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Roma. La Giornata della Memoria nelle scuole ignaziane

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«La Repubblica italiana – si legge nel testo di legge istitutivo di questa giornata – riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati».  L’obiettivo di questa giornata è quello «di conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere».

Papa Francesco, in occasione della sua visita “in silenzio” nel 2016 al campo di Auschwitz ha lasciato scritto in spagnolo sul libro delle visite: “Signore, abbi pietà del tuo popolo! Signore, perdona tanta crudeltà”.

In tutte le scuole della rete gesuiti Educazione si celebra questa ricorrenza con iniziative e momenti di formazione e riflessione con i ragazzi.

Nella scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Gonzaga di Palermo le classi prime e seconde visionano il film “Mi ricordo Anna Frank”, di RaiTre, seguito, al termine della visione, da un adeguato tempo di riflessione. I ragazzi sono invitati a scrivere su un foglio le scene che li hanno maggiormente colpiti, collegando a queste i sentimenti “positivi e negativi” che provano al riguardo. Per le classi terze, invece, è previsto un percorso che alterna la “pioggia di idee”, la visione di documentary e la riflessione personale.

A Roma, all’Istituto Massimo, i Licei celebrano questa giornata attraverso testimonianze. L’incontro, coordinato da Natalia Encolpio, giornalista e Presidente dell’Associazione degli Ex Alunni dell’Istituto, si articola in due parti: nella prima, il dott. Sergio Di Veroli della Comunità Ebraica di Roma, guida una riflessione e un ricordo su quanto accaduto, con riferimenti alla storia dell’ebraismo, per comprenderne le caratteristiche fondamentali e per far chiarezza attraverso la conoscenza su questa religione che esprime concetti patrimonio di tutto il mondo occidentale. Nella seconda parte della mattinata, invece, si succedono testimonianze provenienti da realtà diverse e dalle tante situazioni di “criticità” che caratterizzano la nostra storia e il nostro mondo: Philp, un rifugiato che da qualche anno vive in Italia, parla della Siria; dall’Albania Rovena racconta delle storie di violenza vissute da questo piccolo paese; Mario parla della pagina tragica della storia del popolo armeno e, infine, dall’Istria, Marino, della comunità giuliano-dalmata di Roma, ricorda l’esodo di tanti italiani nella metà del Novecento.

Sempre all’Istituto Massimo di Roma, il laboratorio di scrittura creativa della scuola secondaria di primo grado allestisce e gestisce un “contesto immersivo” per far vivere, seppur con i dovuti “filtri”, l’esperienza dei lager nazisti agli studenti delle quinte classi della Primaria. Un violino, una narrazione guidata per immagini, tre tavoli di gioco di ruolo storico, un libro-game digitale e due finte guardie tedesche permettono ai partecipanti di viaggiare nel tempo, per imparare in modo ignaziano una lezione drammatica di storia che non va dimenticata.

All’Istituto Leone XIII di Milano, nel corridoio dell’ingresso principale dell’Istituto è stata allestita un’opera d’arte di Davide Casari dal titolo “Fragile”. L’opera, iniziata nel 2006 e tuttora in corso di elaborazione, prevede uno sviluppo di un numero non determinato di “casse nere”. Su ogni cassa è istoriato un passo tratto dall’opera di “Se questo è un uomo” di Primo Levi, volutamente reso non pienamente leggibile, evocato, ma non svelato. All’interno delle casse trovano lenimento stratificazioni cartacee – ottenute dalla lavorazione di quotidiani recuperati, come molti dei materiali utilizzati da Casari -, edicole di umanità giornaliera «ogni singolo “pezzo” rappresenta il verbo non dato alla luce, membrana di tempo e spazio senza parto», seguendo le parole dell’artista.

Inoltre, oltre a momenti di preghiera e riflessione nella mattinata, sempre al Leone XIII, nel segno di un’arte che fa pensare, davanti a ogni aula è stata collocata una piccola scatola di cartone che riporta scritto il nome di un “giusto”, una figura significativa, vittima dell’Olocausto. Tale scatola, fissata al pavimento come una “pietra d’inciampo”, costringe tutti i ragazzi a muoversi con la debita cura e a prestare attenzione per evitare di colpirla, stimolando così la riflessione di ciascuno.

Nella scuola secondaria di primo grado e alla scuola primaria del Leone XIII, la riflessione è condotta sotto forma di “cineforum” e stimolata dalla vision di alcuni film: “L’isola in Via degli Uccelli” (prime medie), “Mi ricordo Anna Frank” (seconde), “Vento di Primavera” (terze) e “Il bambino dal pigiama a righe” (primaria).

Tutte queste numerose iniziative – e altre che si svolgono nelle classi – ci invitano a raccogliere l’esortazione di Papa Francesco, che ci ricorda come “Auschwitz e Birkenau, luoghi del dolore di 70 anni fa. Quanto dolore, quanta crudeltà. E’ possibile che noi uomini, creati a somiglianza di Dio, siamo capaci di fare queste cose? Non vorrei amareggiarvi, ma debbo dire la verità: la crudeltà non è finita. Oggi si tortura la gente. Tanti prigionieri sono torturati subito, per farli parlare. Oggi ci sono uomini e donne nelle carceri che vivono come animali. Abbiamo visto la crudeltà di 70 anni fa come morivano umiliati uccisi col gas. In tanti posti del mondo succede lo stesso. Questa realtà Gesù è venuto a portarla sulle proprie spalle. Preghiamo per tutti i Gesù che ci sono nel mondo: affamati, ammalati, anche bambini innocenti, che portano la croce da bambini, e per tanti uomini e donne che oggi sono torturati. Per i carcerati che sono ammucchiati lì come animali.  Tutti quanti apparteniamo ad un’unica famiglia, la famiglia di Dio, il quale ci accompagna e ci protegge come suo popolo”.

 

 

 

 

 


Palermo. La robotica a scuola

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Lo scopo è quello di avvicinare i ragazzi al mondo della scienza e della tecnologia (le cosiddette “STEM” – acronimo inglese che sta per Science, Technology, Engineering and Mathematics), attraverso l’acquisizione delle basi teoriche e delle conoscenze pratiche per la costruzione e la programmazione di robot in grado di risolvere problematiche direttamente correlate al mondo reale.

I giovani partecipanti stanno già sperimentando il modus operandi tipico dell’ingegneria tramite la progettazione, l’implementazione e la prova sperimentale di un’applicazione che possa concorrere in una specifica competizione regionale. Nel corso degli incontri, gli studenti del Gonzaga verranno introdotti al mondo della robotica e ne apprenderanno i rudimenti teorici: cos’è un robot e cosa lo differenzia da un normale computer, il funzionamento ad alto livello di un software. Conosceranno gli strumenti hardware e software per la realizzazione dei robot; saranno utilizzati i set LEGO Mindstorms con componenti LEGO Technic, blocco processore programmabile EV3, sensori e motori. L’obiettivo finale è quello di dotare gli studenti di autonomia di lavoro nella costruzione fisica di un robot e nella programmazione di semplici intelligenze artificiali reattive. Le lezioni culmineranno con la partecipazione alla dodicesima edizione della competizione di robotica MiniRobot organizzata dall’ARCES, dal Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Elettronica ed Informatica (DIEEI) dell’Università degli Studi di Catania e dall’USP Catania. Questa competizione propone ogni anno una sfida diversa che prevede la realizzazione di un robot in grado di assolvere ad uno specifico compito. Nel corso dell’ultima edizione, per esempio, è stato proposto lo sviluppo di un robot in grado di svolgere il ruolo del pompiere il cui compito era quello di trasportare blocchetti di legno colorati da una parte all’altra del campo, emulando il processo di trasporto di acqua verso alcuni edifici in fiamme, evitando gli ostacoli sul campo.

Manresa. Le 4C dell’educazione: Competence, Conscience, and Compassionate Commitment

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L’evento, organizzato dal Jecse (Jesuit European Commitee for Secondary and Primary Education), aveva tra i suoi obiettivi anche quello di dare nuova linfa alla dimensione internazionale delle nostre scuole: “pensiamo che la sfida oggi per tutte le scuole ignaziane sia quella di permettere ai propri leader di costruire o ri-costruire una comune identità, specialmente alla luce della nuova enfasi che noi poniamo alla dimensione internazionale delle nostre istituzioni”.

Manresa, in Spagna, è un luogo particolarmente significativo per il suo forte legame con S. Ignazio. Proprio lì, infatti, visse alcuni dei momenti fondamentali per la sua esperienza umana e spirituale: dalla “grande illuminazione” lungo il fiume Cardonner al prolungato e travagliato periodo di preghiera e penitenza. Proprio da qui nasce il cuore dell’esperienza degli Esercizi Spirituali e delle più importanti intuizioni di Ignazio, che permeano ovviamente anche tutta la visione pedagogica e ispirano la nostra attività anche in campo educativo.

“Our goal as educators is to form men and women of Competence, Conscience, and Compassionate Commitment” è anche l’affermazione centrale del documento: “L’educazione dei gesuiti mira all’eccellenza umana” del SIPEI (Seminario internazionale sulla Pedagogia e spiritualità ignaziana), svoltosi nel 2014 con Delegati dell’Educazione provenienti da ogni parte del mondo. Queste cosiddette “4 C” sono diventate, nella riflessione internazionale europea, un modo efficace per esprimere la nostra visione nell’educare la persona nella sua interezza.

I lavori di Manresa hanno lasciato emergere, dall’orizzonte di riferimento educativo delineato dalle “4C”, tutte le loro declinazioni nel processo di insegnamento/apprendimento, per disegnare una leadership adeguata a consentire a educatori e studenti di insegnare ed apprendere in coerenza con il proposito che anima l’agire educativo delle nostre scuole.

