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Al Gonzaga quattro borse di studio per ragazzi stranieri e italiani

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L’idea di scuole dei gesuiti gratuite per gli studenti “poveri e meritevoli” era già presente fin dai desideri di Sant’Ignazio. E a questo si aggiungano le ulteriori sfide che la società di oggi pone alle scuole: inclusione, formazione di qualità, apertura al mondo. E’ anche per questo che il Gonzaga propone una risposta seria e di qualità ad alcune di queste grandi sfide contemporanee di carattere sociale, culturale e formativo puntando su tre aspetti in modo particolare: una rinnovata e solida formazione umanistica, l’inclusione e lo scambio tra le culture.

Al Gonzaga l’occasione è data sia dalla presenza dell’International School Palermo (ISP), con un percorso scolastico verticale completo dalla scuola dell’infanzia al liceo che offre un titolo finale di studio (IB diploma) valido in tutto il mondo attraverso un corso di studi internazionale in lingua inglese, sia dall’attivazione del Liceo Classico quadriennale, approvato dal Ministero dell’Istruzione e selezionato tra le prime cento classi di sperimentazione in tutta Italia.

In concreto, l’Istituto Gonzaga, in collaborazione con il Centro Astalli di Palermo e l’Istituto di formazione politica Pedro Arrupe, ha bandito per l’anno scolastico 2018-2019 quattro borse di studio per ragazzi meritevoli e a basso reddito, provenienti da ogni parte del mondo: due borse di studio per la frequenza della classe prima (M4) della High school (liceo internazionale IB) e altri due al Liceo classico quadriennale.

Le due borse di studio per il Liceo Internazionale hanno l’obiettivo di rendere possibile un percorso formativo internazionale di eccellenza ad alunne e alunni caratterizzati da elevate potenzialità sul piano accademico e umano e appartenenti a famiglie di condizioni economiche disagiate riconosciute, per contribuire al loro inserimento, in condizioni di piena parità di opportunità, nella vita della comunità scolastica, cittadina, mondiale, senza alcuna distinzione di luogo di residenza, nazionalità, etnia, religione, appartenenza politica. Un’opportunità anche per i minori stranieri non accompagnati presenti in città.

«Il nostro obiettivo – ha dichiarato padre Vitangelo Denora SJ, direttore generale dell’Istituto – è costruire una società dove le culture si scambiano e si arricchiscono reciprocamente. E credo che l’immagine dei compagni di scuola e di gioco sia un modo molto concreto di vivere questa sfida nella vita. Dobbiamo costruire percorsi di vita seri altrimenti vincono le paure. Queste borse di studio sono una scommessa per dare corpo a un’idea di società più giusta e più inclusiva. Dobbiamo guardare al futuro come educatori con fiducia e coraggio sostenendo l’impegno di offrire alle nuove generazioni un mondo diverso, patendo proprio dalla formazione umanistica oggi più che mai straordinariamente attuale. Ed è bello che questa sfida vede insieme il centro Arrupe, l’istituto Gonzaga e centro Astalli, perché per fare educazione e accoglienza in modo serio il segreto è nel mettersi in rete». Il centro Arrupe, il Gonzaga e il Centro Astalli di Palermo sono infatti le tre istituzioni che fanno riferimento ai padri Gesuiti e che collaborano da tempo in iniziative di accoglienza, di inclusione e di formazione socio-politica.

Alla conferenza stampa era pertanto presente anche Alfonso Cinquemani, direttore del Centro Astalli di Palermo, che ha sottolineato come «da diversi anni il nostro centro è una porta aperta che accoglie chi chiede aiuto. Anche se Palermo è una città di transito, in questi anni parecchie famiglie si sono stabilite qui. Quando ci hanno proposto questa iniziativa, ci è venuto in mente di creare occasioni per ragazzi orientati a proseguire gli studi e con difficoltà economiche. Ora stiamo cercando di individuare studenti della terza media che potrebbero accedere a studi superiori».

Nicoletta Purpura, direttore dell’Istituto di formazione politica Pedro Arrupe, ha sottolineato che «il Gonzaga ha deciso di venire incontro non soltanto alle famiglie italiane in difficoltà, ma anche a quei ragazzi che sono arrivati a bordo di barconi e che quindi fanno un percorso che tenderebbe a escluderli dal contatto dei loro pari. E chissà che altre scuole, su esempio del Gonzaga, non avviino lo stesso percorso per invertire un processo in atto che sembra andare nella direzione opposta». Presente anche il presidente della Consulta delle culture Delfina Nunes: «Ho abbracciato questo progetto perché è una grande opportunità. Molti dei ragazzi che arrivano vogliono andare via, ma alcuni vogliono rimanere e, tra loro, molti vorrebbero proseguire il proprio percorso di studi. Sono convinta che così li aiuteremo a realizzare i loro sogni».

Le altre due borse di studio, invece, sono per la promozione della cultura umanistica su cui i Gesuiti hanno da sempre puntato con una particolare attenzione al Liceo classico, il quale affonda le sue radici anche nel patrimonio culturale del nostro paese e della Sicilia in particolare. Le borse di studio per il liceo classico quadriennale offriranno a ragazze e ragazzi che vivono a Palermo l’opportunità di accedere a un corso di studi all’avanguardia e unico in Sicilia, il classico in quattro anni. A sostenere queste borse anche un contributo dell’avvocato Stefano Giordano, frutto di un risarcimento morale offerto dal giudice di Trento, Carlo Ancona, quale segno concreto di scuse per un “incidente” avvenuto durante un’udienza davanti al Tribunale del Riesame di Trento.

Le borse possono essere totali o parziali e saranno automaticamente rinnovate per tutti i quattro anni del corso di studi, a condizione che permangano i requisiti di merito e di reddito (ISEE documentato non superiore a 25 mila euro annui) che ne hanno determinato l’assegnazione, su valutazione insindacabile dell’Istituto.

Le domande di partecipazione al bando, reperibili sul sito www.gonzagapalermo.it oppure al fondo di questo articolo, dovranno essere indirizzate al Direttore generale dell’Istituto Gonzaga – International School Palermo, via Piersanti Mattarella 38-42, 90141 Palermo e consegnate in amministrazione Gonzaga (per il liceo classico quadriennale) e in segreteria ISP (per il liceo internazionale) entro il 12 aprile prossimo.

Per informazioni: comunicazione@gonzagapalermo.it
Bando borse di studio liceo classico quadriennale Gonzaga
Bando Borse di studio Liceo ISP

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Gesuiti educazione: nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione

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E’ datato 15 marzo  il documento con il quale il Padre Provinciale della Provincia Euromediterranea, P. Gianfranco Matarazzo SJ, ha nominato ufficialmente il nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione Gesuiti Educazione, dopo che il mandato del precedente consiglio era giunto a termine a dicembre 2017.

“Sono lieto di informarvi che – scrive Padre Matarazzo – a seguito di un lungo processo di consultazione che ha coinvolto tutte le realtà aderenti alla Fondazione Gesuiti Educazione, è stato nominato il nuovo Consiglio d’Amministrazione, composto come segue: p. Jimmy Bartolo, SJ, presidente della Fondazione, p. Angelo Schettini SJ, p. Salvo Collura, SJ, dott. Josephine Vassallo, dott. Nevila Zeneli, dott. Berardino Guarino, dott. Gianni Del Bufalo, dott. Silvia Costa e dott. Franco Roberti. Inoltre, rimangono nel loro incarico il dott. Fabrizio Pescatori, come revisore, e il dott. ing. Guido Bigotto, come direttore”.

I primi cinque membri del nuovo CdA sono stati scelti a partire dalle terne di persone suggerite dalle singole scuole e dagli altri membri della Fondazione. Gli altri quattro nuovi consiglieri sono stati individuati, secondo le indicazioni degli Statuti della Fondazione stessa, attraverso un processo di discernimento messo in atto dai primi cinque membri scelti.

