei tappi di plastica. Il progetto ha raggiunto 64.000€, dimostrando che quando c’è un progetto valido, i ragazzi si coinvolgono con generosità e, soprattutto quando c’è trasparenza nella raccolta di fondi anche le persone sanno essere generose. A luglio, dal Massimo, partiranno le due stampanti per l’ospedale in Uganda e Congo, i bambini bisognosi di una protesi, ne trarranno beneficio”.

La notizia dell’incontro di papa Francesco con i protagonisti di questo progetto ha avuto una vastissima eco sui mass-media, anche internazionali. Innanzitutto l’Osservatore Romano, nell’edizione di giovedì 12 maggio, ha riportato in un articolo la notizia che “anche un tappo può dare una mano o, meglio, crearla: lo hanno dimostrato a Francesco quindici alunni dell’Istituto Massimo nel presentargli l’innovativo progetto Crowd4Africa.

L’emittente televisiva statunitense Fox News ha riportato la notizia con un bel servizio dal titolo “Techno Pope Blessed 3D Printers”, così come ha fatto anche l’Huffington Post.

Il 28 aprile scorso il progetto era anche stato presentato agli Stati Generali della Ricerca Sanitaria ottenendo il plauso e l’interesse del Ministro Beatrice Lorenzin.

Maggiori informazioni su:

http://www.crowd4africa.org/

https://www.facebook.com/Crowd4africa/

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Messina. Gemellaggio sportivo tra le scuole della rete

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Dal 9 al 12 maggio i ragazzi, provenienti dal Leone XIII di Milano, dal Sociale di Torino, dal Massimo di Roma, dal Pontano di Napoli, dal Gonzaga di Palermo, oltre che dal S. Ignazio di Messina,  si sono cimentati in gare di nuoto, atletica e altre competizioni sportive, dimostrando amicizia e un sano spirito competitivo. Inoltre, hanno potuto visitare un po’ Messina, conoscere la sua storia e trascorrere alcuni giorni insieme, conoscendosi tra di loro e socializzando, concludendo il progetto con una bella gita al mare.

“Questo progetto”,  ha dichiarato la professoressa Carla Fortino, rettore dell’Istituto ospitante, “è una sana competizione sportiva che ha come obiettivo principale quello di facilitare i rapporti di amicizia fra i ragazzi dei vari collegi attraverso lo sport”.

Grazie alla scuola”, ha scritto una mamma. “Ha offerto ai nostri ragazzi un’esperienza unica di condivisione e di partecipazione, preparandoli col giusto spirito alle competizioni ben più dure della vita”.

 

Scutari. Competenze e discipline per una scuola impegnata nell’innovazione

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A metà maggio, presso il Collegio di Scutari Atë Pjetër Meshkalla in Albania, si è svolto un seminario di formazione animato dal Centro formazione attività educativa gesuiti italiani (CeFAEGI)

L’equipe dell’Associazione CeFAEGI che ha condotto il Seminario era composta dal delegato dei Collegi, p. Vitangelo Denora SJ, da p. Teresio Gianuzzi SJ e da p. Diego Mattei SJ

Il primo giorno è stato dedicato al Profilo dello studente ignaziano, cioè alla riflessione su quale ideale di persona si desidera formare. p. Denora ha inquadrato i lavori del seminario nel contesto della riflessione attuale, esponendo le linee emergenti a livello globale nella scuola cattolica e nella Compagnia di Gesù. Ha ricordato gli appuntamenti degli ultimi anni: il Convegno mondiale delle scuole secondarie superiori della Compagnia di Gesù a Boston (luglio 2011), il Convegno europeo delle scuole delle Compagnia a Barcellona (novembre 2014), il Congresso Mondiale della Scuola Cattolica a Roma (novembre 2015). La domanda che ha costituito il filo rosso di questi appuntamenti e lo sfondo dei lavori del seminario può riassumersi in questi termini: “Come preparare i giovani alle sfide di un mondo che cambia a grande velocità?”.

I docenti del Pjetër Meshkalla sono stati invitati a riflettere, da soli e poi divisi per dipartimenti, sul tema della competenza e sulla sua declinazione ignaziana. La sfida dei collegi ignaziani, infatti, non solo è quella di preparare studenti culturalmente solidi, ma soprattutto di formare uomini e donne felici e affettivamente equilibrati, capaci di mettere al servizio della società i loro talenti per un mondo migliore. La frase “scolpita” da p. Arrupe, e poi arricchita da p. Kolvenbach, rimane un punto di riferimento ancora attuale: l’obiettivo delle Pedagogia Ignaziana è “preparare uomini e donne con e per gli altri”. Le scuole sono chiamate a “sognare” lo studente al termine del percorso di studi.

Il secondo pomeriggio del seminario ha visto portare avanti la riflessione e i lavori del giorno precedente. In che modo le discipline contribuiscono al raggiungimento delle competenze in uscita degli studenti dei nostri collegi? In che modo ogni materia, nel raggiungimento delle sue competenze propriamente disciplinari, permette il conseguimento delle più ampie competenze tratteggiate nei documenti europei e della Compagnia?