Per l’Italia ha partecipato una nutrita delegazione, guidata da p. Vitangelo Denora SJ, e composta dai proff. Vito Chiaramonte (Scuola Secondaria di primo grado, Istituto Gonzaga Palermo), p. Eraldo Cacchione SJ (Licei dell’Istituto Gonzaga Palermo), Rita Burrafato (Scuola Primaria, Istituto Gonzaga Palermo), Elisabetta Novelli (Scuola Secondaria di secondo grado, Istituto Massimo Roma), Angelo Ricci (Scuola Secondaria di secondo grado, Istituto Massimo Roma), Vincenzo Sibillo (Licei del Leone XIII di Milano), Antonio Bertolotti (Scuola Secondaria di secondo grado, Leone XIII di Milano), Piero Cattaneo (Fondazione gesuiti Educazione e Licei Istituto Sociale Torino).

“Rilancio una frase dell’economista Robert Fogel – ha dichiarato il prof. Sibillo al suo rientro – sentita durante un workshop:”People have enough to live, but nothing to live for. They have the means but no meaning”. A questo associo una domanda personale: qual è il fine principale o ultimo dell’educazione in una scuola dei gesuiti? Da Manresa porto con me questa domanda profonda”.

“Un grafico che Ulrike Gentner ha proiettato nel corso della sua conferenza – racconta il prof. Chiaramonte – mi pare particolarmente significativo ed esplicativo dei lavori di Manresa sul guardare con “confidence” a questo “nuovo giorno chiamato domani”:

“Ciò che risuona in me dopo l’incontro di Manresa – commenta il prof. Cattaneo – è sintetizzabile nella frase “Love must be placed more in works than in words”,  che ben si inserisce nella visione cristiana e ignaziana dell’uomo”.

Palermo. Al Gonzaga nuovi spazi per educare

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Alla base della pedagogia ignaziana c’è lo studente, protagonista del proprio apprendimento (student-centered education), in una dimensione di crescita comunitaria permanente (learning community). L’intenso lavoro di riqualificazione e rifunzionalizzazione degli spazi e riorganizzazione dell’offerta formativa ha dunque mirato a far sì che il nuovo Gonzaga sia sempre più un luogo di incontro, di socializzazione, una Scuola di Vita. L’obiettivo è quello di migliorare il benessere degli alunni e di tutti coloro che vivono la scuola, rispettando l’ambiente e favorendo lo sviluppo armonico della persona in ogni suo aspetto e l’educazione in ogni sua forma. Le aule 3.0, la nuova grande mensa, la biblioteca col Fondo Antico aperta alla città, il parco giochi con orto didattico, l’Agorà, la palestra multidisciplinare sono stati adeguati alle moderne esigenze formative, diventando essi stessi luoghi di educazione, in una scuola “a tempo pieno”. Ogni spazio è stato ripensato all’insegna di una precisa funzione didattica, di un fine pedagogico, per lo studio e la vita sociale.

LA FUNZIONE DIDATTICA DEGLI AMBIENTI

PARCO VERDE, per l’educazione alla bellezza del creato e alla condivisione. AULE: oltre 50 ambienti, per la didattica più evoluta. LABORATORI scientifici, multimediali, artistici, musicali, per l’educazione sperimentale e la didattica attiva. BIBLIOTECA E FONDO ANTICO per l’educazione alla lettura e alla ricerca. MENSA CON CUCINA INTERNA per l’educazione alimentare. PALESTRA MULTIDISCIPLINARE con tribuna coperta, per l’educazione ai valori dello sport. PARCO GIOCHI E ORTO DIDATTICO  per la didattica attiva e l’educazione ambientale. CAMPI SPORTIVI calcio a 7, calcetto, tennis, basket, per l’educazione al gioco di squadra. AGORÀ spazio per l’incontro, il dibattito. AUDITORIUM per l’educazione dei talenti espressivi e creativi. BAR E AREA-STUDENTI per la socializzazione e la condivisione. CAMPUS MINISTRY per l’animazione spirituale e la cura personalis. CAPPELLA per l’educazione all’interiorità e alla crescita spirituale e religiosa.

Ecco alcune immagini dei nuovi locali 

Visita il sito dell’Istituto Gonzaga: www.istitutocei.it

Torino. Gemellaggi: Stonyhurst, questo College è la mia seconda casa

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All’incirca di questi tempi, durante lo scorso anno scolastico, presi una decisione che penso mi abbia cambiato molto la vita; decisi, cioè, di trascorrere il quarto anno di Liceo Classico nello Stonyhurst College della Compagnia di Gesù, un collegio nel Lancashire, che si trova in Inghilterra, in un bellissimo luogo fra il Lake District e lo Yorkshire.

Per essere ammesso a frequentare questa scuola ad aprile dovetti sostenere un esame, presso la scuola che frequento a Torino, l’Istituto Sociale, che promuove il progetto di scambio tra l’Italia e Stonyhurst.

Non appena venni a sapere che ero stato ammesso a frequentare l’intero anno scolastico in Inghilterra ero entusiasta, non potevo credere che stesse succedendo tutto per davvero.

Ma, nonostante la felicità e l’entusiasmo per la nuova esperienza che mi attendeva, devo ammettere che ad agosto, quando fu tempo di preparare le mie valigie, cominciai a provare dubbi, a sentire della tensione. Ero agitato, perché non avevo mai fatto un’esperienza del genere e soprattutto perché non sapevo realmente a cosa stessi andando incontro.

Appena arrivato al College, il primo di settembre, ciò che mi colpì maggiormente furono la serietà e la precisione con le quali erano stati organizzati e preparati gli eventi della prima settimana scolastica. Infatti, per l’inizio della scuola, erano state pianificate diverse attività in modo tale che noi studenti, insieme ai nostri genitori, potessimo venire a conoscenza dei progetti della scuola, del suo funzionamento, della scansione dei tempi, della posizione delle aule e della dislocazione dei vari ambienti, in quello che poteva sembrare un intricato, talvolta monumentale labirinto di saloni, ingressi, corridoi e scale.

Quei primi giorni sono stati molto utili, sebbene pieni di eventi, incontri e riunioni di orientamento, così che dopo poco tempo tutto mi si è fatto più chiaro e ho cominciato a entrare in sintonia con il nuovo ritmo di vita. L’adattamento è stato reso ancora più agevole dal fatto che ogni singolo studente, in ogni periodo della giornata, si trova a avere un particolare impegno, che sia quello delle lezioni, dello studio, delle riunioni o della pratica delle attività sportive.

L’inserimento è risultato anche più semplice di quanto prevedessi anche grazie ai professori, che i sono rivelati amichevoli, informali, cooperativi e disponibili a aiutarti per risolvere qualsiasi problema, sia di carattere scolastico che morale. Penso che si arrivi quasi a instaurare un rapporto di amicizia tra studenti e professori, proprio dovuto alla vicinanza e all’impegno di questi ultimi.

Gentili e apprezzabili anche gli studenti e, in generale, tutti coloro che vivono e lavorano a Stonyhurst. Per questo motivo ambientarsi e fare amicizia è stato facile, e mi sto rendendo conto che si stanno creando forti legami che continueranno anche al termine di questa magnifica esperienza.

Sono passati alcuni mesi da quando sono arrivato a Stonyhurst, ma ormai considero questo College come una seconda casa, nella quale ho la certezza di trovare amici, di studiare con entusiasmo e di avere la sicurezza di avere professori pronti ad ascoltarti e ad aiutarmi.

Giorno dopo giorno sto imparando a mettermi in gioco, con autonomia e responsabilità, a fare tutto il possibile per eccellere, e penso che il momento del distacco da questo luogo per tornare in Italia sarà quasi più difficile di quello della partenza da Torino nell’estate del 2016.

Scutari. Il Kairos, un tempo spirituale per i giovani, tra Albania e Kosovo

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Questa esperienza era già iniziata nel mese di ottobre quando 7 dei ragazzi di Scutari (Kristi, Paola, Xhovana, Xhiulia, Enea, Anna e Kristian), accompagnati dal maestro Federico e dalla signora Flora, hanno partecipato al Kairos insieme agli studenti delle scuole di tutta la rete.

Ritornati in Albania pieni di entusiasmo per tutto quello che avevano vissuto e ricevuto, hanno incominciato a trovarsi e a lavorare per pensare a come proporre agli altri ragazzi quel “tempo favorevole” e “tempo di grazia” di cui essi stessi, per primi, avevano fatto tesoro.

Infatti, i “leader” trovati “nel campo” hanno messo in atto tutto il loro impegno con gioia e responsabilità, e anche con un po’ di timore (in quanto si trattava della prima esperienza), nel trasmettere il meglio possibile il kairos ai loro amici e compagni, che avevano scelto di partecipare e per cui tutto era una continua sorpresa.

I ritmi del kairos sono fitti e intensi: tempo di riflessione, di silenzio, di testimonianza, di preghiera e di condivisione, di conoscenza e di amicizia… sono questi alcuni dei momenti che hanno composto il kairos che i ragazzi partecipanti, sostenuti e accompagnati dai leader e dagli adulti, hanno vissuto durante quei quattro giorni.

Inoltre questa esperienza è stata arricchita anche dalla preziosa presenza di alcuni ragazzi della scuola Loyola del Kosovo, accompagnati dai loro animatori, i quali, pur essendo alla prima esperienza di questo tipo, si sono impegnati a entrare nel clima del kairos e dell’amicizia con i loro amici. Un clima di collaborazione che si spera possa continuare e rafforzarsi nel tempo fra gli studenti delle due scuole.

“Prima di partecipare a questa esperienza – racconta una ragazza – non pensavo che potesse influenzare così profondamente la mia vita. Ora, grazie al kairos, ho risposto ad alcuni interrogativi che portavo dentro di me e sono riuscita a conoscere di più me stessa, a relazionarmi di più con gli altri e anche ho rafforzato l’amicizia con Dio. Durante questi quattro giorni ho sperimentato emozioni indimenticabili, che rimarranno nella mia mente e nel mio cuore come i ricordi più belli vissuti in questa età”.