Il Consiglio di Amministrazione costituisce il vertice dei processi di decisione a servizio di tutta la FGE.

La Fondazione non è più, ora, un network di istituzioni educative distribuite solo in Italia, ma è di pertinenza di tutta la Provincia Euromediterranea della Compagnia di Gesù. I membri del nuovo CdA appartengono, quindi, ai tre Paesi dove sono attualmente le nostre scuole: Albania, Italia e Malta; inoltre, sono sia gesuiti che laici, sia donne che uomini aventi, tutti, le qualità menzionate negli Statuti della Fondazione.

In occasione del suo insediamento, avvenuto lunedì 19 marzo, il nuovo Consiglio si è ritrovato presso le camerette di S. Ignazio a Roma. Questa visita, dal forte valore simbolico, rappresenta la comune radice ignaziana, che costituisce l’elemento fondante dell’intera attività apostolica in campo educativo della Fondazione.

Nella prima riunione del nuovo Consiglio, a cui ha partecipato anche il Padre Provinciale, è stato eletto vicepresidente della Fondazione il P. Angelo Schettini SJ. Successivamente, i lavori sono proseguiti dando continuità all’opera del precedente Consiglio e, in particolare, con la presentazione delle Linee Guida.

“Il servizio del nuovo CdA – dichiara il Padre Provinciale – inizia in un momento molto importante per la Provincia EUM, in quanto è in corso il processo di discernimento in relazione al Progetto apostolico della nuova Provincia. L’apostolato educativo della nostra Provincia è un servizio davvero vitale che ci pone in contatto con più di 6.400 studenti, con le loro famiglie, con il personale docente e non docente. I contesti in cui offriamo questo nostro apostolato sono molto diversi. Possiamo considerare un’autentica benedizione il fatto che ci siano così tanti laici che collaborano con noi, condividendo la stessa missione della Compagnia. La loro presenza accanto a noi ci chiede, certamente, di rispondere al loro bisogno crescente di formazione “Ignaziana”. Da parte mia, credo fortemente nel valore del nostro apostolato educativo e sono fiducioso nella buona volontà di tutti”.

“Si è percepita una gran voglia di mettersi in gioco – ha dichiarato il direttore Guido Bigotto – con una grande disponibilità di servizio, sia da parte di chi è già interno alla Fondazione e ci lavora da più o meno tempo, sia da parte di chi è entrato per la prima volta. Il clima è quello di un bel gruppo, che ha voglia di lavorare con energie, entusiasmo, competenze e dedizione. Sicuramente da questo primo incontro mi porto a casa una sensazione molto positiva”.

“E’ meraviglioso il lavoro che è stato fatto fino ad ora – esordisce P. Collura – Più lavoro in questa realtà e più mi rendo conto di quanto la Fondazione oggettivamente sia di sostegno e di supporto all’attività concreta delle singole scuole. Sono convinto che il carisma comune condiviso tra tutti i Collegi fiorisca in una misura individuale, personale e originale che va salvaguardata, sostenuta e valorizzata. Credo che la Fondazione abbia molto chiaro, già fin dai suoi Statuti, il suo prezioso obiettivo, da realizzarsi in una sana articolazione tra elasticità e radicamento nel denominatore comune. Il nuovo Consiglio, nella sua ricchezza di sensibilità e competenze, raccoglie il testimone del grande lavoro svolto da chi ci ha preceduto”.

Di seguito alcune brevi note biografiche dei componenti del nuovo Consiglio:

P. Jimmy Bartolo SJ, Presidente della Fondazione, è attualmente Rettore del Saint Aloysius College di Malta ed è subentrato in questa carica a P. Vitangelo Denora SJ. Clicca qui per leggere un suo breve profilo.

P. Salvo Collura SJ, ordinato sacerdote all’inizio del 2018, è impegnato all’Istituto Massimo di Roma nell’animazione dei ragazzi e dei giovani universitari. E’ anche il responsabile della Pastorale della rete nella Fondazione Gesuiti Educazione. Clicca qui per leggere un breve profilo di P. Collura.

P. Angelo Schettini SJ, torinese di origini, è un ex-alunno dell’Istituto Sociale e si è laureato in ingegneria al Politecnico di Torino. Nel 1998 è entrato nel Noviziato della Compagnia di Gesù a Genova. Dopo la formazione a Genova, Padova, L’Aquila e Roma, è stato ordinato sacerdote nel 2008, ha terminato la Licenza in Teologia a Boston negli Stati Uniti e il cosiddetto “terz’anno di probazione” a L’Avana (Cuba).

La dott.ssa On. Silvia Costa, giornalista, è stata Deputata alla Camera per tre Legislature (1983-1994) e dal 2009 è Parlamentare Europeo.  Co-fondatrice e primo vicepresidente di Telefono Azzurro, ha ricoperto vari incarichi come Assessore Regionale, Sottosegretario, Presidente e membro di varie commissioni soprattutto in campo culturale, sociale ed educativo.

Il dott. Gianni Del Bufalo, esperto e lavoratore del sociale, è Direttore Generale della Fondazione “Il Faro”, fondata nel 1997 per volontà di Susanna Agnelli a favore di giovani in condizioni di disagio sociale. Da oltre dieci anni collabora con il centro Astalli.

Il dott. Berardino Guarino, è attualmente il Direttore dell’Economato della Provincia Euromediterranea dei Gesuiti. Ha una formazione giuridica e ha lavorato per lungo tempo come Direttore del Centro Astalli di Roma, occupandosi di accoglienza e di attività a favore di persone in difficoltà.

Il dott. Franco Roberti, ex-alunno dell’Istituto Pontano di Napoli, di cui è stato anche presidente dell’Associazione Ex-alunni, è magistrato dal 1975. Dal 1993 al 2001 è stato Sostituto Procuratore della Direzione Nazionale Antimafia. Nel 2001 è diventato Procuratore Aggiunto presso la Procura Distrettuale di Napoli, mentre dal 25 luglio 2013 è Procuratore Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo. Grazie alla sua attività professionale e alla sua esperienza ha lavorato anche in campo formativo soprattutto in relazione all’educazione alla legalità e alla lotta alle mafie.

La dott.ssa Josephine Vassallo, maltese, è laureata in teologia e ha insegnato per trent’anni “Studi Sociali” in una scuola secondaria statale. Ha collaborato a vario titolo in campo educativo con il Ministero dell’Istruzione di Malta, con la Diocesi di Malta, con diverse istituzioni internazionali e con Università. Ha anche insegnato al Liceo P. Meshkalla di Scutari e dal 2016 era responsabile dell’Internazionalità nella Fondazione Gesuiti Educazione.

La dott.ssa Nevila Zeneli, di Tirana (Albania), è attualmente membro del Consiglio di Amministrazione del Liceo P. Meshkalla di Scutari. Dal 2008 ha collaborato con il Delegato del Provinciale dei gesuiti per l’Albania.

 

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Scuole: esame di coscienza e ambiente al centro dell’incontro dei Direttori Generali

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Si è trattato di tre giorni di lavori con ritmi serrati e molti argomenti in agenda. Il punto di partenza dei lavori è stato l’Action Statement di Rio Jesedu 2017, recentemente inviato anche dal Padre Provinciale in occasione della nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione. Si è ripreso ancora in mano questo importante documento, per condividere alcune riflessioni e, soprattutto, per discutere su quali sono le sue ricadute per i nostri Collegi e raccogliere idee su come svilupparlo. Si sono quindi scelti due punti fondamentali su cui concentrare l’attenzione, i lavori e la riflessione: l’esame di coscienza  e la politica ambientale.