Con modalità interattiva p. Gianuzzi ha invitato i docenti a visualizzare la loro disciplina in una “rete” di saperi. Nella fase successiva p. Mattei ha presentato le otto Competenze chiave della Raccomandazione Europea del 2010 come obiettivi degli studenti in uscita nelle scuole del Vecchio Continente.

I docenti della scuola scutarina, di nuovo divisi nei tre dipartimenti (Lingue, Scienze e Matematica, Scienze Sociali), hanno quindi lavorato su quattro competenze, due europee e due ignaziane.

Il Pjetër Meshkalla si trova in un momento di passaggio importante, per l’avvio della riforma scolastica che avverrà a partire da settembre e i lavori del seminario hanno costituito un’utile occasione di riflessione e lavoro sui prossimi temi di rinnovamento.

P. Diego Mattei SJ

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Milano. Studenti ignaziani, sulla via di Santiago per apprendere la vita

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“Camminando si apprende la vita,
camminando si conoscono le persone,
camminando si sanano le ferite del giorno prima.
Cammina, guardando una stella, ascoltando una voce,
seguendo le orme di altri passi.”
(Ruben Blades)

Ormai da quattro anni ai ragazzi delle quarte liceo dell’Istituto Leone XIII di Milano è data la possibilità di percorrere il tratto finale del cosiddetto ‘percorso francese’ del Cammino di Santiago de Compostela, che, nella sua interezza, è lungo oltre 900 chilometri.

All’iniziativa hanno partecipato quest’anno 20 ragazzi del Leone XIII e uno dell’Istituto Sociale di Torino, accompagnati da tre docenti: la prof.ssa Francesca Argenti, il prof. Giulio Pini e p. Diego Mattei. 170 i chilometri percorsi, in sei giorni di cammino,partendo da Villafranca del Bierzo e giungendo a Santiago, dopo aver toccato le località di Fonfria, Samos, Potomarin, Palas de Rey, Arzua e infine Santiago. Passo dopo passo, affrontate le pendici del Monte O Cebreiro, il cammino si dipana tra le colline e i campi della Galizia, seguendo il duplice segnale della freccia gialla e della conchiglia. Lungo il percorso, già dopo il secondo giorno, alcuni volti si fanno familiari. I pellegrini che camminano allo stesso ritmo di passo e con le stesse mete negli ostelli lungo pellegrinaggio diventano gli amici da salutare. E l’esperienza di internazionalità è impressionante. Lungo il Cammino si incontrano uomini e donne di tutte le età e di tutte le provenienze: Europa, Stati Uniti, Cina, Giappone, tutti compagni accomunati dalla medesima ricerca di profondità spirituale. Alla bellezza dei luoghi si unisce inoltre un’esperienza di semplicità e sobrietà. Lo zaino deve essere leggero per non costituire un intralcio e la scoperta che basta poco per essere felici è inevitabile.

Giunta alla quarta edizione, la proposta del Cammino si conferma come un’occasione di crescita importante per gli alunni delle nostre scuole.

Il Cammino è una delle metafore più potenti per esprimere il mistero e la bellezza della vita, dello studio e della ricerca, della fede, del vivere insieme. Grazie a questa esperienza i ragazzi sono messi nelle condizioni di “riempire” di senso le parole “cammino”, “percorso”, “via”. Al termine del pellegrinaggio, esse non sono più parole vuote, ma costituiscono un’esperienza globale della persona, fisica, intellettuale e affettiva.

Nel Cammino i ragazzi imparano ad affrontare la fatica, le proprie paure e i propri limiti. Hanno il tempo e lo spazio per prestare attenzione a se stessi e ai compagni, a ciò che si muove nel loro cuore, alla bellezza del Creato intorno a loro, a ciò che la Parola di Dio smuove e comunica. I lunghi sentieri del pellegrinaggio si riempiono non solo di dialoghi, ma anche di silenzi fecondi.

“Lo sfondo del nostro cammino”,  hanno scritto i partecipanti nel loro “diario di viaggio”  “ricordava un paesaggio in bilico tra il Signore degli Anelli e i Canti di Ossian, pareva quasi di trovarsi in una foresta incantata. Lungo il cammino abbiamo trovato viveri e bibite lasciate apposta per i viandanti, quasi un segno del destino.”

I ragazzi imparano ad attraversare la fatica e le emozioni, non eliminandole, ma vivendole. E giungendo infine a Santiago provano a se stessi di essere capaci di grandi progetti, in una conoscenza realistica di se stessi che abbraccia le potenzialità, spesso ignote, e i limiti, spesso sovradimensionati. Il Cammino offre il tempo e lo spazio per riscoprirsi, con gli altri e grazie alle differenze sane che emergono. Il pellegrinaggio permette di essere se stessi, in un modo diverso da quello quotidiano. In questa novità, Dio può fare breccia con una parola nuova per la persona.

Al termine dell’esperienza, a ciascun partecipante è stato chiesto di sintetizzare in una frase cosa ha scoperto durante il “Cammino”. Ecco le loro risposte:

Durante il Cammino ho scoperto….