Torino. Grande festa per “Diamoci un tono 2017”

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Una grande emozione, professionalmente e coraggiosamente superata in un modo che nemmeno i grandi artisti talvolta riescono a fare, è sicuramente stata una degli elementi portanti della bella serata conclusiva del concorso che da alcuni anni riunisce artisti (cantanti, strumentisti e gruppi) delle varie scuole della rete.

Tante le novità di questa edizione. La più importante è stata sicuramente la presenza e la partecipazione dal vivo dei ragazzi della scuola P. Meshkalla di Scutari (Albania), con quattro partecipanti (che hanno ottenuto ottime posizioni nella classifica finale), accompagnati da Sr. Valentina.

Per la prima volta nella storia del concorso, inoltre, anche gli amici, compagni, colleghi e familiari che non sono potuti venire a Torino di persona hanno avuto la possibilità di seguire l’evento, trasmesso in diretta streaming sulla nostra pagina Facebook (https://www.facebook.com/DalPapa), dove è possibile rivedere l’intera registrazione della serata finale.

E ancora. Oltre alla votazione elettronica (introdotta per la prima volta nella storia del concorso), è stato istituito un premio speciale per il voto dal pubblico e da casa. Infatti, sia chi seguiva la diretta sia chi era presente in sala, ha avuto la possibilità di esprimere un voto per il suo concorrente preferito. I voti espressi sono stati quasi 800 e il premio del “preferito dal pubblico” è andato al duo Stella Shiroka e Geraed Daberdaku di Scutari, che hanno ottenuto 135 voti con la loro esibizione di Back do black di Amy Winehouse. Particolarmente apprezzata dal pubblico (classificata seconda nel voto da casa) è stata Sara Donato dell’Istituto S. Ignazio di Messina per la toccante esibizione di “Portami via”.

Un clima di festa, ben rappresentato, appena conclusa la manifestazione, dal desiderio dei ragazzi partecipanti di salire tutti insieme sul palco e di improvvisare, suonando, cantanto e ballando tutti insieme, armonizzando in un’unica melodia tante provenienze diverse.

E nel pubblicare la classifica finale dei vincitori, la rete da già appuntamento a tutti per il prossimo anno con l’edizione 2018!

CATEGORIA CANTANTI

  1. Valentina Boccalatte e Chiara Calastri (Leone XIII)
  2. Jolanda Falanga (Gonzaga)
  3. Alessandra Greco (Pontano)

CATEGORIA GRUPPI

  1. Gonzaga Band (Gonzaga)
  2. Five Hundred (Sociale)
  3. The Rumors (Leone XIII)

CATEGORIA STRUMENTISTI

  1. Giuseppe Cardarelli (Pontano)
  2. Xhorxh Hila (Meshkalla)
  3. Alessandro Carrera (Sociale)

E’ possibile rivedere tutte le esibizioni tra i video della pagina Facebook https://www.facebook.com/DalPapa.

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All’Istituto Gonzaga nasce il liceo STEM

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Scienze, fisica, statistica, informatica si studieranno con docenti dei principali enti di ricerca del territorio. È il nuovo investimento dell’Istituto Gonzaga che ridisegna l’organizzazione della didattica, puntando al modello del campus e aprendo le porte alle realtà di ricerca scientifica e tecnologica più avanzate, con l’unico obiettivo di far vivere la scuola come esperienza formativa completa dai 18 mesi ai 18 anni, capace di proiettare i ragazzi nel mondo del lavoro, con un bagaglio di competenze di alto livello.

È pronto a partire all’inizio del prossimo anno scolastico, nello storico collegio dei gesuiti di via Piersanti Mattarella, il liceo scientifico STEM (Science, Tecnology, Engineering, Mathematics), un nuovo indirizzo di scuola secondaria di secondo grado, che segue l’ordinamento italiano del liceo scientifico opzione scienze applicate, con un curriculum scientifico potenziato, in una prospettiva fortemente internazionale. Unico nel suo genere in Italia, il liceo STEM è direttamente propedeutico alle facoltà scientifiche, disegnato utilizzando gli spazi concessi dall’autonomia scolastica per rispondere ai principali bisogni educativi di oggi e alle richieste del mondo del lavoro.

Il liceo STEM del Gonzaga è stato progettato in sinergia con la “STEM Academy” dei Gesuiti a Detroit (Usa), nell’ambito della University of Detroit Jesuit High School and Academy. Si avvale della collaborazione di prestigiosi enti partner appartenenti al mondo accademico, scientifico, della ricerca e dell’innovazione, che mettono a disposizione del progetto figure professionali specialistiche, know-how e strutture di ricerca.

Il liceo STEM si caratterizza per il super potenziamento del blocco matematica-fisica-informatica-scienze; lo studio di una materia scientifica completamente in lingua inglese (CLIL); lo studio della statistica, dei linguaggi di programmazione informatica fin dal biennio; lo studio del cinese, come seconda lingua, per una ulteriore apertura alla parte del mondo dove oggi le scienze si stanno maggiormente sviluppando; un corso di Cultural Studies, che sostituisce lo studio del latino, per valorizzare la dimensione umanistica e la tradizione artistico-letteraria; l’utilizzo di laboratori scientifici e tecnologici curriculari, come educazione alla metodologia della ricerca scientifica (research Fridays), condotti da professori e ricercatori degli enti partners. Gli studenti saranno avviati a un lavoro di ricerca-azione da svolgersi sia a scuola sia nei laboratori scientifici degli altri enti partner. Sarà favorito l’accesso alle facoltà scientifiche dell’Università degli Studi di Palermo per gli studenti eccellenti, come pure di percorsi preferenziali per lo University of Pittsburgh Medical Center, negli Usa.

A sancire l’avvio di questa nuova forma di collaborazione fra enti di eccellenza è una convenzione tra i rappresentanti degli enti partner: Dario Avallone, direttore Ricerca e sviluppo del gruppo Engineering; Bruno Gridelli, Executive vice president UPMC International e vicepresidente della fondazione RIMED; Angelo Luca, Ceo IRCCS ISMETT Palermo; Fabrizio Micari, rettore dell’Università degli studi di Palermo; Laura Raimondo, Ceo UPMC Italy; padre Francesco Tata SJ, direttore generale dell’Istituto Gonzaga.

La presentazione dello Stem, il 31 maggio, è stata anche l’occasione anche per inaugurare la “scuola senza pesi” per i ragazzi della secondaria di primo grado, un sistema scolastico unico in Italia. Non un generico tempo prolungato, ma una didattica fondata sul protagonismo degli alunni nella loro formazione. A lezione ci si ascolta, si discute, si riflette, si lavora, ci si valuta. Dalle 8 alle 16, dal lunedì al venerdì, senza zaino, lasciando i libri a scuola, senza compiti per casa, senza dover ricorrere a insegnanti privati, ma lavorando insieme a compagni e docenti. Terzo tassello di questo percorso formativo d’eccellenza è l’International School Palermo (ISP), offerto dal Gonzaga, come alternativa alla scuola italiana. Si tratta dell’unica scuola internazionale, in lingua inglese, nell’Italia meridionale accreditata dall’IB (International Baccalaureate). Nata nel 2008, si avvia oggi al completamento del curriculum, offrendo un percorso didattico dai 3 ai 18 anni, con un liceo quadriennale che culminerà nel diploma IB, un titolo finale di scuola secondaria di secondo grado del tutto equivalente al diploma liceale italiano, valido per l’accesso a tutte le Università del mondo e per la partecipazione ai concorsi pubblici.

“Il nostro istituto è un luogo pensato su misura per gli studenti – spiega padre Francesco Tata – fonte di stimoli culturali ed educativi continui e solidi, con modelli di organizzazione della didattica funzionali alle nuove esigenze formative, senza mai perdere di vista la cura della persona e l’accompagnamento nella crescita della fede. Il Gonzaga riconosce nel progetto STEM una propria tipicità gesuitica, in quanto realizza una ‘contemplazione’ ignaziana del mondo contemporaneo e delle esigenze educative che esso porta”. Su questa idea si sono ritrovati tutti i partner che hanno accettato la sfida. “L’Università di Palermo è una comunità di ricerca scientifica e di alta formazione e opera in collaborazione con enti, istituzioni pubbliche e private del territorio nazionale e dell’Unione europea e con le comunità scientifiche di riferimento anche a livello internazionale, promuovendo e sviluppando la didattica e la ricerca nel rispetto della natura, del genere umano e delle specie viventi – aggiunge il rettore Fabrizio Micari – Peculiarità che portano l’Università a raccordarsi con gli istituti di istruzione secondaria superiore statali e paritari per creare percorsi di orientamento e di potenziamento delle competenze. Per questo riteniamo di notevole importanza l’accompagnamento delle scelte degli studenti verso un percorso di studi universitario di tipo scientifico e la possibilità di collaborare affinché questi giovani possano acquisire competenze particolarmente avanzate negli studi legati alla cultura scientifico-tecnologica, con particolare riferimento alle scienze matematiche, fisiche, chimiche, biologiche e all’informatica e alle loro applicazioni”.

Laura Raimondo, Ceo di UPMC Italy: “Siamo contenti di poter sostenere l’iniziativa del progetto STEM e del diploma di International Baccalaureate sia perché si tratta di percorsi di studio che avvicinano i ragazzi al mondo delle scienze in modo pragmatico e ‘on the job’, mettendoli a contatto con realtà che potranno un giorno rappresentare una opportunità per loro, ma anche perché nel caso del diploma IB si viene a riempire un vuoto che avevamo a Palermo e che in questi anni ha rappresentato un vincolo all’attrazione di ricercatori e professionisti internazionali o italiani con famiglie cresciute all’estero”. “Il liceo STEM e il diploma di International Baccalaureate – aggiunge Gridelli, vicepresidente di RIMED – sono due iniziative di importanza strategica che la Fondazione Rimed è lieta di sostenere in quanto il primo avvicinerà gli studenti alla ricerca biomedica e il secondo sarà di fondamentale importanza per attirare al Centro di ricerche di Carini anche ricercatori internazionali con figli che devono proseguire il proprio percorso scolastico”.