La giornata di mercoledì si è conclusa con la presentazione dell’Annuario 2016/17 del Collegio S. Ignazio, a cura della dott.ssa Nicoletta Purpura e con un intervento del prof. Nicola Aricò.

Nei giorni successivi, i lavori dei Direttori Generali si sono concentrati sulle Linee Guida, in particolare sulle attività necessarie per la loro attuazione concreta nella vita e nell’agire quotidiano delle nostre Scuole. Accanto al lavoro sulle linee guida si è anche discusso e condiviso il processo di predisposizione del Piano Strategico di ciascun Collegio. Inoltre, i direttori hanno anche incominciato a lavorare sulla predisposizione di criteri e metodologie comuni e condivise che i nostri collegi possono adottare nella selezione dei responsabili e delle direzioni di ciascun collegio.

Si è quindi fatto un bilancio e un resoconto delle numerose attività di formazione svolte, soprattutto con riferimento all’ultimo anno, dal CEFAEGI. La sua attività riveste un ruolo fondamentale e imprescindibile all’interno della Fondazione al servizio delle nostre Scuole. A partire dall’intensa attività dell’ultimo anno, svolta proficuamente e con molta soddisfazione, si è predisposto il programma delle iniziative per il prossimo anno, che è stato collocato all’interno della prima bozza del calendario generale di rete per l’anno scolastico 208/19.

“I lavori di questi giorni – commenta il Presidente della Fondazione, P. Jimmy Bartolo SJ – dimostrano come il bello della rete sia proprio quello di poter lavorare insieme e di condividere buone pratiche nei nostri istituti educativi. Proveniamo da contesti diversi, ma siamo tutti uniti nel proporre un itinerario formativo Ignaziano per la crescita di molti giovani”.

“Sono molto soddisfatto per i lavori svolti – dichiara il Direttore, Guido Bigotto – e desidero ringraziare di cuore il Collegio S. Ignazio per la sua eccezionale ospitalità, calorosa e, come sempre, impeccabile”.

 

 

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La sfida per gli educatori è formare umanisti e cittadini del mondo

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Il mondo ha bisogno di “umanisti”, che sappiano leggere il mondo reale e orientarsi nella sua complessità. E i Gesuiti vogliono avere un ruolo nell’educazione di “cittadini del mondo che potranno partecipare alla globalizzazione della solidarietà, della cooperazione e della riconciliazione, una globalizzazione cioè che rispetta pienamente la dignità e la vita dell’uomo e del Creato”.

È stato il tema affrontato il 31 maggio al Gonzaga di Palermo, durante il convegno “Il coraggio del futuro. Nuovo umanesimo e cittadinanza globale”, da esperti di educazione e formazione e con l’intervento di padre Josè Alberto Mesa, segretario mondiale dell’Educazione della Compagnia di Gesù, responsabile di una rete di circa 2000 collegi nel mondo, in più di 60 Paesi.

“Bisogna rispondere ai cambiamenti con la tradizione viva – ha sottolineato padre Mesa -che è promozione dell’eccellenza umana di uomini e donne, formazione di persone competenti, di coscienza, aperti agli altri e alla solidarietà, che sappiano abbracciare l’idea di cambiamento, impegnati nel rispetto del mondo circostante e all’ecologia”. Padre Mesa ha ricordato uno dei punti cardine della pedagogia ignaziana, ossia che “il segreto dell’educazione sta nella spiritualità – ha detto – Noi non intendiamo il termine cattolico in senso esclusivo ma in modo inclusivo, noi accogliamo gli appartenenti ad altre religioni proprio in quanto cattolici”. “Discernimento, collaborazione, fare rete” sono le caratteristiche per “essere parte di questa nuova era di cambiamento, ma essere cittadini globali significa soprattutto capire di fare parte della stessa specie umana, non di più specie, e questo si fa solo con l’educazione” ha aggiunto padre Mesa.

Sono intervenuti il rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari, e il provveditore Marco Anello, che hanno sottolineato l’importanza degli studi umanistici per affrontare la complessità del mondo e la necessità di “riscoprire il valore della mobilità per essere cittadini globali”. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha osservato come “il mondo dell’educazione si interroghi sulla nuova era legata all’innovazione, alla digitalizzazione e ai grandi flussi di mobilità internazionale. La rete e la mobilità dei migranti stano cambiando una serie di luoghi comuni e stanno imponendo di confrontarsi con il significato nuovo che assumono idee tradizionali come Stato, cittadinanza, identità e patria. I Gesuiti raccolgono questa sfida, mettendo insieme tradizione e spiritualità, ponendo al centro la persona umana. C’è una straordinaria sintonia con ‘Io sono persona’, che costituisce il punto di riferimento dell’accoglienza a Palermo”. A coordinare i lavori padre Vitangelo Denora, direttore generale del Gonzaga-ISP, che ha sottolineato come l’impegno educativo dei Gesuiti sia orientato “contro la retorica negativa del futuro” che dilaga nella società.

Durante la mattinata sono state assegnate le borse di studio per il liceo internazionale IB, promosse in collaborazione con l’Istituto Arrupe e il Centro Astalli e rivolte a ragazzi meritevoli e a basso reddito, provenienti da ogni parte del mondo. Sono dedicate alla memoria di un’alunna scomparsa prematuramente, Gloria Giulia Allotta. Frequenteranno il primo anno del liceo internazionale IB (International Baccalaureate), grazie alla borsa di studio, John Mc Arthur Regencia, la cui famiglia è originaria delle Filippine, e Ritesh Mohamed Mothasin Millet, originario del Bangladesh.

Padre Eraldo Cacchione, preside dei Licei del Gonzaga, Carlo Ilotte e Ludovico Grillo Pasquarelli, studenti delle scuole della rete della Compagnia di Gesù, diplomati IB, hanno presentato agli studenti il nuovo liceo classico quadriennale del Gonzaga e il liceo internazionale IB. Al termine della manifestazione sono stati premiati tutti gli studenti che si sono distinti particolarmente durante l’anno scolast

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“Noi ve la cantiamo così”: al Pontano passione, musica e solidarietà!

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“… Noi ve le cantiamo così” è il primo album, dopo “Il disco del cuore per Amatrice” e il Dvd “Libertà…”, interamente ideato e prodotto dalla Pontano Music Academy (guarda qui il promo del CD). Il filo conduttore di questo ultimo progetto è stato quello di selezionare una dozzina di canzoni inglesi e americane che fossero state al primo posto nelle classifiche di Billboard, la più importante rivista musicale del mondo, nel periodo che va dalla fine degli anni ’70 agli inizi degli anni ’90 e che, contemporaneamente, fossero state grandi successi anche in Italia. Il titolo “… Noi ve le cantiamo così” è una sorta di omaggio che i ragazzi della band fanno alla generazione degli “anta”, di cui fanno parte anche i loro genitori, in una sorta di ritorno al futuro musicale.

Alle 13 canzoni in lingua inglese è stata abbinata la canzone italiana di maggior successo di tutti i tempi: Volare (“nel blu dipinto di blu”) dell’indimenticabile Domenico Modugno e che, tra l’altro, è l’unica canzone italiana ad essere stata al primo posto (agosto/settembre del 1958) nella classifica statunitense di Billboard.

“Con Volare abbiamo pensato di realizzare un brano che unisse tutte le componenti della nostra scuola, dagli studenti, ai docenti e agli ex-alunni e ispirandoci all’iniziativa del 1985: Musicaitalia per l’Etiopia quando artisti del calibro di Dalla, De Andrè, Fossati, Nannini, Milva giusto per ricordarne alcuni, che sulla scia di USA for Africa e BandAid, ebbe lo scopo di raccogliere fondi da devolvere in favore dell’Etiopia. Il nostro CD nasce con gli stessi ideali di solidarietà e abbraccia il progetto del MAGIS relativo al sostegno a distanza”.