…il vero dialogo con me stesso. (Massimiliano)
…a farmi conoscere con sincerità dagli altri. (Federica)
…una fatica rigenerante. (Edoardo)
…che tutti hanno qualcosa da insegnare. (Federico)
…l’importanza che hanno i sogni e le aspirazioni di ognuno. (Alessia)
…la tinta viola di ali di farfalla e la profondità del discorso. (Luca)
…il valore di alcune persone e l’importanza dell’amicizia. (Alessandro)
…che spesso i limiti che ci poniamo non sono reali. (Francesca)
…che è più saggio un viaggiatore di un anziano. (India)
…il piacere di fermarsi. (Andrea)
…quanto è bello non aver paura, amare e fidarsi. (Chiara)
…che ci sono anch’io. (Pietro)
…uno sguardo. (Vito)
…la semplicità e la forza di volontà. (Federico)
…il colore di un paio di occhi. (Edoardo)
…chiese e piazze molto carine  in vari luoghi; sono molto  riconoscente. (Matteo)
…le meraviglie che nasconde la forza di volontà. (Caroline)
…come ascoltare la natura. (Eleonora)
…come aiutare gli altri nei momenti di bisogno. (Eleonora)
…che anche se mi troverò da sola non lo sarò mai veramente. (Sofia)
…Durante il cammino ho ritrovato libertà. (Giacomo)

 

 

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Roma. Approvata dal Generale la nuova governance proposta da Gesuiti Educazione per i collegi italiani

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Finora i collegi della Compagnia in Italia sono stati gestiti attraverso un ente di diritto canonico, senza un adeguato statuto nè regole di funzionamento appositamente pensate per istituzioni complesse come le scuole. La prassi gestionale si è consolidata nel tempo su singole figure dirigenziali con vastissime responsabilità, sia in termini strategici sia operativi. Oggi questo modello manageriale non è più sostenibile. La Provincia d’Italia e la Fondazione gesuiti Educazione, in dialogo con gruppi di lavoro dei diversi collegi, già da tempo stavano elaborando un’ipotesi di statuto degli enti ecclesiastici gestori. La soluzione adottata propone una gestione più collegiale e partecipata, favorendo una migliore distinzione tra le funzioni di pianificazione strategica e di conduzione operativa. p. Denora, delegato dei collegi, così spiega la novità: “A partire dal prossimo anno scolastico i nostri collegi adotteranno una nuova formula organizzativa con un consiglio di amministrazione, composto per la maggioranza da gesuiti, con una rinnovata struttura operativa e con un organo di controllo. Si tratta di una soluzione innovativa anche nel contesto della scuola cattolica italiana nella direzione della trasparenza e della collaborazione con altri”.

Nella lettera di approvazione, il padre Generale sostiene, incentiva e rilancia l’impegno educativo della Compagnia di Gesù: “Non dimentichiamo – scrive – che i nostri centri educativi sono una terra fertile, che va curata, stimolata e protetta. Terra fertile, che ha sete di vita, soprattutto nella realtà degli alunni e delle famiglie, a cui i gesuiti e gli educatori laici devono dedicarsi con generosità e con spirito di gratuità. Sono essi il nostro interesse altruista ed evangelico”.

La soluzione italiana si inquadra nel contesto di una ricerca più ampia di formule organizzative che si sta svolgendo in molte Province della Compagnia. “[…] la Compagnia di Gesù, nella sua impostazione universale, da un lato sottolinea la sua decisa opzione a favore dell’apostolato educativo, che ha una tradizione così feconda nella nostra storia, e, dall’altro, prova e mette in pratica formule variate di governo, che garantiscono lo sviluppo dei fini educativi apostolici che oggi perseguiamo, confermandovi un forte interesse”.

“Sono convinto – afferma il p. Gianfranco Matarazzo, provinciale d’Italia – che si tratti di un bel passo in avanti nel nostro apostolato educativo, di una governance, finalmente introdotta nelle nostre scuole, che permetterà oltre che migliore organizzazione, anche maggiore efficacia apostolica nella direzione indicata dal padre generale”.

Qui, il testo integrale della lettera.

Napoli. #Mitibook: al Pontano i miti greci interrogati dai ragazzi di oggi

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Cultura classica, storia, arte e tecnologia. Ma soprattutto i ragazzi che vivono da protagonisti il loro apprendimento, svolgendo ricerche, studiando ed elaborando contenuti in forma nuova e personalizzata. Questi sono gli ingrediendi fondamentali di questo originale dizionario della mitologia greca denominato #Mitibook.

In questo libro i ragazzi hanno “interrogato” i miti classici greci come ragazzi di oggi e cercando di evidenziare e far emergere dei valori universali, intramontabili, che riescono ancora a parlare all’uomo contemporaneo, a porre in modo “fresco” le domande di sempre dell’uomo, a dare delle risposte e a farci crescere.