“L’impegno di Engineering – assicura Avallone – mira ad assicurare agli studenti i mezzi per maturare una reale consapevolezza sul mondo dell’innovazione digitale. Per il successo dell’iniziativa riteniamo inoltre fondamentale la presenza degli altri partner che rappresentano esempi di capacità innovative del Paese e con cui già ci pregiamo di collaborare attivamente in importanti progetti di ricerca”.

Durante la mattinata, coordinata da padre Vitangelo Denora, delegato per i collegi dei Gesuiti della Provincia d’Italia, sono intervenuti Vito Chiaramonte, coordinatore didattico della scuola secondaria di primo grado Gonzaga; Luigi Berlinguer, già ministro dell’Università e della Ricerca; Ignazio Venzano, direttore International School Palermo; Ivano Boragine, presidente AIBWSI (Associazione delle scuole IB in Italia); padre Eraldo Cacchione, coordinatore didattico liceo Gonzaga. “Il mondo non accetta più confini ed è fondamentale una scuola che contribuisca a costruire un’identità adeguata a un profilo di nuova cittadinanza globale – afferma Boragine – L’IB rappresenta per le famiglie un’offerta educativa di più alto profilo, un polo d’attrazione al centro del Mediterraneo per studenti che vogliono costruire il loro futuro”. E l’ex ministro Berlinguer sottolinea l’importanza, nella scuola di oggi, della “coltivazione della mente, della logica, ma anche della sollecitazione delle emozioni e della creatività artistica. So che in questa scuola c’è un’attenzione per questi aspetti”. Ha concluso i lavori Fabrizio Micari, rettore di Unipa. 

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Un documento sui tre pilastri della Scuola cattolica nazionale

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Il Consiglio nazionale della scuola cattolica (Cnsc), che riunisce tutte le sigle operanti in questo segmento della scuola italiana, ha diffuso un proprio documento nel quale ribadisce ufficialmente la propria volontà di essere parte attiva nel processo di cambiamento che sta caratterizzando la scuola in Italia, dove le scuole paritarie e la formazione professionale sono una presenza da garantire, nel segno della sussidiarietà.

In un tempo come quello attuale, «caratterizzato da continui e radicali cambiamenti, culturali e sociali, che rendono sempre più evidenti la centralità educativa che scuola e formazione professionale rivestono per la crescita di persone in grado di affrontare le sfide che si presentano», tre pilastri possono costituire il fondamento di un sistema educativo capace di portare ai migliori risultati gli studenti sia come singoli sia come collettività. Essi sono: AUTONOMIA, PARITA’ e LIBERTA’ di SCELTA EDUCATIVA. Proprio questi tre elementi costituiscono il titolo stesso del documento diffuso dal CNSC e scaricabile nella versione integrale sul sito dell’Ufficio Nazionale per l’Educazione della CEI (clicca qui). Il documento finale è stato elaborato da una commissione nazionale, di cui era membro anche P. Vitangelo Denora, in qualità di Presidente FIDAE Piemonte-VdA.

Forte di questa convinzione, il Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica richiama l’attenzione dell’opinione pubblica e del mondo politico sul sistema educativo italiano, “ancora incompiuto”, e invita a fare i passi necessari “affinché il sistema formativo italiano, nel suo complesso, possa perseguire meglio la missione educativa che la società gli affida e che la legge a pieno titolo gli riconosce”.

“Il sistema educativo di istruzione e formazione – ricorda il testo – accoglie in Italia circa nove milioni di alunni: circa 7.800.000 nelle scuole statali, quasi un milione nelle scuole paritarie e circa 150.000 nei centri di formazione professionale accreditati. La presenza delle scuole paritarie nel nostro Paese, di cui il 70% sono scuole dell’infanzia, si va progressivamente riducendo per una pluralità di ragioni, delle quali la più rilevante è l’ostacolo costituito dai costi che ricadono sulle famiglie. Urge pertanto intervenire per dare piena attuazione alla legge 62/2000 al fine di garantire effettivamente, nell’unico sistema nazionale di istruzione, la presenza delle scuole paritarie e dell’IeFP, che erogano un servizio pubblico, aperto a tutti, condotto nel rispetto di criteri rigorosi e sottoposto a severi controlli. La valorizzazione del servizio pubblico di istruzione assicurato anche da soggetti diversi dallo Stato attuerebbe inoltre quel principio di sussidiarietà, presente nella nostra carta costituzionale, che rappresenta il punto di riferimento fondamentale per il passaggio dal Welfare State alla Welfare Society, sempre più necessario in tutto l’Occidente”.

> Scarica il testo integrale del Documento

> Articolo su AVVENIRE del 7/6/2017

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Approvate le Linee guida sul Curriculum per le scuole ignaziane

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Si tratta contemporeamente di una tappa storica importante in quanto punto di arrivo di un lavoro particolarmente intenso, vasto e fruttuoso, ma allo stesso tempo un punto di partenza per un fondamento significativo del lavoro comune delle nostre scuole ignaziane.

Le linee guida sul Curriculum sono un atto fondante, ispirativo e operativo per la vita delle nostre Scuole, ma anche uno strumento prezioso per dare vita a una progettualità formativa e didattica che aiuti a disegnare il domani del nostro apostolato educativo, in modo che sia sempre più sintonico alle necessità e alle urgenze educative del nostro tempo.

Il documento –  attualmente in corso di pubblicazione – coagula i lunghi anni di esperienza educativa delle Scuole della nostra Rete ed è l’esito di un lunghissimo lavoro di studio e ricerca di diversi gruppi di lavoro composti da Docenti di ciascuna nostra Scuola.

E’ quindi un testo denso e articolato. La  Parte generale  delinea  l’intera proposta culturale e formativa delle scuole della Rete GesuitiEducazione della nuova Provincia Euromediterranea che si sta costituendo, assumendo un’accezione di curriculum molto più ampia di quella normalmente assunta dalla Scuola. Non è, infatti, un insieme ordinato e progressivo di contenuti disciplinari ma contiene l’insieme delle scelte spirituali, formative, culturali e didattiche  di ciascun  Collegio ed  è “sinonimo dell’intera proposta educativa (offerta formativa) che facciamo attraverso le nostre scuole: indica l’identità e la missione di una scuola della Compagnia nel tessuto quotidiano della vita di una nostra scuola”.

“A quale tipo di scuola pensa la Compagnia di Gesù? Qual è  il valore aggiunto di una scuola ignaziana rispetto ad altre scuole? Come i valori della tradizione della Compagna devono trovare espressione chiara nel curriculum? Quali strumenti concreti e quali condizioni di lavro degli insegnanti servono per agire in modo sinergico ed efficace? Ecco alcune delle domande di fondo a cui un curriculum ignaziano deve rispondere”.

A partire da questi interrogativi di fondo, il testo delinea un orizzonte generale di riferimento che focalizza la Visione e la Missione delle Scuole della Compagnia di Gesù e indica i documenti essenziali per l’elaborazione del curriculum. E’ poi segnato il percorso per la costruzione del curriculum che, prendendo le mosse dal profilo dello studente ignaziano – che indica lo scopo e la direzione del nostro agire educativo – articola e definisce il cammino concreto, le tappe e le sue connessioni profonde con la Pastorale, la Tutoria, l’Internazionalità e le Tecnologie.

L’importanza della valutazione del percorso di apprendimento e la sua particolare valenza di azione di auto – orientamento e di autovalutazione dell’alunno, unitamente all’indicazione di strumenti e metodi utili allo scopo, conclude la sezione relativa alla costruzione del curriculum. Una riflessione sulle condizioni organizzative (vincoli istituzionali, tempi scolastici,spazi della scuola), che abilitano la vita e le possibilità operative del curriculum nella vita quotidiana, chiude invece la parte generale.

Tre parti più specifiche trattano le tre dimensioni che segnano la trama del curriculum stesso: la tutoria, l’internazionalità e le tecnologie. Sono state redatte, inoltre, per ciascuna parte schede di lavoro che contengono approfondimenti su singoli aspetti di ciascuna sezione, esempi, modelli operativi e risorse per facilitare il lavoro di declinazione, in ciascuna Scuola, delle indicazioni contenute nelle Linee Guida.

Il testo licenziato dal CdA sarà progressivamente presentato ai Direttori Generali, ai Coordinatori Didattici e ai Docenti delle nostre Scuole perché possa essere reale e concreto strumento “ispirativo e operativo” per affinare, ridisegnare, realizzare il Progetto Educativo di ciascun Istituto, in modo personale e nella prospettiva del Piano Triennale dell’offerta formativa (PTOF). Il Curriculum, infatti, vuole essere un organismo vivo “fatto delle esperienze di vita che abitano ogni scuola e che concorrono alla formazione integrale della persona. Esso pertanto è oggetto di continua revisione e riformulazione, perché vive delle novità presenti in ogni scuola ed è attento alle esigenze culturali e formative del contesto ambientale di riferimento del singolo Collegio” (cfr. nel testo, par. 2.5).

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Quattro giorni di lavori per progettare il futuro delle nostre scuole

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Lunedì 10 luglio il meeting si è aperto con il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Gesuiti Educazione che in due sessioni ha approvato il bilancio preventivo 2017-2018 e ha dato l’avvio alla diffusione dei volumi sulle linee guida diventati documenti ufficiali per le nostre scuole con la approvazione del Provinciale della nuova Provincia Euro-Mediterranea. A questi giorni di lavori ha partecipato anche il Collegio di Malta, che sta entrando nella Fondazione in seguito alla nascita della nuova Provincia Euro-Mediterranea dei Gesuiti, che comprende Italia, Albania e Malta.