La Pontano Music Academy è nata da una intuizione del prof. Cicci Serra dell’Istituto Pontano  il quale, nella tarda primavera del 2015,  ha chiamato a raccolta un gruppo di professionisti, “che fossero innanzitutto dei didatti e che, oltre al virtuosismo, avessero un’anima ed un cuore per contribuire, con il loro esempio e con la loro bravura, alla crescita umana e personale dei nostri ragazzi”. Così, in punta di piedi, nell’ottobre del 2015, con un bel concerto nel salone degli specchi del Pontano, presentammo la squadra alle famiglie, agli allievi e agli ex-alunni del Pontano. Dall’insegnante di Pianoforte, nonché direttore dell’accademia, Francesco Capriello, a quello di batteria & percussioni, Agostino Mennella  turnista napoletano e storico componente della band di Nino D’Angelo, da Oscar Montalbano chitarrista classico e Jazz, al Dj Producer con un giovanissimo musicista di origini calabresi, che ultimamente ha lavorato tra gli altri per TV2000, e Zulu dei 99 Posse.

Nell’estate del 2016 poi la Pontano Music Academy  incide “Il disco del cuore per Amatrice”, realizza un video per ogni canzone e, in collaborazione con il regista Claudio D’Avascio, nasce il film del cuore per Amatrice.

Il  9 giugno 2017, nel cortile del Pontano davanti a 500 spettatori, tra i quali Paolo Siani (presidente della fondazione “Polis”) e Rosy Bindi (presidente della commissione bicamerale antimafia), è stato presentato e realizzato il secondo lavoro: il DVD Libertà. Anche questo spettacolo nasceva dalla collaborazione con i docenti di Filosofia sulle tematiche della libertà. Il disco in questione è stato l’inizio della collaborazione anche con il Magis, in quanto i proventi dello stesso sono stati destinati alla missione dei gesuiti nella capitale del Togo, Lomè.

Dopo il terzo lavoro, presentato il 24 maggio,  “la PMA non si ferma certo qui”, racconta il professor Cicci Serra. “Dopo aver prodotto il terzo CD c’è la voglia di essere sempre più “autonomi” tecnicamente e il sogno è quello di dotarci di uno studio di registrazione interno nonché di una completa “riorganizzazione” degli spazi dell’accademia incluso il nostro piccolo auditorium. Un altro sogno nel cassetto è quello di far cantare in un disco anche alcuni Padri Gesuiti… già ho avuto alcune segnalazioni su Padri che sono molto intonati… adesso non mi resta che convincerli…. continuando così questo percorso di musica e solidarietà!”.

 

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Robotica e creatività al servizio del bene comune

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La First Lego League è una competizione mondiale di scienza e robotica che, quest’anno, ha visto la partecipazione di oltre 255.000 studenti dai 9 ai 16 anni, organizzati in 32.000 squadre provenienti da 88 nazioni del mondo.

Nella First Lego League le squadre progettano, costruiscono e programmano robot autonomi, applicandoli a problemi reali per cercare soluzioni innovative. Non solo tecnologia: i team vengono valutati anche su un insieme di valori quali la competizione amichevole, la condivisione di esperienze con gli altri team, il divertimento, lo spirito di gruppo, l’innovazione.

Lunedì 14 maggio 2018 presso la Sala Aldo Moro del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) oltre cento ragazzi sono stati ricevuti dal Direttore Generale Ordinamenti scolastici del MIUR Maria Assunta Palermo, seguendo la tradizione della manifestazione mondiale dove alcuni selezionatissimi team sono invitati direttamente alla Casa Bianca.

I nostri studenti dell’Istituto Massimo sono stati premiati dal MIUR grazie al terzo posto ottenuto fra le 151 squadre partecipanti. Il nostro team, composto per lo più da bambini di 10 anni, si distingueva per età rispetto alle altre squadre vincitrici composte da studenti di 15-16 anni.

Nell’ambito della First Lego League Italia, un comitato scientifico formato dai giudici della manifestazione (ricercatori, docenti, scienziati) e un rappresentante del MIUR, ha selezionato i più interessanti progetti scientifici presentati dai team partecipanti da tutta Italia. L’ACQUA è stato il grande tema di attualità su cui hanno lavorato i ragazzi, trovando soluzioni ai problemi legati all’utilizzo, alla mobilitazione, alla tutela di una risorsa tanto preziosa e fragile come quella idrica.

I ragazzi dell’Istituto hanno presentato il progetto Water Lab che è stato ideato e realizzato durante  Making Water Techs 4.0;  un corso extracurricolare impostato secondo la 5 fasi della pedagogia ignaziana. Durante il corso 30 studenti dai 10 ai 17 anni hanno costruito il loro Water Lab: laboratori elettronici galleggianti dotati di sensori che comunicano su internet la possibile presenza di fonti d’inquinamento misurando in tempo reale specifici parametri (temperatura, conducibilità, pH, torbidità ed ossigeno disciolto). Un laboratorio low cost, trascinato da modellini di barche a vela, per monitorare la salubrità dell’acqua.

Il laboratorio è stato realizzato con materiali riciclabili e open source, in modo da rappresentare una possibile risposta low-cost ad uno degli obiettivi prioritari dell’ONU: garantire a tutti la disponibilità di acqua. Gli ultimi rapporti diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sostengono che il 30% della popolazione mondiale non ha acqua salubre e il 60% della popolazione non ha servizi igienici sicuri. Circa 800 bambini muoiono ogni giorno per malattie intestinali e, inoltre, numerosi Paesi non dispongono neppure di dati sufficienti per valutare la qualità dell’acqua.

La squadra dell’Istituto Massimo, oltre a questo premio prestigioso del MIUR, ha anche ottenuto il quinto posto assoluto alle finali nazionali della First Lego League a Rovereto qualificandosi per l’Estonian Open International. I nostri piccoli campioni (10-13 anni) il 6 giugno sono quindi volati a Tallinn dove hanno rappresentato l’Italia in una competizione mondiale in cui erano presenti 98 squadre ben più anziane provenienti da tutto il mondo.

Questa manifestazione mondiale è accreditata per l’Italia dal MIUR a valorizzare le eccellenze fra gli studenti italiani nel campo della robotica.

Come suggerito dal Papa: “Il nostro tempo non ha bisogno di “giovani-divano””.  L’esperien za di questi corsi mostra che i ragazzi hanno enormi potenzialità come delle “Ferrari”: se si addestrano durate il periodo scolastico su strade ad alta velocità non rischiano di andare a 20 all’ora per tutta la vita.

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Malta: formati dai gesuiti, universitari in servizio volontario all’estero

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Ancora una volta quest’anno 60 studenti dell’Università di Malta stanno ultimando la loro preparazione prima di partire per il servizio volontario all’estero. Le diverse esperienze, organizzate dalla Cappellania Universitaria guidata dai gesuiti, comprendono servizi a supporto delle suore di Madre Teresa nella promozione di centri estivi per bambini a Londra, Palermo, Napoli e Firenze.

Un altro gruppo partirà per l’Etiopia mentre altri ancora percorreranno il Cammino di Santiago.

Le iniziative si svolgeranno principalmente nel mese di luglio.

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Il Papa dichiara venerabile Carlo Acutis

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Con il titolo di “venerabile” la Chiesa Cattolica riconosce ufficialmente e formalmente che Carlo ha vissuto in grado eroico le virtù cristiane. È il primo passo che potrebbe portarlo prima alla beatificazione e poi alla canonizzazione.