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“Il progetto #Mitibook – racconta il prof. Angelo Mirante, docente di latino e greco all’Istituto Pontano – nasce il 25 settembre 2015 ed è rivolto agli alunni del primo anno del Liceo Classico dell’Istituto Pontano. Creato per i ragazzi e dai ragazzi, fa parte di un piano interdisciplinare che ha permesso ai nostri giovani alunni di scoprire i tanti elementi di continuità e le differenze esistenti tra la cultura classica e la società in cui viviamo. Per raggiungere questo obiettivo, avevamo bisogno di conoscere meglio il nostro passato, in un modo leggero e accattivante, e per questo ci siamo serviti di una guida speciale, Luciano De Crescenzo. I suoi video sui miti più importanti del mondo greco ci hanno accompagnato di settimana in settimana, rendendo la quarta ora del venerdì un laboratorio di idee e riflessioni. Grazie all’impegno della dirigenza dell’Istituto e dei docenti della I A – Indirizzo Classico, i nostri alunni possono dire con orgoglio di aver pubblicato il loro primo libro, frutto di un lavoro di tanti mesi, in cui hanno avuto la possibilità di conoscersi, di aprirsi al confronto e di immedesimarsi nei protagonisti dei racconti proposti di volta in volta. Hanno potuto fare ricerche, prendendo una posizione e difendendola nel dibattito in classe, si sono dedicati alla realizzazione delle illustrazioni dei miti e hanno raccolto, con amore e impegno, i loro commenti, di settimana in settimana, in un raccoglitore che hanno scelto di chiamare #Mitibook. Oggi, quel raccoglitore si è trasformato in un libro ed acquistarlo non è soltanto un modo per capire quanto sia attuale e coinvolgente lo studio della cultura greca, ma anche per aiutare dei bambini che sono in difficoltà. Infatti, il ricavato della vendita di #Mitibook,  disponibile su Amazon, andrà al “Progetto Quadrifoglio Onlus”, che si occupa di tre case famiglia a Sighet, nel nord della Romania”.

“I nostri ragazzi – ha commentato padre Vitangelo Denora SJ – sono stati in grado di esprimersi in maniera eccezionale, di articolare il loro pensiero, di usare un linguaggio appropriato, di esprimere emozioni ed evidenziare sfumature.  Questo libro è il prodotto della loro riflessione, del loro modo di capire come dei miti del passato possono dire qualcosa di importante anche all’uomo di oggi. E questa è anche la bellezza della tradizione delle scuole dei gesuiti, che oggi questi ragazzi ci aiutano a riscoprire e valorizzare, proprio in un momento in cui la cultura classica e lo stesso Liceo Classico in Italia stanno perdendo un po’ di valore e di “attrattività”. I classici, però, pongono delle domande importanti sul senso della vita, sul presente e sul futuro, su che cosa ha davvero valore. Queste sono le questioni su cui si interroga proprio l’uomo di oggi. Proprio i ragazzi di questa classe ci dicono, con forza e con grande coraggio, attraverso questo loro lavoro, che anche la cultura classico/umanistica è molto importante, che serve a renderci più liberi, a renderci persone più profonde, autentiche e a rendere il mondo migliore”.

“Il fatto di voler dedicare il ricavato dalla vendita di questo libro a dei ragazzi bisognosi e a progetti di solidarietà – ha concluso Padre Denora – dimostra inoltre, in modo concreto e visibile inoltre come la cultura possa sempre avere delle preziose e importanti ricadute sociali”.

Foto, informazioni e simpatici video sono anche disponibili sulla pagina Facebook ufficiale del libro, https://www.facebook.com/mitibookunlibromitico/

> Guarda il video di presentazione su YouTube

Caorle. Scuole ed educazione, tre giorni per progettare il futuro

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Investire energie per migliorare il supporto alle scuole per la didattica, l’amministrazione e la gestione; lavorare insieme per valorizzazione le risorse umane presenti in ciascuna scuola e porle a servizio dell’intera rete; programmare una formazione specifica dei responsabili didattici e amministrativi delle scuole: sono le tre indicazioni base emerse dalle giornate di lavoro, il cui obiettivo era appunto rileggere insieme l’anno di lavoro trascorso e progettare il futuro.

I lavori sono iniziati giovedì 23 giugno con la riunione del Consiglio di Amministrazione. Il giorno successivo si è riunita l’Assemblea dei Membri della Fondazione e, a chiusura, v’è stato il consueto incontro di fine anno dei Rettori e degli Amministratori dei Collegi.

L’Assemblea dei Membri, cui hanno partecipato anche Rettori e Amministratori, è stata il cuore delle tre giornate d’incontro.

L’Assemblea, infatti, è l’organo previsto formalmente e ufficialmente dallo Statuto della Fondazione gesuiti Educazione, composto dai Fondatori e Partecipanti la Fondazione e strumento di partecipazione attiva di questi ultimi ai processi di realizzazione degli scopi dell’apostolato educativo della Fondazione che, per questo, ha assunto la particolare veste giuridica di Fondazione di Partecipazione.

L’incontro assembleare ha raccolto e riletto un lavoro di ascolto delle esigenze, difficoltà e desideri delle persone che sono al lavoro nelle scuole ed ha individuato i temi chiave sui quali si ritiene sia urgente e necessario lavorare nel prossimo anno. “Insieme per un progetto: un’espressione che esprime con efficacia il significato e la missione della nostra Fondazione di partecipazione” ha detto p. Vitangelo Denora, sintetizzando lo spirito dei lavori.