Successivamente, l’Assemblea dei Partecipanti della Fondazione, nella prima parte dei suoi lavori, ha poi affrontato il tema dell’accompagnamento nell’introduzione di queste linee guida, sottolineando l’importanza di questa delicata fase e la necessità di impiegare risorse adeguate.

Nella giornata di martedì 11 luglio sono continuati i lavori dei vari gruppi della Rete Gesuiti Educazione. La giornata intera è stata dedicata allo studio e all’analisi delle prime fasi di accompagnamento della introduzione delle Linee Guida sulla Pianificazione Strategica per le nostre scuole. I presidenti dei Consigli di Amministrazione e i Direttori Generali delle nostre scuole, con l’aiuto del dott. Martinelli (consulente della Fondazione), hanno iniziato a fare esperienza e a riflettere sui primi passi della Pianificazione: la raccolta dei dati di contesto.

I lavori sono poi proseguiti anche nella giornata di mercoledì 12 con approfondimenti e riflessioni sulla bella edizione delle Linee Guida su Curriculum per le scuole della Rete pubblicata dalla Fondazione Gesuiti Educazione. Oltre alla presentazione delle linee guida sul curriculum, si è anche pianificato il lavoro di Rete per il prossimo anno scolastico. Successivamente, ai Direttori Generali si sono uniti anche i Responsabili Servizi Generali e Amministrativi (RSGA) con i loro collaboratori degli uffici amministrativi. Grande attenzione è stata data da parte di tutti alla fase di accompagnamento della introduzione di queste linee guida che verrà curata dalla Fondazione come già sta accadendo con successo per le Linee Guida sulla Gestione Economica Apostolica.

Nell’ultima giornata dei lavori si è dedicata una sessione specifica proprio agli aspetti della gestione delle nostre scuole. Ancora una volta, la formula di questi incontri, che coinvolgono persone da tutte la Rete e con varie funzioni, si rivela fondamentale nel cammino di realizzazione di una Rete forte e unita, che sappia accompagnare con energia e pazienza il lavoro educativo delle realtà partecipanti alla Fondazione Gesuiti Educazione.

I Direttori Generali delle nostre Scuole con il Presidente della Fondazione Gesuiti Educazione, p. Vitangelo Denora

 

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Al Gonzaga il primo liceo STEM d’Italia

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Con l’anno scolastico 2017-2018 l’Istituto Gonzaga di Palermo dà il via al liceo STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics), che segue l’ordinamento italiano del liceo scientifico con opzione scienze applicate, con un curriculum scientifico potenziato, in una prospettiva fortemente internazionale.

Unico nel suo genere in Italia, il liceo STEM è direttamente propedeutico alle facoltà scientifiche, disegnato utilizzando gli spazi concessi dall’autonomia scolastica per rispondere ai principali bisogni educativi di oggi e alle richieste del mondo del lavoro.

Il liceo STEM del Gonzaga è stato progettato in sinergia con la “STEM Academy” dei Gesuiti a Detroit (USA), nell’ambito della University of Detroit Jesuit High School and Academy, e si avvale della collaborazione di prestigiosi enti partner appartenenti al mondo accademico, scientifico, della ricerca e dell’innovazione, che mettono a disposizione del progetto figure professionali specialistiche, know-how e strutture di ricerca.

In sintesi, il liceo STEM si caratterizza per:

  • il super potenziamento del blocco matematica-fisica-informatica-scienze
  • lo studio di una materia scientifica nativamente e completamente in lingua inglese (CLIL)
  • lo studio della statistica e dei linguaggi di programmazione informatica fin dal biennio
  • lo studio del cinese, come seconda lingua, per una ulteriore apertura alla parte del mondo dove oggi le scienze si stanno maggiormente sviluppando
  • un corso di Cultural Studies, per valorizzare la dimensione umanistica e la tradizione artistico-letteraria
  • l’utilizzo di laboratori scientifici e tecnologici curriculari, come educazione alla metodologia della ricerca scientifica (research Fridays), condotti da professori e ricercatori degli enti partners.

Gli studenti saranno avviati a un lavoro di ricerca-azione da svolgersi sia a scuola sia nei laboratori scientifici dell’Università di Palermo e degli altri enti partner.

Sarà favorito l’accesso alle facoltà scientifiche dell’Università degli Studi di Palermo per gli studenti più eccellenti, come pure di percorsi preferenziali per lo University of Pittsburgh Medical Center, negli USA.

L’indirizzo valoriale con cui nasce lo STEM è fondato sulla convinzione che la ricerca scientifica debba essere “umanistica”, nel senso più nobile del termine. Il pensiero scientifico, così come le sue applicazioni, sono inscindibili dalla cultura e dalla società in cui nasce e si sviluppa. Alla base del curriculum dello STEM ci sono dunque i “Cultural Studies” (la conoscenza dell’uomo, del suo pensiero, della sua attività spirituale e del suo comportamento attraverso i tempi), su cui si incardinano lo studio delle scienze e l’attività di ricerca-azione.

Gli obiettivi formativi di lungo periodo mirano a fornire agli studenti nell’arco dei cinque anni previsti dal percorso,  gli strumenti che permettano alle loro conoscenze e competenze di essere già adatte alla realtà in cui vivranno: del lavoro, dell’università, del mondo della ricerca scientifica. Questo implica, per l’attività di progettazione, una forte sinergia e sintonia tra competenza tecnica e competenza umanistica: capire e anticipare i trend (europei, mondiali) verso cui la ricerca scientifica si orienta, in una prospettiva di dieci o venti anni, anche in base alle molteplici esigenze provenienti dalle diverse culture mondiali.

E’ una sfida ambiziosa e difficile, ma affascinante e d’avanguardia, con notevoli positive ricadute sugli studenti e sulla società del domani. Sono queste le sfide nelle quali la Compagnia di Gesù, fin dalla sua fondazione, si è sempre impegnata e continua ancora oggi, con passione ed energia, a dedicarsi.

> Visita il sito dell’Istituto Gonzaga di Palermo

Un seminario per i docenti di Scutari

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Il seminario è iniziato lunedì pomeriggio con la presentazione da parte di p. Vitangelo Denora SJ e p. Teresio Gianuzzi SJ di alcuni brani tratti dalle Linee guida per le scuole della Rete Gesuiti Educazione (il Profilo dello studente ignaziano articolato per competenze, le competenze personali, sociali e metodologiche, le valenze formative delle discipline e la valutazione degli esiti e del processo di crescita dell’alunno). A seguire i docenti del Ginnasio sono stati coinvolti attivamente dal prof. Piero Cattaneo nella revisione degli esiti delle elaborazioni dei gruppi redatte durante il seminario di formazione precedente, centrato sulla progettazione di percorsi formativi e didattici su compiti di realtà.

Martedì pomeriggio i docenti hanno affrontato con p. Denora e con p. Gianuzzi le valenze formative delle discipline e la valutazione degli apprendimenti secondo la pedagogia ignaziana. A seguire, il prof. Cattaneo ha proposto alcuni feedback relativi al lavoro di gruppo degli insegnanti, i quali precedentemente avevano lavorato in vista della realizzazione concreta del compito di realtà nel percorso didattico quotidiano. La seconda parte del pomeriggio è stata incentrata sul come nel quotidiano i docenti possono valutare gli esiti e i processi di apprendimento per competenze degli allievi, presentando alcuni strumenti che si sperano potranno essere di utilità concreta nel prosieguo.

Al termine del seminario, il corpo docenti del Ginnasio ha ringraziato l’equipe del CeFAEGI sottolineando quanto i temi e le modalità proposte in questo seminario dal CeFAEGI siano realmente molto attuali all’interno del processo di implementazione del nuovo curriculum secondo le direttive del Ministero dell’Istruzione albanese.

Il Gonzaga primo liceo classico della città

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L’istituto di via Piersanti Mattarella “vince” con un punteggio medio di 27 nelle materie superate all’università e quasi il 69 per cento dei crediti acquisiti.
Di seguito il commento di padre Eraldo Cacchione SJ, preside dei licei dell’Istituto Gonzaga

“Siamo molto contenti di leggere questa classifica; essa riconosce il lavoro “corale” che il Gonzaga sta portando avanti. Mi pare che il riconoscimento della Fondazione Agnelli registri la peculiare qualità della preparazione dei ragazzi al Gonzaga. Essa infatti non si manifesta in quelli che ritengo “parti” del processo formativo del giovane (istruzione in singole materie e altri aspetti parziali) bensì nella formazione “integrale” della persona che, da noi, viene svolta da tutti i membri della comunità educante: insegnanti, animatori spirituali, psicopedagisti della scuola, operatori di enti dove si svolge il volontariato o l’alternanza scuola lavoro, fino ai bidelli.

Il Gonzaga forma la persona “a tutto tondo”, testa, mani e cuore. Questa è l’eccellenza a cui aspiriamo, una eccellenza umana e accademica. Quando si raggiunge questa eccellenza il giovane è naturalmente pronto, adatto ad affrontare con successo le sfide successive della formazione, iniziando con l’università.
E’ tradizionalmente noto tra i palermitani e in tutta la Sicilia che gli alunni del Gonzaga tendono a muoversi con facilità e molto bene nel percorso dell’università: proprio questa eccellenza formativa, che dà il suo frutto maturo nel tempo successivo alla tappa del liceo, ha da sempre costituito una delle ragioni principali della ricerca del nostro liceo come scuola di eccellenza della città.

La formazione acquisita nella nostra scuola diventa di fatto un punto di forza nel progetto di vita di ciascuno e nelle aree di responsabilità in cui l’ex alunno del Gonzaga viene chiamato a impegnarsi. L’obiettivo educativo dei Gesuiti infatti è formare lo studente in uscita perché sia competente, consapevole, compassionevole e coinvolto in una società che cambia. Questi quattro aggettivi esprimono l’eccellenza umana che vogliamo per i nostri alunni.
Proprio perché crediamo fortemente nel liceo classico, che rappresenta la scuola più vicina alla nostra tradizione educativa, per l’anno prossimo proporremo alcune novità che la rendano ancora più forte, novità che presenteremo all’Open Day del 2 dicembre”.