Carlo Acutis è molto conosciuto, anche a livello internazionale, grazie alle sue straordinarie capacità informatiche, che mise al servizio del Vangelo e della Chiesa.  Attraverso internet e i social network portò il messaggio cristiano tra i suoi coetanei e tra quanti venivano a contatto con lui. Per questa sua innovativa azione, può essere considerato un modello di riferimento per quanti operano nel mondo della comunicazione sociale. ​Il suo motto era: “Tutti nascono come originali ma molti muoiono come fotocopie”. Per lui ogni persona nasceva come un essere unico e irripetibile.

L’amore all’Eucaristia e alla Vergine Maria, furono i cardini della sua vita. Di profonda preghiera e frequenza ai sacramenti, Carlo aveva compreso fin da giovanissimo che, per una efficace azione missionaria, occorreva un’autentica vita spirituale. Da qui la partecipazione alla Messa quotidiana sin dall’età di sette anni e la recita del Santo Rosario, l’appuntamento più galante della giornata con l’unica Donna – la Vergine Maria – della sua vita.  «L’Eucarestia – diceva – è la mia autostrada per il cielo».

Carlo Acutis è sepolto ad Assisi. E proprio ad Assisi le classi Terze dei Licei del Leone XIII si recheranno in pellegrinaggio a settembre, per portare il loro saluto a Carlo e per pregare insieme nel luogo dove riposa.

Altre informazioni sul sito ufficiale, www.carloacutis.com 

 

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Gesuiti educazione: a Caorle per definire le priorità

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Dal 9 all’11 luglio 2018 si sono tenuti a Caorle (VE) l’Assemblea della Fondazione Gesuiti Educazione, il Consiglio di Amministrazione ed incontri di programmazione con i Direttori Generali e la Commissione per la Proposta Educativa Ignaziana (CPEI). Tre giorni di intensi lavori incentrati sul bilancio dell’anno scolastico trascorso e, soprattutto, sull’impostazione dei lavori e sulle linee da seguire per il prossimo anno.

In particolare, due gli aspetti centrali emersi: la condivisione dei lavori svolti fino a ora e la continuazione dei lavori sul progetto apostolico, sui piani strategici delle scuole, con la definizione della vision e delle mission e i passaggi successivi all’analisi effettuata del contesto. Il secondo punto riguarda invece l’attuazione delle due priorità scelte tra i punti dell’Action Statement della Conferenza mondiale JESEDU di Rio de Janeiro: l’esame di coscienza e l’attenzione all’ambiente e al cambiamento climatico.

Come introdurre l’esame di coscienza nelle scuole, nelle attività quotidiane con gli alunni, i docenti, le famiglie? Quali politiche costruire, avendo come linea guida la Laudato Si’ di papa Francesco, sulla salvaguardia del creato? Come educare i  ragazzi a una sensibilità particolare verso queste tematiche e verso queste problematiche globali? Su queste due linee di azione l’impegno comune è studiare modalità, strategie e attività educative da proporre e realizzare nelle scuole, nei progetti comuni di rete e nei progetti internazionali per i prossimi anni.

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Quando la scuola non va in vacanza

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Anche l’estate, seppure nel rispetto del dovuto e necessario periodo di riposo, è tempo propizio per svolgere attività
di alto valore per la propria crescita umana, spirituale, culturale.
Per questo, le scuole della rete Gesuiti Educazione propongono a diverso titolo e in diverse modalità iniziative diversificate per tipologia, età e modalità: campi estivi, corsi e laboratori, pellegrinaggi. Tra le iniziative di rete, da segnalare in particolare: i “cammini” e i campi missionari. “I cammini di rete (#cammineRete2018)” spiega P. Jimmy Bartolo SJ, “proposti ai giovani delle nostre scuole sono due: quello da Xavier a Loyola, dal 19 al 28 luglio sul
tema instabilità e trasgressione: Gesuiti e scelte, e quello verso Santiago di Compostela, dal 29 luglio al 10 agosto, sul tema: Servono radici e ali: scelgo Dio”. I campi missionari, invece, sono organizzati in collaborazione con la Lega Missionaria Studenti, propongono vari turni di servizio a Sighet in Romania, in Perù, in Africa (Kenya) e in altre località. “In questo modo” aggiunge “l’esperienza estiva diventa servizio al prossimo, in un Paese diverso, a contatto con altre persone, famiglie, culture, per crescere umanamente come uomini per e con gli altri”

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Servizio, cammino e studio: l’estate in Albania

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Esperienze diverse e complementari rispetto a quelle scolastiche sono state ospitate al ginnasio Meshkalla di Scutari questa estate. A luglio, un gruppo di alunni, guidati dai componenti dell’equipe pastorale, hanno trascorso otto giorni insieme, formandosi e lavorando come animatori in un campo di servizio per bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni di Fermentim, periferia di Scutari, con tema “la storia di Davide”. Molto apprezzata la visita di p. Salvatore Collura SJ accompagnato da tre allievi dei licei italiani.

Ad agosto, un piccolo gruppo di studenti ha preso parte, per la prima volta, al pellegrinaggio a Santiago promosso dalla pastorale della Rete Gesuiti Educazione. “Ognuno di loro è stato toccato da un’esperienza che ha aiutato ciascuno a rileggere con la metafora esperienziale del cammino il proprio percorso di crescita” sottolinea p. Giangiacomo Ghiglia SJ, direttore del Meskalla. Nella seconda metà di agosto, il ginnasio ha aperto le porte con la “scuola estiva”: 15 giorni di sostegno nello studio a circa 45 studenti divisi in due classi, desiderosi di iniziare al meglio il nuovo anno. “Con impegno” aggiunge Ghiglia “stanno lavorando per conoscersi e migliorare insieme nelle materie in cui presentano più difficoltà, coadiuvati da professori, equipe pastorale e psicologa”.

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Sicilia, padre Denora eletto nuovo presidente regionale della Fidae

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Padre Vitangelo Carlo Maria Denora, gesuita, direttore generale del Gonzaga di Palermo, è stato eletto il 5 ottobre a Catania presidente della Fidae Sicilia, nel corso dell’assemblea regionale della Federazione istituti dipendenti o riconosciuti dalla autorità ecclesiastica. La Fidae, costituita nel 1945, è stata la prima associazione a occuparsi in maniera sistematica e organizzata delle scuole cattoliche.

Padre Denora, già presidente della Fidae Piemonte-Val d’Aosta e componente del Consiglio nazionale della Fidae, oltre che del Consiglio nazionale della Scuola cattolica, subentra al salesiano don Salvatore Mangiapane. «Nel mio nuovo servizio è mia intenzione promuovere il lavoro in Rete e lo scambio di esperienze e buone pratiche tra le scuole cattoliche della Sicilia e con altre realtà nazionali. Come scuole paritarie vogliamo e dobbiamo dare un importante contributo alle sfide educative del nostro tempo e della nostra terra, in continuità con il carisma educativo dei nostri fondatori» ha dichiarato padre Denora, già delegato per l’Educazione della Provincia Euromediterranea della Compagnia di Gesù.

All’assemblea, a cui hanno partecipato rappresentanti delle scuole cattoliche delle diverse province siciliane, è intervenuta la presidente nazionale Virginia Kaladich. «È importante che ogni realtà scolastica – ha affermato la presidente Kaladich – sia anche una vera comunità di vita, mettendo il proprio carisma al servizio della causa comune, per interloquire con la comunità ecclesiale e la comunità civile».

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Gli studenti raccontano i tesori del Gonzaga

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Gli antichi altari barocchi salvati dalla demolizione di una chiesa in pieno centro storico e il patrimonio librario della Compagnia di Gesù custodito nel Fondo antico con 24 mila volumi: sono le gemme più preziose dell’Istituto Gonzaga di Palermo, inserite nel percorso de «Le vie dei tesori» di quest’anno (visite venerdì e sabato dalle 10 alle 18, domenica dalle 10 alle 13) e che gli studenti dei licei hanno raccontato nel dettaglio ai visitatori durante un pomeriggio speciale, venerdì 26 ottobre.