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Roma. Raccolta fondi delle scuole e campi di solidarietà per le zone terremotate

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Padre Vitangelo Carlo Maria Denora SJ, presidente della Fondazione gesuiti Educazione e Delegato per le Scuole dei gesuiti d’Italia e Albania, dichiara: “Noi che viviamo nella scuola, cercando di renderla un luogo accogliente e stimolante per i nostri studenti, siamo rimasti colpiti proprio dal crollo di un edificio scolastico, la ‘Romolo Capranica’ di Amatrice, e dal volto in lacrime di una maestra, che forse ha perso qualcuno dei suoi bambini. Che il Signore accolga questi bambini e tutte le vittime di questo terremoto con il Suo abbraccio di tenerezza e di amore”.

“Vogliamo reagire  a questo senso di forte smarrimento che coglie anche noi, con un’iniziativa concreta. Abbiamo deciso di dedicare il nostro impegno ad una raccolta di fondi per contribuire alla ricostruzione di quel complesso scolastico, simbolo di tanti bambini che studiano e crescono e, quindi, della vita che, nonostante tutto, vince sul Male e riparte”.

All’avvio dell’anno scolastico, quindi la rete di tutte le Scuole dei gesuiti organizzerà una serie di eventi sportivi, culturali e sociali volti al finanziamento del progetto. L’obiettivo è quello di coinvolgere ragazzi, famiglie e docenti in una “gara” di solidarietà, in nome di una compartecipazione umana e spirituale al dolore delle popolazioni colpite dal sisma”

Quanto raccolto nei prossimi mesi verrà personalmente consegnato nelle mani del Sindaco di Amatrice da una delegazione di ragazzi rappresentanti i singoli Istituti accompagnati da padre Denora .

E’ possibile fin da subito effettuare versamenti per la ricostruzione della scuola di Amatrice, attraverso le seguenti coordinate bancarie:

IBAN:    IT90A0521601630000000018150
Banca: Credito Valtellinese
Intestato a: Fondazione gesuiti Educazione
Fondamentale è indicare la causale: “Raccolta fondi terremoto 2016 Scuola di Amatrice”

I movimenti ignaziani (CVX-LMS-MEG) sono già attivi con campi di volontariato e altri progetti di solidarietà a favore dei terremotati. Proprio la CVX-LMS Italia, infatti, è stata riconosciuta dalla Protezione Civile come Associazione di Volontariato che può operare ad Amatrice e sta organizzando attività di volontariato in turni settimanali almeno fino a Dicembre prossimo (informazioni su  http://cvxlms.it/terremoto-centro-italia-aiutare).

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Per informazioni:

Maria Grazia Magazzino / Alex Fiumara
Fondazione gesuiti Educazione
Piazza San Fedele, 4  –  20121  MILANO
tel. 0286352305  –  fax 0286352808


Mosca. Gli studenti ignaziani incontrano il metropolita Hilarion

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In una fredda mattinata, l’11 ottobre,   gli studenti del quinto anno delle scuole della rete gesuiti Educazione d’Italia, in occasione del viaggio di istruzione in Russia, hanno avuto l’opportunità di incontrare il metropolita Hilarion di Mosca. La Chiesa Ortodossa è suddivisa in Chiese autocefale. Quella di Mosca è presieduta dal patriarca Kirill. Gli studenti hanno incontrato il vescovo Hilarion, stretto collaboratore del patriarca, che nel suo discorso ha ricordato la gloriosa ma a tratti complicata storia del cristianesimo ortodosso. La fede ortodossa è sempre stata importante per il popolo russo, anche nei momenti più dolorosi. L’istituzione del Patriarcato, ha ricordato Hilarion, coincide (1917) con la rivoluzione bolscevica (Rivoluzione d’Ottobre) che vide la sofferenza dilagare tra il popolo e il clero, in seguito alla persecuzione religiosa dettata dal regime comunista, che intendeva cancellare completamente ogni chiesa ortodossa. Con la ritrovata libertà i credenti  russi tra gli anni ’80 e ’90 sono aumentati, le chiese sono state ricostruite e oggi si contano ben 35mila chiese sul territorio russo.

Messina. Filosofia con i bambini

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FilosofiacoiBambini è un approccio educativo originale che si rivolge ai bambini delle scuole dell’infanzia e primaria, dai 4 ai 10 anni. All’Istituto S. Ignazio di Messina due docenti hanno avviato questo laboratorio e stanno completando un itinerario di formazione articolato in tre tappe: un momento di formazione teorica, (svoltosi ad aprile a Napoli), un momento di dimostrazione pratica (per 10 giorni il filosofo coi bambini Tommaso Panajoli ha lavorato con le classi prime, seconde e terze della primaria e l’ultimo anno dell’infanzia al S. Ignazio, alternando laboratori ed allenamenti) e infine l’ultimo momento vedrà un colloquio con l’ideatore Carlo Maria Cirino, per conseguire l’attestato di “filosofi coi bambini”. Nel frattempo, dopo avere dotato le due docenti di un bel bagaglio di libri, prosegue il percorso iniziato con un’ora alla settimana di filosofia coi bambini per classe.