La Repubblica, nella pagine della cronaca di Palermo, ha dato ampio spazio alla notizia del report Fondazione Agnelli.

Al lavoro sulla strategia delle scuole ignaziane

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Tre giorni di lavoro intenso concentrati prevalentemente su due grandi temi: accompagnare le scuole nel dare attuazione alle linee guida e il monitoraggio dei lavori per la redazione del piano strategico di ogni scuola.

A questo incontro hanno partecipato i Direttori generali delle scuole di Milano, Torino, Roma, Napoli, Palermo, Messina, Scutari (Albania) e Malta, insieme ai Coordinatori didattici, ai responsabili della pastorale e del curriculum. I lavori sono stati guidati dalla Fondazione Gesuiti Educazione e dai suoi collaboratori, insieme all’équipe del Cefaegi.

 

L’avvio del seminario è stato incentrato sul contesto e sulla situazione generale: la nuova Provincia Euromediterranea della Compagnia di Gesù, la predisposizione del piano apostolico, il recente incontro JESEDU di Rio de Janeiro. Padre Jean-Paul Hernandez e il prof. Franco Garelli, con i loro interventi, hanno fornito informazioni e spunti di riflessione introduttivi.

Successivamente si è passati ai lavori più operativi, focalizzati soprattutto su come dare attuazione nelle nostre scuole alle Linee Guida pubblicate di recente dalla Fondazione e come accompagnare Direzioni e docenti a “vivere” concretamente e quotidianamente nella propria attività quanto indicato in questi documenti.

Rilevanza fondamentale riveste il grande lavoro svolto in tutte le scuole sul Curriculum, inteso in senso specificamente ignaziano e molto più ampio rispetto a quanto normalmente inteso nelle scuole statali.

“Il Curriculum come noi lo intendiamo è l’insieme delle scelte spirituali, formative, culturali e didattiche. È sinonimo di intera proposta educativa, indica la nostra identità e missione nel quotidiano” (LG 2.1 pag. 45)

La redazione del curriculum in senso ignaziano, però, non è sufficiente, in quanto il Curriculum non è un documento fine a se stesso che una volta predisposto va incorniciato e archiviato. E’ un qualcosa di “vivo”, che deve guidare, orientare e permeare tutta la vita della scuola stessa.

Anche gli altri ambiti di cui si occupano le Linee Guida sono fondamentali per rendere l’attività delle nostre scuole veramente ignaziana: la pastorale, la formazione, la tutoria, l’internazionalità, le tecnologie.

Nella seconda parte del seminario, poi, ci si è concentrati su tre ulteriori ambiti, meno strettamente legati alla didattica e alla formazione, ma non meno importanti: la governance, la pianificazione strategica, il controllo di gestione e la gestione economica apostolica.

Nello specifico, ciascuna scuola è chiamata a predisporre un suo piano strategico, all’interno e in coerenza con la VISION comune e le indicazioni della Fondazione Gesuiti Educazione. Per fare ciò, il punto di partenza è l’analisi del contesto. Ciascuna scuola, coinvolgendo i propri Consigli di Amministrazione, sta lavorando a questa attività.

“Chi ama non si ferma di fronte alle difficoltà, ma cerca soluzioni”, ha ricordato padre Vitangelo Denora durante uno dei suoi interventi. “Vediamo il tempo presente come occasione per guardare il futuro in modo nuovo e progettare con uno sguardo strategico”.

E con la preghiera del gesuita P. Pierre Teilhard de Chardin, che riportiamo qui sotto, Padre Vitangelo ha concluso l’incontro la mattina del sabato, ringraziando e salutando i partecipanti, augurando a ciascuno un buon rientro nelle proprie città di origine e buon lavoro!

“Confidate, soprattutto, nel lavoro lento di Dio.
Siamo per natura impazienti di concludere ogni cosa senza ritardi.
Vorremmo saltare le fasi intermedie.
Siamo impazienti di metterci in cammino verso qualcosa di ignoto, qualcosa di nuovo.
Eppure è la legge di ogni progresso
che esso si compia passando attraverso alcune fasi di instabilità
e che possa volerci molto tempo.
E così credo sia anche per voi.
Le vostre idee maturano gradualmente lasciatele crescere,
lasciate che si formino, senza fretta eccessiva.
Non cercate di forzarle,
come se pensaste di poter essere oggi ciò che il tempo farà di voi domani.
Solo Dio potrebbe dire che cosa diverrà questo nuovo spirito
che si sta gradualmente formando in voi”

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Un passo avanti verso la parità?

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L’incontro, tenuto il 4 dicembre, si è aperto con una certezza: la parità tra scuole statali e paritarie, che svolgono entrambe servizio pubblico, è ancora incompiuta, in quanto è stata raggiunta solo a livello di norme e non di risorse. Risale al 2000 la legge nazionale, fortemente voluta dall’allora ministro Luigi Berlinguer, che ha parificato i tue tipi di percorsi scolastici, ma da allora a livello finanziario non è cambiato molto.

Eppure gli istituti paritari contano, solo in Sicilia, 30 mila studenti di cui 20 mila nelle materne. E ben 4 mila le persone lavorano nelle 485 scuole paritarie dell’Isola. Negli anni si è però registrato un forte numero di chiusure, pari in media al 20 per cento l’anno. Oltre quattrocento sono state nell’ultimo biennio le paritarie scomparse in Italia.

«Senza pluralismo” ha affermato padre Vitangelo Denora, presidente della Fondazione Gesuiti Educazione, presidente della Fidae Piemonte e Val D’Aosta e moderatore del dibattito, “ne risente tutta la qualità dell’istruzione. Non si tratta di sottrarre soldi alle scuole dello Stato, ma di pianificare una migliore distribuzione delle risorse. Se in media la retta di una scuola paritaria è di 5 mila euro l’anno, uno studente di una scuola statale costa di più di 7 mila euro allo Stato».

Ospite d’onore dell’incontro, l’ex ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer, padre della parità in Italia, che è stato nominato nei giorni scorsi a capo di un tavolo di lavoro del MIUR nel quale si cercherà di trovare un “costo standard di sostenibilità per studente” che possa evitare disparità tra le scuole. Una via per aprire al sostegno economico statale alle scuole paritarie.

Durante il suo intervento Berlinguer ha affermato, “il punto di partenza per affrontare la questione della parità compiuta sta nello sviluppo di una reale autonomia di indirizzo pedagogico, e questo anche all’interno delle scuole statali: se si riesce a rendere operativa questa autonomia si supererà un sistema scolastico statalistico a favore di un sistema plurale, come accade in molti Stati fuori dall’Italia”.

Riparte così dalla Sicilia, storicamente regione con alto numero di scuole paritarie, il tentativo di rilanciare il settore. Suor Anna Monia Alfieri, esperta di politiche scolastiche e presidente di Fidae Lombardia, ha affermato: “I tempi sono maturi, attraverso l’introduzione del costo standard, per porre al centro del sistema scolastico italiano lo studente, facendo cessare ogni discriminazione nel diritto di apprendere, nella garanzia dell’esercizio del diritto dei genitori alla libertà di scelta educativa, e non di meno nella garanzia del diritto dei docenti a scegliere una buona scuola pubblica statale o paritaria a parità di titolo e di stipendio”.

Il prof. Roberto Pasolini, già componente del gruppo di lavoro parità scolastica
MIUR, membro della direzione nazionale Disal, ha dichiarato: “La Politica può trovare una soluzione che riconosca il diritto alla libera scelta educativa”. Le leggi da sole non bastano, senza pressione politica adeguata perdono forza nella loro applicazione: le leggi camminano sulle gambe degli uomini. È questo il momento per avviare, con gradualità e prudenza, ma con coraggio, una sperimentazione che avvii un percorso di innovazione organizzativa utile ad avvicinarci ai Paesi europei e mondiali più avanzati in tal senso nei quali, l’incremento di autonomia ha prodotto un più che proporzionale miglioramento della qualità del servizio di istruzione e formazione e, conseguentemente, dei livelli di apprendimento, oltre ad una razionalizzazione e riduzione dei costi ed un maggior riconoscimento del diritto alla libera scelta.

A coronamento dei lavori il preside delle medie del Gonzaga, Vito Chiaramonte, e la direttrice dell’Istituto Arrupe, Nicoletta Purpura, hanno presentato una esperienza di successo in tema di inclusione all’Istituto Gonzaga. A fronte dell’assenza di risorse da parte dello Stato per il sostegno ad un ragazzo disabile, lo scorso anno scolastico, con una borsa di ricerca della Fondazione Vodafone e il patrocinio dell’Istituto Arrupe, sono stati trovati i fondi per reclutare un insegnante di sostegno ad hoc, la prof.ssa Marzia Vanella, che ha potuto accompagnare uno studente disabile nel percorso di un intero anno scolastico osservandone i progressi fatti grazie ad un poderoso lavoro di equipe. Attraverso la propria testimonianza e le belle immagini di un video, la professoressa ha mostrato come una comunità cresce, si anima, si rigenera grazie alla presenza del “diverso”.

Una domanda rivolta l’opinione pubblica e alle istituzioni aleggia in conclusione: “Se si arrivasse alla scomparsa delle scuole paritarie in Italia, quanto costerebbe allo Stato e alle Regioni farsi carico dei loro alunni e quanto andrebbe perso della ricchezza del nostro patrimonio culturale fondato sul pluralismo pedagogico ed educativo?”.