I ragazzi  hanno svelato i segreti di alcuni volumi di particolare pregio del Fondo librario antico (incunaboli, antifonari/manoscritti, itinerarium Rosaliae), ma anche l’affascinante storia della Cappella San Giuseppe, costruita a partire dal 1921, per volere del superiore dei Gesuiti padre Pasquale Borrello, ma nel 1927 abbellita dall’inserimento di tre altari barocchi in marmo policromo donati dal cardinale Lualdi e provenienti dalla chiesa di Santa Maria della Grotta, un tempo appartenente al Collegio Massimo dei Gesuiti in via Toledo (oggi corso Vittorio Emanuele) che, a causa delle leggi anticlericali borboniche (1767) e sabaude (1866), venne prima confiscata alla Compagnia e poi gradualmente smantellata per diventare vano di accesso dell’attuale Biblioteca regionale.

A guidare gli studenti in questo percorso padre Vitangelo Denora sj, direttore generale del Gonzaga-Isp, il professor Andrea Ferruggia, storico e docente del Gonzaga, la professoressa Milena Libutti, bibliotecaria.

«È molto bello e significativo che siano i nostri liceali a fare da padroni di casa conducendo turisti, palermitani e non, alla scoperta dei tesori che custodiamo da secoli – sottolinea padre Denora – e accompagnandoci tutti alla scoperta della storia di questo istituto che si prepara a celebrare il suo compleanno numero 100».

 

 

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Il Collegio St. Aloysium apre alle ragazze

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La scuola primaria del Collegio St. Aloysius apre alle ragazze. Presenti il delegato P. Michael Bugeja, il rettore P. Jimmy Bartolo, il presidente del collegio, John Galdes, il direttore scolastico, Daniela Camilleri Sacco con educatori e personale. “Un processo di discernimento”, ha sottolineato John Galdes, “che è durato tre anni con la collaborazione di esperti, insegnanti e gesuiti”. “Siamo molto orgogliosi di questo momento” ha sottolineato il rettore. “Insieme possiamo essere segno di speranza nella società di oggi, mentre lavoriamo per il bene comune” ha aggiunto p. Michael Bugeja. Il tema del nuovo anno accademico è “Vivi”.

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Scuole e classifiche: le persone non sono solo numeri

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“Sicuramente siamo molto contenti per il nostro Istituto Gonzaga di Palermo, che per il secondo anno consecutivo è al primo posto nella classifica dei licei classici cittadini, così come per il nostro Istituto Massimo di Roma, che è tra i primi 10 licei della capitale”, scrive la Fondazione.

“Siamo contenti dell’ottima posizione del Liceo Classico del Gonzaga – afferma P. Vitangelo Denora SJ, direttore generale del Gonzaga-ISP – perché da anni, come Gesuiti, stiamo sostenendo il percorso di studi del liceo classico, rimanendo convinti della sua grande attualità per il mondo di oggi. Esso infatti, ad una lettura non superficiale e secondo tutti gli studi più avanzati sul tema, promuove le vere competenze chiave per la sfida di oggi, che è vivere nella complessità con senso critico e creatività”.

Sicuramente questi risultati sono per noi motivo di grande soddisfazione e segno dell’impegno e del lavoro che la Compagnia di Gesù investe in campo educativo. Tuttavia, con l’approccio “ignaziano” che ci contraddistingue, desideriamo andare un po’ oltre il semplice “risultato numerico” e invitare a una certa “prudenza” nella lettura di questi dati.

In tempi di open day, presentazioni e apertura delle iscrizioni per il prossimo anno, le valutazioni offerte da Eduscopio cercano di offrire qualche elemento in più alle famiglie e agli studenti che devono prendere una decisione impegnativa e non facile per il loro futuro relativamente alla scelta della scuola a cui iscriversi. Da molti, però, vengono viste e interpretate come un giudizio sulla “bontà” di una scuola e una valutazione sul servizio offerto.

Ci preme quindi sottolineare alcuni aspetti, a nostro avviso rilevanti, da cui non si può prescindere nella “lettura” di queste “classifiche”, che possono comunque offrire anche elementi utili per le famiglie.

La prima considerazione, di natura più “tecnica”, riguarda il fatto che i dati presentati sono comunque piuttosto “datati”, in quanto considerano i risultati universitari degli ex-alunni negli anni accademici 2013/14, 2014/2015 e 2015/2016 e, di conseguenza, sono relativi a studenti che hanno frequentato le scuole superiori cinque o sei anni fa. Considerato che il principale documento di “programmazione” delle scuole (il cosiddetto PTOF – Piano Triennale dell’Offerta Formativa) ha una cadenza triennale (come indicato dal nome stesso), è evidente che una scuola, nell’arco di 5-6 anni, può cambiare anche significativamente in termini di percorsi di studio, offerta formativa, attività e servizi.

In secondo luogo, lo studio della Fondazione Agnelli non prende in considerazione tutti gli studenti che proseguono i loro studi all’estero, anzi, li considera come “abbandoni”. In questo caso, quindi, gli studenti spesso migliori e più preparati delle nostre scuole, che vanno a studiare in prestigiose università straniere, rappresenterebbero addirittura una “penalizzazione” per la posizione della scuola nella graduatoria. Per alcune delle nostre scuole, aperte al mondo e con una forte internazionalità, con contatti diretti con università straniere (anche della rete dei gesuiti) può rappresentare un indiscutibile elemento di criticità che comunque falsa la lettura della situazione.

Il terzo aspetto, che ci pare il più rilevante, risiede nel fatto che questa graduatoria “misura” il successo della scuola solo ed esclusivamente con un unico parametro: il successo in campo universitario dei propri ex-alunni. Indubbiamente questo aspetto è utile e importante, ma certamente non è l’unico e forse nemmeno il più significativo.

“La formazione che nelle scuole ignaziane cerchiamo di offrire – commenta P. Jimmy Bartolo SJ, Presidente della Fondazione Gesuiti Educazione e direttore generale del St. Aloysius College di Malta – è fondata su quelle che noi chiamiamo le 4C, cioè persone con quattro caratteristiche fondamentali: Competent, Compassionate, of Conscience e Committed. E’ quello che, per lunghi anni a livello mondiale si identificava come lo “slogan” della missione educativa dei gesuiti: formare uomini e donne con e per gli altri, “leaders nel servizio”, accademicamente preparate e aperte al mondo. Per noi conta la persona nella sua interezza, la sua crescita integrale, il suo essere con e per gli altri, in un mondo aperto, globale, più giusto e più “umano”. La nostra missione è quella di accompagnare i nostri ragazzi nel lungo e impegnativo percorso di crescita, aiutandoli a comprendere e valorizzare i loro talenti, con una cura personale”.

“E’ interessante la fotografia delle scuole realizzata da Eduscopio – conclude P. Giovanni La Manna SJ, Direttore Generale del Massimo – ma si basa su un solo criterio. Possiamo misurare uomini e donne, la loro crescita culturale e umana, con il criterio dell’andamento del loro primo anno di università e, da questo, dedurne la bontà di una scuola? Le persone non sono solo numeri!”.

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Non uno sport cristiano, ma una visione cristiana dello sport

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Lo sport oggi è un campo in cui può passare un messaggio educativo forte, in connessione con la tradizione pedagogica e spirituale ignaziana. Per questo anche realtà come il Centro Schuster sono entrate nella Rete come partecipanti alla Fondazione, al pari dei Collegi di Italia, Malta e Albania.