I laboratori di filosofia coi bambini vengono svolti in classe, durante l’orario scolastico e mirano a sviluppare nei bambini capacità cognitive trasversali: abilità percettive, attentive ed immaginative. Attraverso concetti concreti (ad esempio cucchiai, frutta, verdura, animali…) con cui i bambini possano relazionarsi non solo facilmente ma con divertimento, i laboratori allenano la plasticità mentale.

Oltre all’ampliamento del linguaggio, che è l’obiettivo centrale di filosofiacoibambini, ci si concentra sul controfattuale: “E se…? Oppure…?”, sono le domande con cui il Filosofo stimola i bambini, alla ricerca di mondi possibili.

Nessuna lezione frontale, né “voli pindarici” di fantasia; evitando i grandi temi come la vita, la morte, l’amore, la giustizia, l’immaginazione e la plasticità mentale vengono allenate in quanto facoltà centrali dello sviluppo, facendo leva sul gioco simbolico, basandosi sui pretesti dei singoli laboratori (isole, gorilla, sassi, sogni…).

Il FilosofocoiBambini conduce il laboratorio in modo dinamico, vivo, ritmato. Non dirige il pensiero dei bambini verso una soluzione preconfezionata, non tende verso una classica morale della storia; bensì pungola, diverte, meraviglia i bambini che, del tutto assorbiti e affascinati, provano sincero piacere nel trovare soluzioni sempre nuove e originali agli stimoli del Filosofo. Attraverso il piacere, l’apprendimento amplifica immensamente la propria portata.

Il metodo è stato ideato dal dott. Carlo Maria Cirino, che dal 2008 lavora e fa ricerca su questa pratica, misurandone gli effetti ogni giorno a scuola e continuando a perfezionarla.

Intanto all’Istituto S. Ignazio si prosegue con entusiasmo e anche con molto divertimento. Ad esempio, durante un laboratorio con il telecomando magico, alla domanda “Dimmi due cose che non vorresti cambiare nella tua classe”, risposta immediata di un bambino è stata: “le femmine”!

 

Palermo. Padre Lombardi in dialogo con genitori e ragazzi dell’Istituto Gonzaga

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Il tema dell’incontro con i liceali del Gonzaga era molto semplice: è stato chiesto a padre Lombardi di raccontarsi, esaminando tutte le tappe della propria vita partendo dalla sua esperienza come ex-alunno dei gesuiti (p. Lombardi ha infatti studiato all’Istituto Sociale di Torino). Così il celebre gesuita ha accompagnato i ragazzi in un percorso in cui ha raccontato i suoi primi passi da liceale, l’origine della sua vocazione, gli anni del ministero in Germania vicino ai lavoratori italiani immigrati, la sua responsabilità nelle comunicazioni sociali come direttore di Radio Vaticana, e l’essere a fianco di tre Papi come curatore della loro comunicazione con il mondo. Nella seconda parte dell’incontro, invece, i ragazzi hanno posto domande alle quali padre Lombardi ha risposto molto esaustivamente e volentieri.

Padre Lombardi ha insistito molto con i ragazzi sull’invito a studiare: “bisogna approfondire le cose”, perché solo approfondendo si ha uno sguardo sul mondo che possa portare una prospettiva positiva, cioè guardare le cose “animati dallo sguardo della fede”.

P. Lombardi ha poi cercato di restituire ai ragazzi il senso del suo sforzo, come direttore di Radio Vaticana, nel “tradurre il messaggio della Chiesa in modo interculturale”, affinché esso venga compreso in modo corretto da chi vive in ogni continente. Alla richiesta su quale sia stato il suo momento più difficile nel ruolo di portavoce del Papa, padre Lombardi ha risposto che si è trattato dello spiegare ad una composita platea di giornalisti le motivazioni per cui papa Benedetto XVI aveva deciso di “dare le dimissioni”. Padre Lombardi ha confessato che la chiave che gli ha permesso di uscire dalle strettoie di tanta curiosità e domande insidiose è stata il dire le cose come stanno con chiarezza, semplicità e credibilità.

Nel pomeriggio, invece, durante l’incontro con un pubblico più adulto e variegato, promosso dall’Istituto Arrupe, dall’Istituto Gonzaga e dal Centro Astalli, padre Lombardi ha dialogato nuovamente su temi di stretta attualità: dalla crisi economica al fenomeno delle migrazioni, passando attraverso il terrorismo internazionale e i mutamenti geopolitici in atto.