Padre Denora è il nuovo direttore dell’Istituto Gonzaga

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Cambio alla guida del Gonzaga di Palermo. Il Consiglio di amministrazione ha nominato padre Vitangelo Carlo Maria Denora direttore generale dell’Istituto Gonzaga, in sostituzione di padre Francesco Tata. A darne l’annuncio a tutto il personale, agli studenti e alle famiglie è il presidente dell’Istituto Gonzaga, padre Claudio Barretta, con una lettera.

“Nel quadro dei Collegi di Italia, Malta e Albania, collegati in rete dalla Fondazione Gesuiti Educazione, questa significativa nomina conferma l’investimento di energie che la Compagnia di Gesù sta promuovendo particolarmente nel rafforzare e nel proseguire il rilancio dell’Istituto Gonzaga all’interno della città di Palermo”, scrive padre Barretta. “Il mio pensiero di gratitudine va a padre Tata che, insieme a me e alla collaborazione di tanti, in particolare dello stesso padre Vitangelo, ha portato avanti un incarico difficile in tempi altrettanto complicati. I miei auguri di buon lavoro a padre Denora che ho imparato a stimare progressivamente negli anni per le sue capacità, nonché per la sua persona”.

Padre Denora, 49 anni, uomo del Sud (nato a Napoli e cresciuto a Bari), fino a questo momento delegato per i collegi dei Gesuiti per la Provincia di Italia e Albania e presidente della Fondazione Gesuiti educazione, si insedierà a gennaio.

Sempre su designazione del Consiglio di amministrazione, assumerà anche la direzione dell’ISP (International School Palermo), “in modo che possa esserci sempre più sinergia tra la scuola italiana e quella internazionale – aggiunge padre Barretta – Approfitto così per ringraziare, anche a nome di tutta la dirigenza del Gonzaga, il professore Ignazio Venzano che ha avuto la responsabilità della direzione dell’ISP in questo ultimo anno. La sua dedizione, esperienza e competenza hanno permesso di dare un assetto solido e coerente alla nostra scuola internazionale”.

Note biografiche di padre Vitangelo Carlo Maria Denora

E’ nato a Napoli nel 1968, ma è cresciuto a Bari, dove ha studiato presso la scuola dei Gesuiti “Di Cagno Abbrescia”.

Dopo la laurea in Giurisprudenza, nel 1992 è entrato nella Compagnia di Gesù, dove si è fin da subito dedicato all’educazione e alla formazione dei giovani, con particolare attenzione a quelli che vivono in condizioni di disagio. I suoi anni di studio – sia quelli universitari sia quelli per diventare gesuita – sono stati accompagnati dal servizio nelle periferie delle grandi città (soprattutto con bambini, immigrati e persone senza fissa dimora). A Sighet, in Romania, dal 1998 si occupa anche di tre case famiglia a favore di bambini abbandonati con l’associazione “Il Quadrifoglio” e di altre attività di volontariato.

Ordinato sacerdote a Roma nel 2004, nel 2007 è stato nominato Rettore dell’Istituto Sociale di Torino e, nel 2011, anche gestore e legale rappresentante del Leone XIII di Milano.

In quegli anni ha cominciato a seguire anche le trasformazioni del Collegio Sant’Ignazio di Messina e Pontano di Napoli. Nel 2010 il Provinciale lo ha nominato anche suo delegato per tutti i collegi dei gesuiti della Provincia d’Italia e di Albania.

Con grande passione, energia e determinazione, si è dedicato alla costruzione di una rete di scuole, che ha rilanciato l’apostolato educativo nella Provincia e ha creato occasioni di condivisione e crescita tra scuole, dirigenti, docenti, alunni, il cui momento più bello si può certamente individuare nell’incontro delle scuole dei gesuiti con papa Francesco del 2013.

La rete nel febbraio del 2014 ha assunto una forma più ufficiale con la costituzione della Fondazione Gesuiti Educazione, di cui padre Denora ricopre il ruolo di presidente fino ad oggi.

Con il passaggio delle scuole dei Gesuiti d’Italia al nuovo modello di governance, è diventato presidente dei Consigli di amministrazione dell’Istituto Sociale di Torino, del Leone XIII di Milano, membro del Cda del Liceo Meshkalla di Scutari in Albania e del Cda del Gonzaga di Palermo.

Come presidente della Fondazione, in questi anni ha coordinato il lavoro di rilancio dell’identità delle nostre scuole, fino all’approvazione e alla pubblicazione delle “Linee guida per una scuola Ignaziana”.

Occupandosi anche di educazione informale, è direttore e rappresentante della rete delle scuole di Fe y Alegría Italia, un sistema di scuole e di educazione popolare coordinato dalla Compagnia di Gesù in tutto il mondo che porta l’educazione “dove finisce la strada” e in Italia agli immigrati latino-americani.

È anche impegnato per il coordinamento e il sostegno della scuola cattolica a livello nazionale, in quanto presidente della Fidae Piemonte e Valle d’Aosta e membro del Consiglio nazionale della Scuola cattolica.

In questi anni ha dimostrato anche una passione e una fiducia particolare nella valenza formativa e nel ruolo dello sport, tanto che è stato presidente dell’Associazione polisportiva Istituto Sociale di Torino e della Società Leone sport di Milano, ha tenuto per anni corsi di formazione a insegnanti e allenatori della Fondazione U.S. Petrarca di Padova, ha favorito l’apertura delle due accademie di rugby di Milano e di Torino e dei licei scientifici sportivi del Leone e del Sociale, ed infine ha accompagnato il progetto della rete dei centri sportivi della Compagnia, valorizzando l’esperienza del Centro Shuster di Milano.

Il Gonzaga è il primo liceo classico in 4 anni a Palermo

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Approvato dal Ministero dell’Istruzione il progetto di liceo classico quadriennale dell’Istituto paritario Gonzaga, unico a Palermo tra le cento classi di sperimentazione scelte in tutta Italia. La nuova opportunità formativa avrà inizio il prossimo anno scolastico e le iscrizioni saranno aperte dal 16 gennaio prossimo. Si tratta di un liceo davvero “classico”, che potenzia il monte ore delle discipline caratterizzanti l’indirizzo di studio, ossia il greco e il latino, ma anche della storia dell’arte e dell’inglese.

“In questa scuola i ragazzi potranno immergersi nel mondo della classicità in modo da coinvolgersi da protagonisti in quello che studieranno senza perdere conoscenze, ma guadagnando piuttosto competenze che permettano loro di diventare ‘esperti’ di classicità con abilità da spendere nel mondo contemporaneo” sottolineano Vito Chiaramonte, coordinatore didattico della Scuola secondaria di primo grado del Gonzaga, e padre Eraldo Cacchione, preside dei Licei.

Il superamento della selezione del Miur ha richiesto parametri molto rigorosi che, per lo storico istituto di via Piersanti Mattarella, costituiscono una sfida entusiasmante per dare nuova forza alla tradizione pedagogica delle scuole dei Gesuiti. Il liceo classico del Gonzaga è da sempre punto di forza della tradizione educativa palermitana e ha ricevuto nei mesi scorsi l’importante riconoscimento di miglior liceo classico della città da parte della Fondazione Agnelli nella classifica Eduscopio.

Il nuovo progetto propone una didattica innovativa che permette di raggiungere in quattro anni i medesimi obiettivi fissati per i cinque, una didattica “integrata” con attività laboratoriali, viaggi di immersione nella cultura e nella civiltà classica, esperienze di ricerca e di azione sul campo. Il liceo di quattro anni non è una scorciatoia, perché i tempi si intensificano: 35 settimane di scuola, con inizio anticipato delle lezioni a settembre e fine posticipata a giugno, orario prolungato e alcuni rientri a scuola il sabato mattina per lo studio assistito con i docenti. Un percorso allineato a quello di quasi tutti gli Stati del mondo, con ragazzi proiettati con un anno di anticipo negli atenei, oppure con la possibilità di programmare esperienze all’estero o di dedicare un anno, in modo approfondito, alla preparazione ai test universitari.

Un curriculum di studi che porta alla laurea e al mondo del lavoro in tempo utile per essere competitivi con i ragazzi stranieri. L’alternanza scuola-lavoro sarà tutta inglobata in una serie di “accademie” chiamate “engagement academies”, per sottolineare il valore di aggancio con la realtà di queste esperienze. Esse saranno strutturate come laboratori di ricerca disegnati in partnership con enti universitari e con imprese che congiungono il valore culturale in aree legate agli studi classici (comunicazione, teatro, musica, pittura, new media, giornalismo) con l’attenzione verso gli “ultimi”: ciò che oggi si chiama “service learning”, imparare servendo. Il curriculum avrà una tale flessibilità da permettere ai ragazzi di collocarsi nei laboratori più adatti a loro, per un apprendimento personalizzato.

“La grande novità del liceo classico quadriennale consiste nel concentrare in una scuola molto esigente e altamente immersiva, tutta la ricchezza della grande tradizione umanistica dei collegi dei Gesuiti – osserva il nuovo direttore generale dell’Istituto Gonzaga, padre Vitangelo Denora -. Come Compagnia di Gesù sentiamo molto la sfida di attualizzare una scuola come quella del Liceo classico, che è capace di fornire quella apertura mentale e quelle competenze ampie, importanti per affrontare la complessità del nostro mondo di oggi. Questa proposta – attraverso la centralità di ogni singolo alunno, la flessibilità del curricolo, l’immersione diretta ed empatica nella classicità, la nuova articolazione degli spazi e dei tempi di apprendimento- rende particolarmente moderno ed efficace il percorso del classico per le nuove generazioni palermitane e, permettetemi di dire, offrire questa bella opportunità in questo momento storico mi rende particolarmente contento”.