Nelle Linee Guida per le scuole della rete Gesuiti Educazione sono infatti esplicitamente “previsti percorsi formativi dedicati agli educatori sportivi allenatori e responsabili che lavorano nei centri sportivi che operano all’interno della rete Gesuiti educazione. Analogamente a quanto avviene nell’ambito scolastico, si tratta di percorsi formativi sistematici e continuativi, a vari livelli e progressivi, che prendono avvio dall’analisi dei bisogni dell’attuale contesto dei centri sportivi, in linea con la tradizione pedagogiche ignaziana. Lo scopo è di formare gli educatori sportivi alla conoscenza e alla condivisione della tradizione ignaziana, al suo peculiare orizzonte pedagogico, alle finalità formative e alla qualità professionale e relazionale, che devono caratterizzare l’agire personale istituzionale anche nell’educazione attraverso lo sport. Infatti, il modello pedagogico ignaziano si applica ad ogni tipo di insegnamento e, dunque, non solo alle discipline scolastiche, ma a tutte le attività parascolastiche ed extrascolastiche, tra cui anche lo sport”.

In continuità e coerenza con il percorso sperimentato nelle scuole, il progetto di formazione per gli educatori sportivi tende al modello dell'”allenatore riflessivo”, vale a dire un educatore capace di tornare a riflettere sulla propria esperienza e pratica, per meglio comprenderla e innescare quindi un vero cambiamento personale. L’orizzonte dell’allenatore riflessivo appare infatti essere quello che meglio recupera quanto di più proprio via è nella tradizione ignaziana.

Anche al di fuori della nostra rete, si percepisce chiaramente una crescente attenzione verso l’educazione attraverso lo sport. Lo scorso giugno il Dicastero Vaticano per i Laici, la Famiglia e la Vita ha pubblicato «Dare il meglio di sé», un documento sulla prospettiva cristiana dello sport e della persona umana.

Si legge in questo documento che “la Chiesa ha una visione della persona, come unità di corpo, anima e spirito, e rifugge idee di riduzionismo nello sport che sviliscono la dignità della persona. “La Chiesa si interessa di sport perché le sta a cuore l’uomo, tutto l’uomo, e riconosce che l’attività sportiva incide sulla formazione della persona, sulle relazioni, sulla spiritualità”. E aggiunge che “non esiste uno sport cristiano, ma è invece pienamente legittima una visione cristiana di sport, che non si limita a conferire a esso i valori etici universalmente condivisi, ma avanza una prospettiva propria, innovativa e coerente, nella convinzione di fare un servizio sia allo sport che alla persona e alla società”.

In un punto, proprio questo documento sottolinea inoltre come “Non può esistere una pastorale dello sport senza una strategia educativa. Questo comporta il coinvolgimento attivo di tutti coloro che hanno scelto, nelle diverse modalità, di offrire il proprio servizio alla Chiesa attraverso lo sport. La Chiesa ha bisogno di educatori e non di prestatori d’opera. La pastorale sportiva non si può improvvisare, ma necessita di persone preparate e motivate a riscoprire la finalità educativa dello sport e a mettersi in gioco al servizio di una visione cristiana dello sport.
Nello sport gli allenatori, gli arbitri, gli insegnanti e i dirigenti giocano un ruolo fondamentale nell’orientare i comportamenti degli atleti e giocatori. Una formazione […] pensata per loro è improrogabile per promuovere uno sport a misura di persona. Infatti molti di loro sono costantemente alla ricerca del progetto migliore, più completo e unitario per i loro giocatori”.

E’ esattamente su queste domande, in questa linea, con le specificità della tradizione ignaziana, che un gruppo di allenatori del Centro Schuster e del Centro Sportivo del Leone XIII, animato dall’Equipe Cefaegi, ha lavorato, confrontandosi sul lavoro di allenatori e ragionando su se stessi, proprio perché ogni tipo di allenamento  passa messaggi chiari all’interno di una dinamica relazione educativa . E’ importante interrogarsi su questi aspetti e cercare di essere consapevoli. Il percorso formativo avrà ancora altre due tappe, proprio per andare alle radici della Pedagogia Ignaziana vissuta nell’ambito dello sport.

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La Pastorale di rete e il coraggio di affrontare le sfide

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40 giovani “delegati” dalle scuole ignaziane hanno visitato l’Albania, in particolare Tirana e Scutari, incontrato persone, partecipato a workshop. Si sono interrogati, confrontati, hanno riflettuto su dati, fatti, eventi e sulla realtà in cui viviamo, con un respiro globale.

“Questo Forum2019 è stata una prima esperienza di “sentire ignaziano comune” – racconta P. Salvo Collura SJ, responsabile della Pastorale di rete – non più a partire solo dal quarto anno dei Licei e dal Kairòs, ma già dagli anni precedenti e in particolare dal terzo”.

Diverse le domande che hanno interpellato i presenti:
Si può sognare ancora, da cristiani, un mondo in cui i diritti umani abbiano/siano valore?
Si può ancora sperare e lottare per dare vita ai giorni e non solo giorni alla vita?
Possiamo ancora credere che, prima dei capitali e dei traffici d’esseri umani, ci sia davvero posto per dare valore al battito di ogni singolo cuore sulla terra?
Possiamo farlo da studenti ignaziani?

Il prof. Massimo Cermelli, in uno degli incontri di formazione su Diritti Umani, Ambiente, Immigrazione, ha guidato i partecipanti in una analisi sociopolitica, invitando i ragazzi a guardare alla realtà partendo dal “di piu”, dal Magis, che la abita. A maggiori disuguaglianze sociali non corrisponde maggiore sviluppo. Si è quindi rifletutto su una Pastorale di rete che abbia il coraggio di affrontare le sfide delle scienze umane e farsi azione politica. Si è riflettuto sul fatto che i disastri e le calamità naturali sono la prima causa di migrazione. Eppure, la percezione comune non è questa. Abbiamo un difetto negli strumenti di analisi o nella percezione della realtà?

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Le preferenze apostoliche nelle scuole ignaziane

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Le quattro preferenze apostoliche dovrebbero indicare il “modo di procedere” e gli impegni dei gesuiti e dei loro associati nei prossimi 10 anni. Esse rappresentano quindi i punti di riferimento fondamentali, che orientano le azioni di tutta la Compagnia, catturano l’immaginazione, risvegliano desideri e uniscono nel servizio nella missione. Sono state individuati dopo due anni di intenso discernimento comunitario, richiesto nel 2016 dalla 36ma Congregazione Generale. ll lavoro effettuato era stato presentato a febbraio a papa Francesco che, dopo un tempo di preghiera, ha riconsegnato il lavoro al Padre Generale, come missione per la Compagnia.

Sinteticamente, queste quattro preferenze apostoliche sono:

Promuovere il discernimento e gli Esercizi spirituali: aiutare le persone a trovare Gesù Cristo e a seguirlo;
Camminare con gli esclusi: camminare al fianco dei poveri, dei vulnerabili, degli esclusi e di coloro che la società considera inutili, in una missione di riconciliazione e giustizia;
Accompagnare i giovani in cammino: accompagnare i giovani nella creazione di un futuro pieno di speranza
Prendersi cura della nostra casa comune: lavorare, con profondità evangelica, per la protezione e il rinnovamento della Creazione di Dio.

La terza preferenza riguarda esplicitamente l’accompagnamento dei giovani, nella loro crescita e, quindi, anche nella loro formazione ed educazione. E’ il fulcro del lavoro delle nostre scuole.

Queste quattro preferenze mettono a fuoco in modo efficace e chiaro le “linee” della missione universale della Compagnia di Gesù, in piena sintonia con quelle della Provincia Euromediterranea e, di conseguenza, anche di quella delle scuole. Consentono dunque di confermare e proseguire con rinnovata energia il percorso che nelle scuole, anche sulla scia delle indicazioni dell’Action Statement di Rio e delle Linee Guida, si sta facendo per orientare e rendere più efficaci e incisive le attività con i giovani.