“Papa Francesco – ha raccontato p. Lombardi con la “freschezza” che lo contraddistingue – ha cambiato lo stile dell’organizzazione e della comunicazione del Pontificato, perché prima di tutto è un uomo libero, fuori dagli schemi del protocollo; ha portato freschezza, spontaneità e continue sorprese positive nella Santa Sede, spesso spiazzando anche me stesso. E’ forte il senso della prossimità, della vicinanza anche fisica con le persone: incarna coi suoi gesti il messaggio spirituale del vangelo. La sua sensibilità pastorale, l’essere vicino alle gente, è in continuità con lo stile che aveva da vescovo a Buenos Aires. Papa Francesco ha uno stile do vita da “normale” sacerdote che continua a coltivare i suoi rapporti pastorali, spirituali, personali. La sua è una comunicazione “diretta” col popolo di Dio, senza mediazioni “di apparato”: ogni giorno tiene personalmente la sua corrispondenza, fa le sue telefonate e scrive i suoi discorsi in assoluta autonomia, senza consultarsi anticipatamente con i collaboratori…
Ma non parla solo ai singoli, ma cerca di produrre segni certi di cambiamento a tutti i livelli: dagli incontri coi movimenti popolari, in cui vuole incoraggiare il protagonismo dei poveri a quelli coi potenti in cui li richiama alla responsabilità per la casa comune (ONU, Premio Carlo Magno). Tutto ciò gli conferisce pienamente l’autorità di leader morale mondiale”.

Napoli. Dai ragazzi del Pontano, “il disco del cuore” per Amatrice

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«Vogliamo ricostruire con la musica che è un linguaggio transnazionale che riesce a raggiungere tutti», ha detto Pasquale Antonio Serra, presidente onorario del Pontano Music Academy. «Nel CD ci sono i brani delle più belle canzoni d’amore di alcuni grandissimi cantautori italiani», ha spiegato Francesco Capriello, direttore della scuola musicale. Un’occasione per esprimere concretamente solidarietà per le popolazioni terremotate e per i ragazzi di crescere e apprezzare anche le tradizionali materie scolastiche, come la filosofia, attraverso la musica. Proprio il progetto scolastico “filosofia e musica” ha consentito ai ragazzi di lavorare su queste due dimensioni e di svolgere un serio percorso di crescita e di preparazione che è poi sfociato e concretizzato in questo CD.

I ragazzi dell’Istituto Pontano di Napoli, raccogliendo con entusiasmo e creatività l’invito di p. Vitangelo Denora SJ e dalla Fondazione gesuiti Educazione, si sono attivati per la realizzazione di questo CD, utilizzando la musica, che diventa così uno strumento al servizio dei più bisognosi. Il progetto, nato da un’idea di Serra, con la direzione artistica di Capriello, ha visto coinvolta la “Pontano Band” e altri collaboratori che hanno dedicato tempo, energie e creatività per questo bel progetto di solidarietà.

“Partire dalla musica e dalla cultura per ricostruire – ha affermato una ragazza coinvolta nel progetto – significa ridare vita a quello che accade quotidianamente. Per noi ragazzi del Pontano è stata una esperienza molto formativa, perchè abbiamo riflettuto su concetti fondamentali e abbiamo sperimentato concretamente cosa significa “avere cura di un’altra persona” attraverso una canzone e attraverso testi poetico/filosofici”.  “Siamo infatti riusciti a comprendere un significato profondo della parola ‘amore” – continua un altro ragazzo – dal punto di vista non solo filosofico, ma anche umano, spirituale e contemporaneamente concretissimo”.

Il disco del cuore per Amatrice è acquistabile anche online all’indirizzo:
http://www.istitutopontano.it/disco-del-cuore-per-amatrice.html

 

 

Palermo. Istituto Gonzaga: qualche riga per capire cosa sta succedendo

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Nell’ultimo biennio la Provincia d’Italia ha intrapreso una radicale riforma (economica, didattica e strutturale) della scuola, con un progetto che ha comportato una riorganizzazione dell’Istituto, in vista della sua sostenibilità, per poter far fronte ad alcuni elementi critici strutturali che si erano accumulati nel tempo. Basti pensare alla sensibile riduzione del numero degli alunni avvenuta nell’ultimo decennio e alla necessità di correggere un bilancio parametrato su un costo del lavoro sproporzionato rispetto alla fisionomia attuale dell’Istituto.
L’analisi fatta aveva rilevato un esubero di 30 unità del personale non docente. Dopo 23 mesi di ricorso agli ammortizzatori sociali con i contratti di solidarietà (2013-2015), il 30 aprile 2015 l’Istituto ha siglato un accordo con le rappresentanze sindacali per destinare il 70% dei ricavi al personale e il 30% alla gestione, con l’impegno di addivenire a una possibile revisione entro un anno. Nell’ottobre scorso, i gesuiti hanno proposto due possibili alternative: 1. l’esternalizzazione dei servizi ausiliari, con garanzie occupazionali e retributive del personale uscente; 2. la trasformazione del rapporto di lavoro di 31 lavoratori a part time e il prepensionamento di 5 lavoratori.
Le Organizzazioni Sindacali FLC CGIL e UIL SCUOLA non hanno accettato le proposte e hanno receduto dall’accordo sottoscritto nell’aprile 2015. L’Istituto Gonzaga-CEI, a questo punto, si è suo malgrado trovato obbligato a procedere con il licenziamento collettivo del personale ATA, essendo impossibile un nuovo ricorso agli ammortizzatori sociali.