Discernimento ignaziano per la scelta della facoltà

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(Sir) Chi non ha avuto difficoltà, nella propria vita, a decidere che scuola o università frequentare, quale percorso professionale seguire, in linea con i propri talenti e passioni? È quanto si prefigge il progetto-pilota promosso dalla cooperativ Sophia “Trova la tua facoltà”, che rientra nel percorso di alternanza scuola-lavoro, realizzato insieme a don Alessandro Di Medio, docente di religione al liceo classico “Vivona” di Roma, e allo psicologo Luca Strambi. Il progetto è stato realizzato in team da 6 persone e prevede 70 ore di lavoro, individuale e in gruppo, tra cui un seminario di 4 giorni che si è svolto dal 2 al 5 gennaio. Un percorso in orario non scolastico, con giornate full immersion dalle 9 alle 18, per dare agli studenti gli strumenti per fare la scelta giusta riguardo al proprio futuro. Il metodo proposto è quello del discernimento di san Ignazio di Loyola, attualizzato allo scenario contemporaneo. Un approccio cattolico ma non confessionale perché rivolto a tutti, indipendentemente dall’appartenenza religiosa o meno. Dopo il seminario i ragazzi scriveranno una relazione personale sui frutti di questa esperienza, che saranno presentati a metà febbraio durante un evento in Senato. A maggio si terrà un altro evento conclusivo, sempre a Roma, con oltre 1.200 studenti. L’obiettivo è riproporre il metodo in altre scuole, per aiutare i giovani a scegliere in maniera consapevole, ascoltando il sogno della propria anima.

In un liceo romano coinvolti 60 ragazzi tra i 16 e i 18 anni. Nel liceo “Vivona” è stato il progetto di alternanza scuola/lavoro con più adesioni, e ha coinvolto 60 ragazzi tra i 16 e i 18 anni di almeno 8/9 classi. “Il metodo ignaziano del discernimento suscita un interesse enorme, che va al di là della fede cattolica – spiega don Alessandro Di Medio, che è anche direttore spirituale del gruppo Signa Veritatis nella parrocchia san Francesco Saverio a Garbatella -. I giovani rimangono stupiti da come sia possibile comprendere ciò che veramente si vuole partendo dall’interiorità”. Infatti la differenza sostanziale tra orientamento al lavoro e discernimento, precisa don Di Medio, è che “l’orientamento è rivolto all’esterno, il discernimento mira a un rapporto più vero e profondo con se stessi”. Marco Ruopoli, responsabile della cooperativa Sophia e del progetto, crede molto in questo metodo, “che decliniamo a seconda delle situazioni”: “I giovani hanno un grande bisogno di senso e di riferimenti. A scuola non è così scontato fare un lavoro su di sé, in genere si punta a prendere un voto e basta.

Un metodo che porta frutti. Dalla quattro giorni di seminario – l’esperienza è stata una prima nazionale – alcuni hanno già tratto conclusioni utili: chi ha deciso di frequentare la facoltà di ingegneria elettronica, chi matematica. Se poi qualcuno non vuole continuare affatto gli studi, potrà capire meglio come indirizzare le proprie risorse. Le tante testimonianze portate da giovani e adulti, che hanno già fatto proprio il metodo durante il percorso con “Signa Veritatis”, confermano la bontà dell’esperienza.

“Il mio obiettivo era fare soldi – ha raccontato Federica, giovane siciliana di Caltanissetta -. Volevo diventare broker e stare tranquilla. Perciò scelsi scienze bancarie, finanziarie e assicurative a Milano. Ho trovato subito lavoro a Madrid nell’intermediazione dei fondi di investimento. Guadagnavo tanto e spendevo altrettanto in svaghi. Ma avevo il portafogli pieno e il cuore vuoto”. Cercando lavoro on line per alcuni amici Federica si è resa conto che l’ambito delle risorse umane le piaceva. Ha lasciato l’impiego remunerativo ma arido e ora collabora con la cooperativa Sophia per aiutare altri ragazzi a trovare lavoro.

Ernesta invece ha una storia più lunga e impegnativa. Laureata in matematica, vita agiata con marito e due figli, lavora per 20 anni in una grande multinazionale senza risparmiarsi. Finché a 50 anni non arriva la scure della mobilità e la diagnosi di una malattia. “È stata una fase molto difficile ma l’ho superata – ha detto -. Ho avuto la possibilità di dare un senso vero, non effimero, alla mia vita”. La crisi le ha permesso di scoprire l’amore per i beni museali, ha preso un’altra laurea e un master, trovato subito lavoro per un Dipartimento statale nella didattica museale e ora ha cambiato di nuovo: fa l’insegnante di sostegno in un liceo. “Io e questo ragazzo ci aiutiamo a vicenda. Finalmente faccio una cosa che ha un senso”.

Tante le storie raccontateGiuseppe prima aveva un’azienda avviata ora fa corsi di elettricista ai ragazzi Neet, che non studiano né lavorano. Maria Paola ha mollato un lavoro sicuro come dietista in un ospedale (che non le dava nessuna gioia) e ha trovato subito un impiego come pasticcera in un ristorante gourmet.

Gabriele si è laureato a fatica in una facoltà che detestava, economia, poi ha realizzato il suo sogno di fare il doppiatore. Anche Davide, al quarto anno di giurisprudenza, non ama la sua facoltà. Al contrario ha una grande passione per la letteratura. Nonostante le ripetute crisi, grazie al discernimento, ha deciso di concluderla ma nel frattempo ha scritto poesie e sceneggiature e fondato un gruppo che realizza cortometraggi. Ora collaborerà con il Progetto Policoro della Cei per aiutare altri giovani ad aprire proprie attività. Claudia invece oggi fa l’insegnante di matematica ma ha rinunciato ad una brillante carriera come biologia ricercatrice perché ha scoperto che la sua passione “è stare con i ragazzi, aiutarli a superare le difficoltà”.

Patrizia Caiffa

Quattro anni fa la nascita della Fondazione gesuiti educazione

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Si trattava di un passo storico importante, con cui sette istituti (a Torino, Milano, Roma, Napoli, Palermo, Messina e Scutari in Albania) per un totale di circa cinquemila studenti, dalla scuola dell’infanzia ai licei, e seicento operatori tra docenti e altre figure professionali, venivano per la prima volta riuniti in una veste giuridica innovativa (quella della Fondazione di partecipazione) per rilanciare l’apostolato educativo della Compagnia di Gesù in Italia e in Albania.

Padre Vitangelo Denora SJ, a cui la Fondazione deve la sua costituzione non solo formale, ma anche in termini di idee, visione, contenuti ed entusiasmo, aveva dichiarato in quell’occasione che “la missione della fondazione consiste nel salvaguardare nel tempo e sviluppare in modo creativo l’identità, le risorse umane e il patrimonio materiale delle nostre scuole in Italia, facendosi garante del loro costante e continuo rinnovamento, nonché della loro aderenza al carisma e alla spiritualità della Compagnia di Gesù. Uno degli obiettivi della nuova organizzazione sarà rendere le nostre scuole, grazie a fondi e a borse di studio, sempre più accessibili a studenti bisognosi e meritevoli, secondo il desiderio del nostro fondatore sant’Ignazio di Loyola”.

In questi quattro anni, sempre grazie al lavoro instancabile e alle idee di Padre Vitangelo, accompagnato dal Consiglio di Amministrazione, dal Direttore Guido Bigotto e da uno staff che è andato crescendo e organizzandosi, di strada ne è stata fatta molta.

Nel mese di dicembre 2017 è ufficialmente entrato nella rete anche il Collegio St. Aloysius di Malta, con i suoi circa 1500 studenti. E’ una tappa significativa, che inserisce nuove realtà, idee, persone e ricchezza nella nostra rete di scuole. Questo ingresso è il naturale seguito della nascita della nuova Provincia Euromediterranea della Compagnia di Gesù, avvenuta a luglio 2017.

Un altro elemento sicuramente rilevante, che esprime in modo “tangibile e significativo” il lungo lavoro (spesso silenzioso e discreto) di questi quattro anni della Fondazione, è costituito dalla “Linee guida per le scuole della rete Gesuiti Educazione“. Un documento importante e fondante che affronta per “macro-temi” (Formazione, Curriculum, Pastorale, Internazionalità, Tecnologie, Governance e Amministrazione) le indicazioni su quello che caratterizza e contraddistingue una scuola ignaziana del XXI  secolo. Alcuni le hanno addirittura definite, forse con un entusiasmo persino un po’ eccessivo, la “nuova Ratio Studiorum” contemporanea.

Con il 2018 il primo mandato del Consiglio di Amministrazione e del suo Presidente è terminato. Nuove persone stanno per essere nominate e per subentrare nella guida e nella gestione della Fondazione per il secondo mandato dalla sua costituzione. Sicuramente il lavoro svolto in questi quattro anni è stato incredibile e notevole, anche se spesso non così “appariscente” o visibile come si sarebbe desiderato.

Altrettanto impegnativo è il lavoro per il futuro. Si tratta di portare avanti la ricchezza di idee, di proposte, di attività che sono state seminate a larghe mani in questi anni, di farle crescere, di darne attuazione e sviluppo. Sicuramente una delle grandi sfide sarà quella di operare non solo per continuare a far crescere la cultura di rete, ma soprattutto perché quanto individuato e indicato nelle Linee Guida non resti un bel testo scritto e pubblicato, ma diventi un terreno vissuto in profondità e nella quotidianità da tutti coloro che operano nelle scuole. Tutti sono chiamati a contribuire e a operare in questa “fondazione di partecipazione”, che è una “fondazione delle scuole, per le scuole“.

Un rinnovato grazie a Padre Vitangelo Denora SJ, “padre e anima” di questa Fondazione, al Direttore Guido Bigotto per la sua attività operosa e discreta in questi anni e al Consiglio di Amministrazione uscente. Allo stesso tempo un “buon lavoro” al nuovo Consiglio che verrà ratificato a breve e al Padre Jimmy Bartolo SJ, che subentrerà a Padre Vitangelo nella Presidenza della Fondazione.

 

> Ascolta il servizio di RADIO IN BLU sulla costituzione della Fondazione (17/2/2014)

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