“Vedo una perfetta e bellissima sintonia e armonia tra questi documenti ai diversi livelli e nei diversi ambiti apostolici della Compagnia – commenta P. Jimmy Bartolo SJ, Presidente della Fondazione Gesuiti Educazione – La nostra sfida ora è quella di farli conoscere, di renderli propri e di armonizzare le nostre azioni in questa direzione”.

La proposta pastorale nelle scuole prevede, infatti, proprio la promozione del discernimento e attività con i ragazzi che, attraverso un percorso graduale e adatto a ciascuna età (ad esempio con ritiri spirituali o con l’esperienza del Kairos), culmina con la proposta proprio degli Esercizi Spirituali nell’ultimo anno del Liceo.

Anche per i Docenti, la proposta degli Esercizi Spirituali, solitamente in tempo di quaresima o di Pasqua, sia a livello di rete sia a livello di singole scuole, rappresenta un elemento caratterizzante per la formazione personale.

Inoltre, una specifica priorità scelta dalla nostra rete Gesuiti Educazione in base all’Action Statement di Rio, consiste proprio nell’introduzione dell’EXAMEN, una caratteristica tipicamente ignaziana di “rilettura” delle esperienze vissute e della propria “quotidianità” per orientare le nostre attività e scorgere l’azione di Dio nella nostra vita.

Anche l’attenzione alla casa comune è una priorità a cui da alcuni anni stanno lavorando le scuole, attraverso progetti  di “cittadinanza globale“, cogliendo le ricche indicazioni della Laudato sì di Papa Francesco, in un’ottica universale, educando i giovani a vivere da cittadini globali, convinti che, come diceva padre Nadal, “il mondo è la nostra casa”.

Infine, anche l’attenzione agli esclusi, ai poveri, a chi è “meno fortunato”, costituisce da sempre un elemento identificativo delle scuole. In molte realtà della nostra rete da tempo esistono progetti e attività di questo genere. Tra le più significative sicuramente la proposta dei campi di lavoro estivi, in collaborazione con la CVX-LMS, così come le attività in collaborazione con il Centro Astalli e il JRS. Più nel piccolo, in quasi tutte le scuole sono previste attività che portano ad entrare in contatto con chi è emarginato, escluso, povero, emarginato, “scartato dalla società”.

 

 

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Francesco agli studenti del Visconti: “amare in maniera pulita, con il cuore allargato”

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“Amare in maniera pulita, con un cuore allargato ogni giorno”. Lo ha detto Papa Francesco agli studenti del liceo classico statale “Ennio Quirino Visconti” di Roma, ricevuti il 13 aprile nell’Aula Paolo VI, in occasione dell’Anno Giubilare Aloisiano. Il liceo ha sede nel quadrilatero del collegio romano, che comprende la chiesa di sant’Ignazio dopo riposa san Luigi Gonzaga, del quale ricorrono i 450 anni della nascita. Il santo, «patrono dei giovani», non si fece «trascinare dal carrierismo e dal dio denaro», ha detto il Papa. Per seguire il suo esempio occorre «curare la propria interiorità», che «presuppone la capacità di ritagliarsi spazi di silenzio». «Liberatevi dalla dipendenza dal telefonino», ha ammonito Francesco, perché «quando tu diventi schiavo del telefonino, perdi la tua libertà. Il telefonino è per comunicare», ma «c’è il pericolo che, quando il telefonino è droga, la comunicazione si riduca a semplici “contatti”».

Di san Luigi il pontefice ha segnalato “la capacità di amare con cuore puro e libero”. “Solo chi ama arriva a conoscere Dio”. Così ha evidenziato le “due dimensioni” che “nella vita affettiva sono essenziali”: il pudore e la fedeltà. “L’amore non è un gioco, è la cosa più bella che Dio ci ha dato. Dio ha dato a noi questa capacità: non sporcarla con il non-pudore e con l’infedeltà”, ha aggiunto parlando a braccio. E ancora nelle parole del Papa l’importanza del “senso del pudore”, che “rimanda alla coscienza vigilante a difesa della dignità della persona e dell’amore autentico, proprio per non banalizzare il linguaggio del corpo”. “La fedeltà, poi, insieme al rispetto dell’altro, è una dimensione imprescindibile di ogni vera relazione di amore – ha affermato Francesco -, poiché non si può giocare con i sentimenti. Ma amare non è solo un’espressione del vincolo affettivo di coppia o di amicizia forte, bella e fraterna”.

Quindi Francesco ha citato «la capacità di amare con cuore puro e libero» del santo, e «l’impegno solidale verso il prossimo, specie i più poveri». Come «il volontariato», ha sottolineato, «una delle cose più belle e più forti che ha l’Italia». “L’amore al prossimo si nutre di fantasia e va sempre oltre: oltre i muri, oltre le differenze, oltre gli ostacoli”, ha spiegato il Papa, che ha citato ancora una volta san Luigi, che “è morto consumandosi nel servizio dei malati di peste, cioè di persone che erano ai margini della società e scartate da tutti. La fantasia dell’amore, l’amore è creativo e va sempre avanti”.

Il discorso del Papa

Saluto Preside

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Una strada e un ponte per guardare al futuro

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Costruire una nuova cappella dedicata a San Luigi Gonzaga, luogo di preghiera, ma anche spazio che rifletta il senso di altruismo e solidarietà a cui tutti gli studenti e gli educatori vengono formati ogni giorno. È la nuova sfida dell’Istituto Gonzaga di Palermo, giunto alla conclusione delle celebrazioni per l’Anno giubilare aloisiano e in preparazione del centenario del Collegio Gonzaga il prossimo autunno.

Martedì 14 maggio, alle 11.30, in via Piersanti Mattarella 38/42, sarà inaugurata la mostra multimediale “La cappella San Luigi tra passato e futuro”, all’interno degli spazi individuati per il nuovo luogo di preghiera e che da un paio di mesi ospitano Domus Mundi, un allestimento fotografico che è metafora degli abitanti di un mondo senza confini con il volto e il corpo di tutti coloro che ogni giorno frequentano la scuola: un gruppo eterogeneo di studenti e immigrati, unito dalla condivisione di valori comuni di uguaglianza e fratellanza.

Adesso all’interno di questa sala saranno proiettate le immagini delle antiche cappelle dedicate a San Luigi Gonzaga, ma volgendo lo sguardo al futuro, al progetto che sarà realizzato a ottobre, in linea con i desideri e le esigenze di chi frequenta la scuola. La strada è una lunga striscia di carta bianca, che viene messa a disposizione dei visitatori per annotare idee, progetti, desideri e visioni.

«Questo secondo momento vuole raccontare le storie dei luoghi di preghiera che nel tempo si sono succeduti all’interno della scuola e accogliere le idee e i desideri degli studenti per la futura “casa” di San Luigi – sottolinea padre Vitangelo Maria Denora, direttore generale dell’Istituto Gonzaga-ISP – Dopo aver realizzato una casa astratta, leggera e sospesa, per riflettere sul destino, anch’esso sospeso, di un’umanità migrante, e prima di immaginare un nuovo spazio dedicato a Luigi Gonzaga che ne incarni lo spirito di altruismo e solidarietà, abbiamo pensato di costruire tra di esse una strada e un ponte ideali».

«Una strada per ricordarci che l’umanità è in cammino in un mondo che è una casa comune da rispettare e condividere – sottolinea Giuseppe Pulvirenti, docente di Arte della scuola e curatore della sorta – E un ponte per rammentarci, come dice Papa Francesco, che “una persona che pensa solo a costruire muri, e non a costruire ponti, non è cristiano”».

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