Tra i dipendenti licenziati appartenenti al personale dei servizi ausiliari, un buon numero ha comunque richiesto e ottenuto un posto di lavoro nella cooperativa che ha appaltato i servizi di pulizia, vigilanza e assistenza. Una minoranza del personale licenziato, invece, sta preferendo portare avanti una lotta finalizzata a impugnare i licenziamenti, ricorrendo alla stampa locale con informazioni parziali e incomplete che inducono una comprensione falsata della situazione. Purtroppo non per tutti è ancora chiaro che al Gonzaga non sarà più possibile mantenere uno status quo parametrato sul passato: la sproporzione porterebbe immediatamente alla chiusura dell’Istituto.

“Siamo vicini a tutte le persone che stanno soffrendo per questa situazione, comprendiamo il loro disagio e la loro frustrazione”, dichiara il provinciale, padre Gianfranco Matarazzo. “Tuttavia dobbiamo dire in tutta onestà che abbiamo tentato di mediare in ogni modo con loro delle soluzioni praticabili, cercando di coniugare le istanze di riforma della scuola con la salvaguardia del lavoro dipendente. Voglio ringraziare i nostri confratelli per l’enorme sforzo che stanno facendo per il rilancio dell’istituto e per il peso che stanno portando in questo tempo: accompagniamoli con la preghiera. Così pure il personale docente, gli impiegati, gli studenti e le loro famiglie che ci stanno dando fiducia in questo faticoso cammino di riorganizzazione”.

Alcuni genitori degli alunni del Gonzaga “turbati da alcuni articoli di giornale che rappresentano la scuola che abbiamo scelto per i nostri figli in una prospettiva diversa da quella reale” hanno fatto circolare una lettera in cui sostengono e ribadiscono la qualità dell’offerta educativa della scuola, nonché la serietà dei gesuiti e del personale che vi lavora.

“Come genitori che hanno scelto d’iscrivere i propri figli in questa scuola desideriamo ribadire ancora una volta le motivazioni per le quali lo abbiamo fatto:
– Garantire ai nostri figli una scuola con ottima formazione personale e didattica;
– Un corpo docente competente e motivato;
– Funzionali e avanguardistici laboratori;
– Stanze dedicate all’informatica, etc..
– Docenti madrelingua per le lingue straniere;
– Applicazione della pedagogia più all’avanguardia e tecnica di istruzione in sperimentazione nel mondo;
– Un mensa interna sana ed efficiente;
– Campi sportivi aperti anche al pubblico esterno e quindi servizio alla comunità;
– Una biblioteca munita di un fondo librario tra i più antichi in tutti il mondo di 12.000 copie.

Ma soprattutto ragazzi studenti che a scuola vanno per imparare e apprendere dai loro professori ed a casa nel pomeriggio o in biblioteca, sostenuti dai tutor della scuola se vogliono, ripassano ed approfondiscono ciò che hanno appreso.
La forza di questa scuola sta proprio nella collaborazione da parte di tutti alla formazione dei nostri figli, la comunicazione diretta e stimolata tra studenti, genitori e corpo docente, l’intervento reale e costruttivo dei docenti e dei presidi nel seguire singolarmente ogni studente in una forma di tutoraggio.

Il susseguirsi e accanirsi in così pochi giorni su una scuola con considerazioni prive di autentica attendibilità quanto alle ragioni del licenziamento, purtroppo testimoniano ben poco del diritto di cronaca.
Il Gonzaga, oggi presenta studenti da ogni dove e di ogni credo, fra cui i ragazzi con ‘diversabilità’ seguiti con dedizione, competenza e costanza da un corpo docente giovane e nel contempo esperto, ma soprattutto profondamente votato a comprendere l’attitudine singola di ogni studente, seguendo proprio la spiritualità ignaziana della ‘cura personalis’, cercando di ottenere la migliore fioritura di quel talento racchiuso in ciascuno dei nostri figli, alla ricerca del ‘magis’ che ciascuno porta in sè.

Il Gonzaga è oggi una scuola in cui ragazzi si sentono parte integrante, sia di un percorso pedagogico formativo, sia di una grande famiglia che offre i mezzi e le opportunità per capire il mondo, per guardarsi dentro, per approfondire, per riflettere, per esprimere valutazioni (non giudizi figli di pregiudizi), per costruire, creare, essere parte di un divenire in crescita di questa città e di questa memoria per coloro che andranno fuori dai lidi natali senza dimenticare mai le basi che gli sono state date ed una tradizione antichissima di cui ne saranno consapevoli testimoni.

Tutto ciò viene fatto quotidianamente dai Padri gesuiti e tutto il corpo docente e non, con grande serietà, senza chiudere le porte a nessuno, rinunciando spesso ad ogni interesse finanziario, aiutando soprattutto i più svantaggiati.
Nessuno di noi vuole minimizzare o bypassare il problema dei licenziamenti, avvenuti dopo mesi di contrattazione. Siamo infatti tutti profondamente dispiaciuti delle problematiche che detta ristrutturazione comporta ai lavoratori ed alle famiglie degli stessi. Ciononostante non possiamo fare a meno di ribadire, con questa lettera, le motivazioni della nostra scelta, come genitori che credono nei valori di questa scuola”.

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